L’Europa e la sovranità: la storia del progetto europeo nei rapporti tra Italia e Francia
Un libro ripercorre slanci e dubbi del percorso comune. Con un caveat: se l’Europa non cambia, morirà
Un libro ripercorre slanci e dubbi del percorso comune. Con un caveat: se l’Europa non cambia, morirà
Un libro ripercorre slanci e dubbi del percorso comune. Con un caveat: se l’Europa non cambia, morirà
Dopo la caduta del Muro nell'89, si doveva prendere una iniziativa. Invece al posto dell'Europa sociale è arrivata l'Europa globale. Oggi l'unica forza che si occupa del futuro è la Chiesa. Quella frase di Bruno Buozzi a Trentin sulla cultura: per resistere più del padrone devi conoscere un libro in più di lui
Tra l'urgenza di costruire una forte classe dirigente e la necessità di progettare un partito nuovo di stampo liberal-conservatore di massa
Può appartenere all’Europa un Paese come l’Ungheria che lede così palesemente i diritti fondamentali e della dignità umana? Il caso è politico, altroché
Un rapporto particolareggiato sulla situazione dei Paesi Baltici e sulla loro storia recente
Il processo di integrazione è uno strumento sensibile e se adoperato male può portare a contraccolpi negativi. La divisione e la lontananza con Ankara derivano anche dall’atteggiamento sbagliato dell’Ue nei suoi confronti. All’Ucraina è stato detto sì ma non è ancora pronta
Il voto del prossimo giugno ha dentro molto di più: il destino stesso di un’Europa ferita da attacchi esterni e da fratture interne, avvelenata da un ideologismo nazional-populista, che, per quanto meno impattante rispetto a qualche anno fa, continua ad essere pericoloso, impastandosi con l’unico punto di convergenza tra i sovranisti americani alla Trump, e quelli asiatici come Putin e Xi: il ridimensionamento dell’incomodo europeo sulla scena mondiale. Per l’Italia occorrerebbe ritrovare un idem sentire per difendere gli interessi nazionali concretamente e partecipare alla costruzione della nuova Europa da protagonista, ricordando che da vent’anni non ci viene riconosciuta la carica del Presidente della Commissione-l’ultimo è stato Prodi- e che dalla riforma del 2009 non abbiamo mai avuto il Presidente del Consiglio europeo. Avrebbe senso, forse, ritrovarsi tutti su una candidatura di caratura e reputazione internazionale come Mario Draghi. Occorre, dunque, scrivere una seria agenda italiana per il futuro dell’UE.
Prosegue i dibattito sull’Europa e il suo futuro, in vista delle elezioni di Giugno. Pubblichiamo oggi un intervento del professor Gaetano Quagliariello, già senatore, dal 2013 al 2014 ministro delle Riforme istituzionali, dal 2003 presidente della Fondazione Magna Carta, fondata con Marcello Pera: "un luogo di formazione e ricerca di ispirazione liberale schierato senza soggezioni culturali e prudenze con il centro-destra"