Europa, Benvenuto: erano forti i socialisti. La caduta del Muro un’occasione mancata

Dopo la caduta del Muro nell'89, si doveva prendere una iniziativa. Invece al posto dell'Europa sociale è arrivata l'Europa globale. Oggi l'unica forza che si occupa del futuro è la Chiesa. Quella frase di Bruno Buozzi a Trentin sulla cultura: per resistere più del padrone devi conoscere un libro in più di lui

Giorgio Benvenuto, già segretario della Uil e per un breve periodo segretario del Psi dopo la caduta di Craxi, in questa intervista dà fondo ai suoi ricordi, sottolineando il ruolo che i socialisti avevano nell’ambito dell’Europa, promuovendo il suo allargamento verso il Mediterraneo nonostante le resistenze di alcuni paesi nordici. E parla anche del ruolo specifico di Craxi.

Benvenuto, parliamo un po’ dell’Europa degli anni ’80, del ruolo dei socialisti europei.

In quel periodo l’Europa è andata avanti. Alla fine degli anni ’80 noi avevamo nel mondo una maggioranza di socialisti al governo in Europa, avevamo Jacques Delors presidente della Commissione Europea per tre mandati che ha creato di fatto uno statuto della Comunità Europea. Noi eravamo molto avanti ma purtroppo la caduta del muro di Berlino invece di favorire l’Europa sociale ha favorito l’Europa globale.

In quel periodo quale fu il ruolo dei socialisti italiani? quali posizioni assunse Craxi?

Penso non solo a Craxi ma anche a Gianni De Michelis, che aveva una visione molto chiara dell’Europa (è stato uno dei migliori ministri degli Esteri). Inoltre Craxi aveva una visione e anche un’attenzione alle innovazioni dal punto di vista tecnologico informatico che poi furono trascurate. In questi anni noi abbiamo visto un paese che si è ripiegato ed è invecchiato, ha paura e teme le novità, invece a quei tempi era diverso.

L’Italia è stata alla vigilia di avere finalmente una politica di vere riforme Gli anni Ottanta sono stati anni decisivi in tanti campi, ed è crollato anche il Muro di Berlino. Sono convinto che caduto il muro di Berlino bisognava prendere l’iniziativa. Non è stato così, la sinistra si è azzoppata da sola.

E ora?

Ora non vedo neppure come potremmo procedere. Oggi l’unica forza che si preoccupa del futuro è la chiesa. Parla di dignità umana, di solidarietà che sono valori tipicamente socialisti. Gli anni Ottanta sono stati anni decisi in tanti campi, ed è crollato anche il Muro di Berlino Sono convinto che caduto il muro di Berlino bisognava prendere l’iniziativa. Non è stato così, la sinistra si è azzoppata da sola.

Parliamo dell’allargamento e dell’Europa mediterranea. 

Craxi riuscì a rafforzare l’Europa. Fece capire che l’Europa era anche mediterranea. Favorì l’ingresso del Portogallo, della Spagna e della Grecia, (la gente lo ha dimenticato). Lo fece mettendo in minoranza la Thatcher. Ora, quando noi pensiamo agli anni ’80 pensiamo a Reagan ed alla Thatcher, lui italiano segretario di un partito che era al 13/14% li mise in minoranza.

Lanciò l’idea con Delors e con gli altri socialisti anche per realizzare un Europa sociale la Francia, l’Inghilterra, la Germania e la Spagna guidate da socialisti. Del resto, appena diventato presidente del Consiglio Craxi disse chiaramente alla Fiera del levante del 1983 che “l’Italia, immersa nel Mediterraneo, sente profondamente l’impulso naturale che la spinge a collegarsi con i popoli e i Paesi della regione mediterranea”. In pratica, stringendo stretti rapporti tra i paesi rivieraschi del Mediterraneo, l’Italia avrebbe creato un contrappeso ai paesi del nord Europa ed ai loro interessi.

Insomma sta dicendo che il partito socialista di Craxi aveva una visione larga?

Ti dirò una cosa. Un tempo il sindacato era molto importante, veniva chiamato a Davos, il Fondo Monetario Internazionale veniva ad consultarci, poi andavamo sempre ai meeting a Cernobbio. Mi ricordo che capitai vicino ad Agnelli quando Craxi era stato da poco nominato presidente dal Consiglio. Il presidente della Fiat mi disse: “Craxi è come me, lui sa come si chiama il ministro degli Esteri del Guatemala perché ha una visione mondiale, e magari non sa come si chiama il segretario di questo o di quel partito in Europa”. Anche Agnelli era uno che aveva sempre una visione, pensava in grande.

Adesso quello che fa politica estera mediterranea, e non solo, è il sultano Erdogan. È stato indebolito dalla sconfitta alle amministrative ma comunque oggi la Turchia gioca con gli americani e con la Nato visto l’acquisto del sistema antimissile russo S-400 nonostante le forti proteste americane, poi ha fatto anche un’altra operazione sostenendo al-Serraj in Libia dove la Turchia ha un’influenza molto forte. Lui è un grande giocatore, uno che ha una visione a tutto campo della politica estera, mentre purtroppo l’Italia vive in un momento di difficoltà.

Ho ferma una convinzione. Certo sono pensieri individuali che possono anche essere sollecitati dagli eventi. Oggi gli interlocutori sono cambiati, la storia va completata. È necessario farla su Craxi, sul suo ruolo, sui suoi errori, sulle sue intuizioni, sulle sue proposte, sulle sue idee.

Oggi invece il discorso su Craxi, sul suo ruolo, non è un discorso esaurito. La storia ha una sua coscienza. I conti non tornano. Oggi è possibile riaprire una valutazione serena e veritiera. Ci sono stati errori, come sempre, si sono perse le occasioni. Ma non si può buttare il bambino con l’acqua sporca. Anzi facendo peggio: buttare il bambino e conservare l’acqua sporca. Altra cosa: il fatto che oggi mi preoccupa è che la sinistra ha paura del futuro.

L’evoluzione tecnologica taglia i posti di lavoro e produce jobless growth, la crescita senza creazione di posti di lavoro. Oggi con l’intelligenza artificiale siamo arrivati all’ennesima potenza, siamo in una fase nuova. Quali riflessioni le suscita questa prospettiva?

Ecco, io da vecchio socialista penso che la forza dei socialisti sia sempre stata nella loro visione. Hanno pensato in maniera diversa dagli operai inglese luddisti che avevano paura dei telai che venivano automatizzati.

Io quando leggo le riflessioni nei libri di Bruno Buozzi vedo che i socialisti hanno avuto sempre la fiducia nel futuro, il nome del loro giornale era ed è Avanti! e il progresso era fondamentale, il sole dell’avvenire. E poi ti dico una cosa della mia vita da sindacalista. Io con Bruno Trentin segretario dei metalmeccanici e poi della CGIL ho vissuto anni e anni di trattative. Lo prendevo sempre in giro perché gli dicevo: tu vieni da “Giustizia e Libertà”, da un movimento per cui la libertà era prima di ogni altra cosa, come puoi essere nel PCI?

La differenza tra comunisti e socialisti è per me una differenza straordinaria, i comunisti hanno la falce e il martello simbolo forte perché rappresenta l’unità dei contadini con gli operai, i socialisti hanno aggiunto il libro perché la conoscenza, la cultura, il sapere, è fondamentale. Dicevo a Trentin: Bruno Buozzi sosteneva che per resistere un minuto più del “padrone” bisognava conoscere almeno un libro in più del padrone.

Oggi invece?

Oggi constato che tutti hanno paura. Bisogna reagire. Occorre reimpadronirsi della conoscenza e del sapere. Occorre investire sul sapere dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. I dati della Banca d’Italia, dell’Ocse, dell’Istat denunciano che sono sempre di più i laureati e i diplomati italiani che vanno all’estero. Non puoi pensare che il problema dell’Italia è solo il salario minimo!

 

Gianluca Ruotolo – Avvocato, collaboratore

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