Verso le europee / Valbruzzi: superare prima la debolezza politica dell’UE, poi riformare l’assetto istituzionale

L’intervista al politologo e docente di Scienza politica all’Università di Napoli Federico II Marco Valbruzzi, sull’odierno assetto istituzionale europeo, i suoi problemi attuali e le possibili riforme da realizzare. Sull’atteggiamento della Meloni: ha mostrato finora grande duttilità, ma dopo giugno i nodi verranno al pettine e dovrà fare delle scelte

Francesco Spartà

Verso le europee: il dilemma di “re Giorgia” e l’assedio a Schlein

É un Paese più civile quello in cui non ci si candida per mandati che si sa già di non poter onorare, non ci si candida in circoscrizioni multiple, non ci si candida quando si hanno già onerosi impegni incompatibili con la campagna elettorale? Indubbiamente sì. Ma non è detto che sia un Paese reale. […]

Verso le elezioni / Europa. La lunga vigilia

Il voto del prossimo giugno ha dentro molto di più: il destino stesso di un’Europa ferita da attacchi esterni e da fratture interne, avvelenata da un ideologismo nazional-populista, che, per quanto meno impattante rispetto a qualche anno fa, continua ad essere pericoloso, impastandosi con l’unico punto di convergenza tra i sovranisti americani alla Trump, e quelli asiatici come Putin e Xi: il ridimensionamento dell’incomodo europeo sulla scena mondiale. Per l’Italia occorrerebbe ritrovare un idem sentire per difendere gli interessi nazionali concretamente e partecipare alla costruzione della nuova Europa da protagonista, ricordando che da vent’anni non ci viene riconosciuta la carica del Presidente della Commissione-l’ultimo è stato Prodi- e che dalla riforma del 2009 non abbiamo mai avuto il Presidente del Consiglio europeo. Avrebbe senso, forse, ritrovarsi tutti su una candidatura di caratura e reputazione internazionale come Mario Draghi. Occorre, dunque, scrivere una seria agenda italiana per il futuro dell’UE.

Pino Pisicchio

Verso le elezioni/ Un consiglio (disinteressato) per Elly schlein

In un periodo in cui contano solo le leadership e solo queste hanno sempre contato, è ben curioso sostenere che i leader non si devono sottoporre al giudizio del voto. Il sale di tutto sta nella sfida. Inevitabili le conseguenze. Per la Schlein e per il Pd scommessa ad alto rischio ma anche una possibile opportunità.

Luigi Nanni

Verso le elezioni/ Le sfide dell’integrazione europea dopo la globalizzazione. Il problema della sovranità e i populismi

Prosegue i dibattito sull’Europa e il suo futuro, in vista delle elezioni di Giugno. Pubblichiamo oggi un intervento del professor Gaetano Quagliariello, già senatore, dal 2013 al 2014 ministro delle Riforme istituzionali, dal 2003 presidente della Fondazione Magna Carta, fondata con Marcello Pera: “un luogo di formazione e ricerca di ispirazione liberale schierato senza soggezioni culturali e prudenze con il centro-destra”

Gaetano Quagliarello

Sandro Gozi: Attal riprende e mantiene il dna del macronismo

Intervista sul nuovo primo ministro francese. Non vogliamo, e non la faremo, una alleanza in Europa tra Renew e Ppe e Conservatori. Si potrebbe lavorare a una Lista Renew Italia, c’è interesse di Italia Viva e di + Europa ma una chiusura di Calenda. Draghi al Consiglio europeo? Se deciderà di dare la sua disponibilità, avrà il mio forte sostegno e quello di tanti altri

Federica Fantozzi

“L’ora che stiamo vivendo non consente indugi”

Diamo inizio, con questo dotto e analitico articolo d’ inquadramento, firmato dai Pietro Di Muccio de Quattro, a una serie di articoli e interviste sull’Europa, in vista delle elezioni che si terranno quest’anno. Sull’Europa sognata dai grandi europeisti, sull’Europa attuale, sulle sue criticità, sulle riforme necessarie, sulle nuove prospettive e sui nuovi orizzonti, in termini di ruolo più attivo nel contesto geopolitico mondiale

P. Di Muccio de Quattro

Milei e l’Anarco-capitalismo

Lo hanno definito populista, di estrema destra, vicino a Trump e Bolsonaro (entrambi, insieme ad Elon Musk, si sono congratulati con lui dopo la vittoria), ma Javier Milei, l’economista noto per il suo stile esuberante ed eccentrico, leader del movimento La Libertad Avanza ed eletto domenica nuovo Presidente dell’Argentina con il 56% dei voti sconfiggendo il peronista Massa, promette una “rivoluzione liberale”, annuncia la volontà di voler chiudere la Banca centrale e soprattutto si definisce anarco-capitalista. Ma in cosa consiste questa filosofia politica e soprattutto quali conseguenze economiche e sociali può determinare?

Francesco Spartà