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Welfare

Salute e sicurezza, intervista a Giuseppe Mulazzi Direttore Fondazione Rubes Triva

La salvaguardia della dignità e la tutela della salute psicofisica della persona che lavora sono stati i temi principali della Terza edizione del Festival Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro svoltasi, dal 12 al 14 giugno, presso il Palazzo Ducale di Pesaro, Capitale della cultura 2024. L’evento, promosso dalla Fondazione Rubes Triva e dall’Osservatorio Olympus dell’Università di Urbino Carlo Bo, è stato patrocinato dal Parlamento europeo, dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero della Cultura ed ha visto la partecipazione di oltre 50 relatori dal mondo del lavoro, dell’accademia e della ricerca, insieme all’intervento di autorevoli rappresentanti delle istituzioni come, tra gli altri, del Commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit e del sostegno del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Direttore Mulazzi, la Fondazione Rubes Triva è in prima linea per la promozione di un approccio etico al mondo del lavoro, un approccio che tuteli la salute e il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici. In che modo la Fondazione promuove questa visione e cerca di sensibilizzare gli addetti ai lavori? La Fondazione, in qualità di ente bilaterale ed organismo paritetico nazionale, svolge compiti di formazione dei lavoratori e, altresì, si adopera per informare ed assistere le imprese per la realizzazione di modelli organizzativi efficaci ed efficienti al fine di garantire la salute, la sicurezza ed il benessere dei lavoratori. Tra le molte iniziative della Fondazione, durante la Terza edizione del Festival Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro avete presentato la Carta di Urbino, un decalogo di principi a tutela della persona che lavora. La Carta di Urbino raccoglie dei principi che sono presenti in documenti ben più importanti della nostra Carta, come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e, chiaramente,

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Politica

Riccardo Magi (+Europa): il no del Veneto alla legge sul fine vita è stata un’occasione persa. Sia per la politica sia per il Paese. La società è più avanti dei partiti

“É stata un’occasione persa per la politica e per il Paese. Ma la partita non è chiusa, ricorreremo ad ogni strumento democratico per affermare la libertà di autodeterminazione dei cittadini”. Riccardo Magi, deputato, segretario di +Europa, ex segretario dei Radicali, analizza con Bee Magazine la bocciatura in Veneto della legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito che ha spaccato la Lega e il centrodestra: “La società è più avanti dei partiti”. Ringrazia il governatore veneto Zaia, che molto si è speso a favore, ma avvisa: “La Lega di Salvini è un partito di destra reazionaria, non credo cambierà”. E sul Pd dice: “Nonostante gli sforzi di Elly Schlein, è un partito intrinsecamente conservatore su molte questioni”.       Per un solo voto la legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito in Veneto non ha raggiunto il quorum in consiglio regionale. Il governatore Zaia, che si era speso molto, ha chiarito che la legge non avrebbe cambiato il contesto – disciplinato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2019 – ma solo regolato tempistiche e modalità di accesso al fine vita. E ha definito “immorale” che una materia così delicata continui essere disciplinata dai giudici e “ipocrita” chi fa finta di non vedere la situazione. É stata l’ennesima occasione persa per la politica? Anche se per un solo voto, è stata indubbiamente l’ennesima occasione persa per la politica, ma soprattutto per il Paese, per le persone. Ed è drammatico ammettere che per noi che lavoriamo da sempre per affermare in Italia la libertà di scelta dei cittadini sul fine vita con il suicidio assistito e l’eutanasia, in Parlamento e nelle piazze, questa sconfitta non è una sorpresa. La società su questo è più che pronta, e lo ha dimostrato più volte, così come su tante altre grandi questioni sociali che riguardano

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Politica

Autonomia differenziata: “per tutti o per nessuno”. Non si possono privilegiare le regioni del nord a danno delle altre

Martedì 16 gennaio il ddl Calderoli, che contiene il testo sull’autonomia differenziata fortemente voluto dalla Lega, comincia il suo iter nell’aula del Senato dopo il via libera in Commissione Affari Costituzionali. Bee Magazine ne ha parlato con Corrado Edoardo Mollica, avvocato tributarista, già componente dell’Osservatorio sul federalismo fiscale dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, autore del saggio “Il sacco del Sud d’Itala” (Calabria Letteraria Editrice).

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Economia

La ristorazione aziendale è un capitolo essenziale dei piani di welfare Da sempre. Oggi sempre più importante per la ricerca del benessere delle persone

Il welfare è servito! La ristorazione aziendale tra nutrizione, sostenibilità e innovazione firmato da Marco Barbieri e Lucia Medri, edito da Edizioni dEste, è il secondo e-book della collana Newelfare Aziendale che nasce dal presidio informativo acceso sul settore del welfare integrativo da oltre due anni, dalla testata online wewelfare.it, fondata e diretta da Marco Barbieri. Dopo il primo titolo dedicato a Il benessere psicologico arriva il nuovo ebook, disponibile sulle principali piattaforme (da Amazon a Ibs) con download promozionale gratuito.         OLTRE LA MENSA. Il nuovo prodotto editoriale fotografa un mercato fatto di tradizione e di innovazione, di mense e di ristorazione, di chef che diventano manager e di pausa pranzo che cambia dopo il Covid (e lo smart working). Con tutta l’attenzione italiana al cibo, anche se consumato in azienda, il racconto dell’e-book consente di fare un approfondimento legato alle nuove abitudini alimentari, alle esigenze di personalizzazione, alle nuove modalità di conservazione, confezionamento e di distribuzione dei piatti. UNA CRISI TRA COVID E SMART WORKING  Dopo il Covid (e lo smart working) il comparto della ristorazione collettiva ha avuto un crollo del fatturato. Una crisi che ricade su un mondo la cui dimensione riguarda – secondo i dati Oricon 2022 – 1.500 aziende, che eroga circa 760 milioni di pasti annui, con circa 92.000 occupati, la maggior parte donne con un’età media superiore ai 50 anni e con un contratto a tempo indeterminato. Fragilità fiaccata da ulteriori impatti negativi derivanti dal caro energia: la spesa per l’energia elettrica delle aziende del settore è passata da 25,442 milioni di euro nel 2020 a 245,525 milioni nel 2022, con un aumento di 220 milioni di euro. Per il gas, invece, la forbice si allarga ulteriormente: da 9,360 milioni di euro nel 2020 a 134,975 milioni nel 2022,

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Politica

Ddl Concorrenza, presidente ARIS: “Così proprio non va”

Il Ddl Concorrenza fa acqua da tutte le parti. Noi dell’ARIS lo ripetiamo da quando abbiamo potuto prendere visione della prima bozza. Alcune nostre regioni si sono già mosse contestando giudizialmente diversi passaggi dello stesso Ddl, ritenuti addirittura illegittimi costituzionalmente poiché rischierebbero, tra l’altro, di ledere addirittura il diritto dei cittadini alla salute. Per non parlare poi dell’evidente disparità di trattamento tra strutture pubbliche e strutture private. Ancora una volta la legge istitutiva del SSN viene ignorata da chi governa il Paese: le nostre strutture convenzionate e no profit, sono state riconosciute dalla legge parte integrante del SSN, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Dunque una legge ha stabilito che devono essere poste sullo stesso piano di quelle pubbliche. L’attuale formulazione del Ddl Concorrenza sembra ignorarlo completamente. Per questo accogliamo con favore le reazioni in Parlamento alle nostre preoccupazioni sul Ddl Concorrenza e siamo riconoscenti a quanti hanno rilevato le storture, alcune anticostituzionali, contenute nel suddetto provvedimento, rivolgendo un’interpellanza urgente, con primo firmatario il deputato Luciano Ciocchetti (FDI), a proposito proprio degli accordi contrattuali delle strutture private sanitarie con il SSN. I meccanismi concorrenziali proposti nel testo avranno ricadute proprio sui cittadini i quali vedono messo in forse il loro diritto a curarsi, costituzionalmente garantito – lo ricordiamo – non solo dove vogliono loro ma anche con la dovuta continuità che la terapia richiede. Un diritto questo messo in forse laddove la sperequazione del trattamento tra pubblico e privato convenzionato mette quest’ultimo nelle condizioni di non poter assicurare proprio la continuità della cura, perché non può più essere certo della sostenibilità della sua stessa operatività. Tutto questo  si sarebbe potuto evitare, come tra l’altro sottolineano i firmatari dell’interpellanza, se solo si avesse avuto la felice intuizione di consultare Associazioni come la nostra, che offre al SSN oltre 40mila

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