Salute, le guerriere della lotta al cancro

Intervista a Isabella Palopoli, consigliera dell’associazione ALTo, che si batte per chiedere maggiore attenzione e fondi per la ricerca e la cura di un tumore (quello ovarico) che colpisce ogni anno in Italia migliaia di donne.

In occasione della manifestazione svoltasi a Roma, in Piazza Santi Apostoli, lo scorso 21 marzo, abbiamo intervistato Isabella Palopoli, consigliera dell’associazione Alto Lotta al tumore ovarico che ha organizzato l’evento.

 

Dottoressa Isabella Palopoli, cosa è ALTo Lotta al Tumore Ovarico?  


Chi siamo – ALTo lotta al tumore ovaricoAlto Lotta Tumore Ovarico è un’associazione fondata a marzo del 2023, dall’idea di un gruppo di pazienti (tutte affette dalla forma più comune di carcinoma ovarico, sieroso di alto grado) di poter e voler far qualcosa per contrastare questa patologia mirando a ridurne la mortalità tramite il sostegno alla ricerca scientifica e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti di un tumore che ha opzioni terapeutiche limitate e grande necessità di nuovi farmaci.

 Ma cosa è il cancro ovarico, di cui poco si parla?

Il cancro ovarico è il quarto tumore ginecologico più comune con oltre 300.000 casi diagnosticati ogni anno in tutto il mondo, in Italia vengono diagnosticati circa 5300 nuovi casi a fronte di 3.600 decessi.

Quanti tipi di tumore ovarico esistono?

Sino a poco tempo fa veniva considerato come se fosse una sola malattia, oggi grazie agli studi si è capito che questo tumore è una famiglia di tumori, (istotipi differenti), in cui ogni forma si caratterizza con differenze importanti per quanto riguarda l’aggressività, fattori di rischio, diffusione e risposta ai trattamenti chemioterapici e prognosi.

Oltre il 90% dei tumori ovarici originano dalle cellule epiteliali dell’ovaio o dai tessuti circostanti come quelli delle tube di falloppio o del peritoneo, e nella maggior parte dei casi viene diagnosticato solo in stadi avanzati della malattia, con una prognosi sfavorevole per le pazienti; questo tipo di cancro è quindi una delle cause più comune di morte correlata al cancro nelle donne. E la forma più aggressiva e comune è il carcinoma sieroso di alto grado, generalmente nasce già metastatico.

Come mai spesso viene scoperto in ritardo? 

I sintomi del tumore ovarico sono vaghi e aspecifici (minzione frequente, dolore e gonfiore addominale, senso precoce di sazietà, difficoltà a digerire, anche dopo aver consumato un pasto leggero) e sono comuni ad altre patologie meno gravi, come la colite e il colon irritabile, ritardando anche di mesi (considerando anche i tempi biblici per le prenotazioni degli esami) la diagnosi di tumore ovarico.

Come se non bastasse, per questa patologia attualmente non esiste un valido test di screening, la classica ecografia ginecologica spesso non basta per diagnosticare il tumore ovarico. Io ne sono l’esempio: ero incinta, 9 mesi di controlli ecografici e ginecologici che non hanno mai destato nessun sospetto, durante il taglio cesareo programmato ho scoperto la presenza di multiple masse sospette, fino a quando non è arrivata la diagnosi, “carcinoma ovarico Sieroso di Alto grado stadio 3c”.

La diagnosi tardiva però non è l’unica causa per cui il tumore ovarico si scopre quasi sempre in stadio avanzato, perché il carcinoma ovarico sieroso di alto grado generalmente nasce già metastatico e quando sono presenti i sintomi in addome purtroppo il tumore ha già invaso l’addome.

Quali sono le percentuali di sopravvivenza? 

Purtroppo ancora adesso sono basse, da qualche anno grazie alla messa a disposizione dei Parp inibitori, la percentuale di sopravvivenza ai cinque anni è un pochino aumentata passando da circa il 26% ad un 40% scarso, queste percentuali si riducono drasticamente ai dieci anni, dove si conta una sopravvivenza stimata solo del circa 15%. In termini di numeri, in Italia si contano circa 3600 decessi annui, questi sono numeri spaventosi considerando il fatto, come ho detto prima, che ogni anno ci sono circa 5300 nuove diagnosi di carcinoma ovarico.

Qual è il protocollo terapeutico per il carcinoma ovarico?

Da tantissimi anni la terapia standard per il tumore ovarico è la chemioterapia a base di platino e taxani, somministrata nella maggior parte dei casi ogni 3 settimane. Questo percorso di terapia endovenosa in molti casi si accompagna a trattamento chirurgico di citoriduzione (chirurgia di debulking) con lo scopo di asportare tutta la malattia macroscopicamente visibile, questa chirurgia nella stragrande maggioranza dei casi è demolitiva, si vanno a rimuovere organi importanti per la salute e il benessere della donna, utero e ovaie sono le prime ad essere asportate, con conseguente scombussolamento ormonale e tutti i disturbi legati al caso.

Esiste una terapia di mantenimento?

Da circa cinque anni sono stati introdotti i Parp inibitori, che hanno dato uno spiraglio di luce alle pazienti aumentando le percentuali di sopravvivenza. Queste terapie sono dette di mantenimento perché incrementano l’intervallo di tempo libero da malattia e in alcuni casi impediscono che si sviluppi una recidiva di malattia.

Dopo aver percorso la strada della chemioterapia, chirurgia e terapia di mantenimento, una paziente può ritenersi al sicuro?

Purtroppo no, il carcinoma ovarico, quando diagnosticato in fase avanzata  è famoso per l’altissima percentuale di recidiva , se vero che i Parp hanno aumentato il tasso di sopravvivenza, è  anche vero che purtroppo  ci sono ancora le recidive (date  dalla presenza di cellule quiescenti, dormienti,  che un brutto giorno decidono “di risvegliarsi” e replicarsi;  a questo punto di malattia si ripropone la terapia standard ma spesso  il tumore ovarico ha la capacità di sviluppare meccanismi di resistenza per difendersi dalle  terapie attualmente approvate.

Quando il tumore sviluppa resistenza alla terapia standard e/o alla terapia di mantenimento, le opzioni terapeutiche funzionanti sono finite e resta ben poco da sperare.

Qual è la mission del vostro ente?

Noi chiediamo più attenzione e più fondi da destinare alla ricerca mirata sul carcinoma ovarico, le donazioni ricevute dai nostri sostenitori andranno destinate a progetti promettenti per la cura del tumore ovarico.

Abbiamo in progetto molte attività, due prossimi progetti importantissimi sono stati messi a punto. Uno è la manifestazione umanitaria del 21 marzo a Roma, ideata per dare un volto e voce a questa patologia, con lo scopo di richiedere al mondo della politica fondi da destinare alla ricerca mirata sul tumore ovarico, mettendo in luce la criticità più grande che accompagna questo tumore, ossia la mancanza di opzioni terapeutiche a disposizione per curare le numerose recidive del carcinoma ovarico.

Un altro progetto sarà realizzato nel mese di Giugno 2024, esattamente sabato 15 giugno a Paestum, dove organizzeremo un secondo convegno sul tumore ovarico (il primo lo abbiamo organizzato e tenuto il 16/12/2023 presso la sede della “brigata Sassari” nella città di Sassari) dal titolo “Il sogno di Irene vive in ALTo” (titolo dedicato alla nostra giovanissima Irene, socia fondatrice,  purtroppo venuta a mancare ad Agosto 2023 per questo male). A tale evento saranno presenti, e discuteranno del tema, molti illustri medici, facenti parte del nostro comitato scientifico (potete trovare i loro nomi sul nostro sito internet).

ALTo è stata ideata soprattutto per sottolineare il diritto alla cura di tutte le donne affette da carcinoma ovarico, diritto sacrosanto di cui ogni essere vivente deve godere.

Nessuna donna dev’essere lasciata indietro.

 

Francesco SpartàTeaching assistant e tutor accademico

 

 

 

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