Veneto/ legge fine vita. Tosi: una forzatura istituzionale e politica, un errore di Zaia. Sono un liberale, e non sono di per sé contrario al suicidio assistito. Ma serve equilibrio

Intervista all’on. Flavio Tosi, di Forza Italia, già sindaco di Verona, già assessore regionale alla Sanità ed europarlamentare

Come giudica l’iniziativa del Consiglio regionale del Veneto sulla legge regionale di iniziativa popolare sul Fine vita?

Una forzatura istituzionale e politica, in primis sul piano del metodo. Un tema come il suicidio medicalmente assistito, complesso sul piano giuridico, che tocca corde psicologiche delicatissime per chi soffre e i loro familiari e che riguarda nel profondo le convinzioni etiche di ognuno di noi, non andava certo portato in aula con l’ovvia conseguenza di politicizzarlo e trasformarlo in una sorta di corrida. La sua sonora bocciatura è il sigillo a questo errore di Zaia“.

 

 

 

Lei è sempre stato contrario al suicidio medicalmente assistito. Non crede che in casi estremi possa essere una soluzione per alleviare la persona malata da sofferenze fisiche?

Sono un liberale e non sono di per sé contrario. Credo tuttavia che serva equilibrio, considerando che oggi le cure palliative accompagnano il malato al trapasso evitandogli altre sofferenze inutili.   Ricordo altresì che questa procedura sanitaria – in determinate condizioni di sofferenza accertate dai comitati etici delle aziende ospedaliere – è già garantita da una sentenza della Corte Costituzionale; ci sono stati casi anche in Veneto. La nostra contrarietà alla proposta di legge regionale nasce da una questione di metodo: il tema è di competenza nazionale, del Parlamento. Se ogni Regione decidesse per sé su modalità e tempi del ‘fine vita’ si genererebbero le ‘migrazioni delle sofferenza’ da una parte all’altra del Paese, un fenomeno eticamente mostruoso”.

Quale è la posizione ufficiale di Forza Italia sulla questione?

Ribadiamo: a nostro avviso la questione deve essere affrontata dal Parlamento, che è chiamato a scrivere e approvare una norma equilibrata fondata sui dettami della Corte Costituzionale, una che garantisca uniformità in tutto il Paese sui tempi di somministrazione del farmaco e che da un lato garantisca l’assenza di accanimento terapeutico, ma dall’altro tenga conto delle cure palliative”.

Secondo lei, l’iniziativa dell’associazione Coscioni ha un altro obiettivo magari più politico? C’è chi interpreta la bocciatura avvenuta ieri come un segnale, un avvertimento a Zaia anche interno al centrodestra.

Il leader dell’associazione Coscioni è Marco Cappato, figura di spicco dei radicali italiani, l’iniziativa ha chiaramente dei connotati politici. La stessa associazione Coscioni, sul piano mediatico, ha politicizzato il dibattito schiacciandolo sull’essere pro o contro l’eutanasia. Zaia? Forse involontariamente è stato condizionato da questa politicizzazione ed è caduto nella trappola di Cappato. Forza Italia e Fdi si sono dimostrate coerenti e granitiche nel votare no, ma anche una parte consistente della Lega (tra cui esponenti di spicco come il presidente e il vicepresidente del Consiglio regionale) ha mostrato coerenza unendosi alle nostre posizioni. Un dato politico, questo, importante e particolarmente apprezzabile perché la Lega, oggettivamente, non era in una situazione semplice dato che Zaia era a favore della legge”.

 

 

Simone MassaccesiRedattore

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