
Avvisi di garanzia, dimissioni, ministri. La moglie di Cesare? Non abita più qui
Brevi note, anche storiche, sulla fenomenologia delle dimissioni nel mondo politico italiano. Con esempi anche sorprendenti e casi paradossali
Brevi note, anche storiche, sulla fenomenologia delle dimissioni nel mondo politico italiano. Con esempi anche sorprendenti e casi paradossali
Gli americani liberarono l’Italia dal giogo nazifascista, e questo chi lo può negare? ma poi si … “affezionarono” così tanto – complice anche la divisione del mondo in due blocchi – che desiderarono diventare di fatto (se non di …diritto per meriti acquisiti) i “tutori”, i Lord protettori di un Paese spesso sul filo di, o a rischio di, una specie di “sovranità limitata” (il caso di Sigonella, ottobre 1985, fu una pietra nello stagno di questa radicata tendenza). L’Italia, con liberi Trattati, sottoscritti dai governi e ratificati dal Parlamento, diventò parte dell’Alleanza atlantica, del mondo occidentale, in un mondo diviso in zone di influenza secondo l’accordo di Jalta del febbraio 1945, quando la guerra non era ancora finita ma poco mancava alla vittoria. Ma c’era chi pensava di testa sua a prefigurare per l’Italia un ruolo dimidiato. Non siamo certo a una versione aggiornata e contemporanea della formula di Metternich (Italia espressione geografica) ma a qualcosa che un po’ le somigliava. Stiamo esagerando? Vediamo cosa aveva in mente Winston Churchill. Il premier britannico, che alla Conferenza di Jalta c’era con Roosevelt e Stalin, aveva per l’Italia una idea di libertà economica ridotta. Il nostro Paese, a vocazione naturalmente e storicamente mediterranea, guastava la festa e i piani all’Impero britannico che voleva nel Mare Nostrum, e non solo lì, le mani libere. Il disegno di questo futuro “minore” perché era stato pensato per l’Italia e non anche per la Francia? Eppure anche il Paese d’Oltralpe era stato salvato dall’intervento americano, con lo sbarco in Normandia. Evidentemente la Francia aveva altri “titoli” agli occhi del premier col sigaro, che mai avrebbe osato sfidare il generale De Gaulle. Dall’altra parte, pensando agli Usa, rappresentati a Jalta da Roosevelt, i governi italiani fin dal dopoguerra hanno guardato agli Stati Uniti come
I precedenti storici delle varie riforme, i dubbi che aveva un ministro già’ nell’Ottocento. Il prof Nistri, con la sua robusta conoscenza storica, la sua esperienza del mondo della scuola, ci inquadra il tema del latino revenant. Sia pure a piccole dosi.
Ida Magli, della cui nascita il 5 gennaio è ricorso il centenario, oltre che una figura di spicco dell’antropologia culturale italiana è stata una brillante polemista
Il lento degrado intellettuale e psicologico di un professore di liceo, narrato dal punto di vista di una bidella: poche opere di narrativa hanno saputo descrivere con tanto realismo le piccole e grandi meschinità del mondo dell’istruzione
Alcune necessarie puntualizzazioni storiografiche su una figura notevole della cultura italiana, non molto nota: intellettuale indipendente, pioniere della sua disciplina al crocevia difficile del Novecento
È allarme per il calo delle iscrizioni a questo ordine di studi: perché questo è un paese in cui l’industria, l’agricoltura, l’artigianato e i servizi hanno un disperato bisogno di personale qualificato
Una riflessione analitica fatta da uno studioso della scuola, con qualche proposta interessante, di cui il governo farebbe bene a tener conto
Da più parti ampi consensi al provvedimento. Uno studioso dei problemi della scuola illustra i vantaggi della decisione ministeriale, dal punto di vista psicologico, didattico e sociale
Ha rinunciato a fare l’esame orale per i voti troppo bassi alla versione di greco. Seguita da altre due studentesse, con voti però insufficienti. Un singolare precedente nel contenzioso che riguarda l’esame di Stato
BeeMagazine è un progetto culturale ed editoriale fondato da The Skill Group nel 2021 e animato da un gruppo di giovani, con l’inserimento di alcuni professionisti di lungo corso Continua a leggere
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