Cultura

Intelligenza artificiale: prospettive e rischi nell’era digitale

L’analisi di un alto magistrato, che è anche un intellettuale, delle implicazioni, sociali, culturali, umane, giudiziarie, del fenomeno dell’intelligenza artificiale. C’è la necessità di regolamentare, anche in Italia, l’uso dell’intelligenza artificiale, soprattutto con riferimento a scuole ed Università, posto che esse debbono accrescere negli studenti le capacità di discernimento critico ed offrire loro le basi per l’utilizzo in modo etico di qualsivoglia strumento tecnologico. Come l’IA entrò in un tribunale dieci anni fa nel Wisconsin e determinò la condanna di un cittadino ( caso Loomis)

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Politica

Separazione delle carriere: un inutile tormentone

Nel dibattito aperto su beemagazine sulla separazione delle carriere dopo il libro di Gaetano Bono Meglio separate è intervenuto l’avvocato Vincenzo Candido Renna. Oggi pubblichiamo un articolo di Roberto Tanisi, presidente del Tribunale di Lecce e già presidente della Corte d’Appello

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Politica

Parlamentarismo, Presidenzialismo, Premierato: conviene cambiare? Un alto magistrato fa il punto sui pro e i contro delle varie ipotesi di riforma

Ricordando Costantino Mortati: la stabilità di un governo dipende non dal comando solitario del Presidente, ma dalla stabilità del quadro politico. L’elezione diretta del premier creerebbe un sistema bicefalo e una asimmetria con l’elezione del presidente della Repubblica da parte del Parlamento. Più utile e praticabile la via della sfiducia costruttiva che garantisce la stabilità del quadro politico. Altri problemi importanti da affrontare: l’astensionismo degli elettori, una nuova legge elettorale che restituisca al popolo l’effettivo potere di scegliere i suoi rappresentanti (abolire il Rosatellum, ripristinare semmai il Mattarellam)

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Cultura

Verità e processo, verità e giustizia

Dalla domanda di Ponzio Pilato a Gesù (“che cos’è la verità?”) al monito di Hannah Arendt su “Importanti modi esistenziali di dire la verità”: ecco una profonda e documentata riflessione di un alto magistrato su uno dei problemi cruciali delle società umane in ogni tempo

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Mondo

I morti di Cutro e lo jus migrandi

Abbiamo ancora negli occhi le immagini del naufragio di Cutro, costato la vita a una ottantina di persone (settantanove i morti accertati, imprecisato il numero dei dispersi). Ennesima tragedia del mare che si sarebbe potuta evitare. Purtroppo, da anni ormai, il Mediterraneo si è trasformato in un immenso cimitero, ove, insieme ai migranti, è annegato – e continua ad annegare – ogni briciolo di umana pietà. Anche in questa occasione, infatti, abbiamo dovuto assistere ad ipocrite commemorazioni di circostanza, alle quali si sono aggiunte improvvide affermazioni circa la estrema pericolosità del viaggio, la quale avrebbe dovuto suggerire ai poveri migranti “di non partire”: quasi che la pericolosità non fosse nota e si trattasse di turisti in crociera e non, invece, di poveri cristi spinti dalla disperazione più profonda a fuggire dalla propria terra – e da persecuzioni, violenze, mancanza di libertà e di prospettive di vita – verso un miraggio chiamato Italia o Europa, divenuto, a 40 metri dalla costa, la loro tomba. Un fenomeno, quello dei migranti, col quale l’Italia e l’Occidente si confrontano da anni, almeno dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine della guerra fredda, ed al quale non è stata data ancora una soluzione appagante. Eppure le migrazioni non  sono eventi saltuari, né recenti: sono, invece, un fenomeno costante che ha attraversato la storia dell’uomo. “Compagni (davvero da tempi non siamo nuovi a sventure), / o voi, che di peggio soffriste, pure a queste un dio / porrà fine. Voi la rabbia di Scilla, sugli scogli / conosceste dal cupo rimbombo, voi delle rupi del Ciclope / aveste esperienza…” Sono versi dell’Eneide, risalenti a più di duemila anni fa, che ci ricordano una fuga, quella di Enea e dei Teucri da Troia, più di mille anni prima della nascita di Cristo, al termine di

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Politica

Dalla riforma Cartabia al caso Cospito. La sanzione penale fra pulsioni rieducative e carcere duro

L’Italia è il Paese delle quattro mafie (un vero Stato illegale dentro lo Stato), per cui allentare l’apparato sanzionatorio potrebbe rivelarsi esiziale per la sicurezza dei cittadini e delle stesse Istituzioni Sarà la Corte di Cassazione a verificare se sull’ergastolo ostativo permanga il sospetto di incostituzionalità, mentre la stessa Corte Costituzionale sarà chiamata nuovamente ad affrontare la vicenda Cospito – e ad occuparsi, sotto diverso profilo, dell’ergastolo.

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