Informazione e potere: le criticità, gli esempi dei Maestri
Il pezzo di Mario Nanni su BeeMagazine del 6 gennaio è ben più di un corsivo come viene definito nella presentazione. C’entra infatti non solo la questione della conferenza stampa della Presidente Meloni, ma una questione oggi più che mai cruciale per il Paese: quella del rapporto tra informazione e potere, dell’etica, della deontologia, della necessaria indipendenza del giornalismo e dei giornalisti. Quanto al modello della conferenza stampa Nanni ha perfettamente ragione. Essa si svolge nell’aula dei gruppi parlamentari, accanto all’aula istituzionale della Camera e davvero non si capisce perché non si segua il modello che si segue in casi per certi versi analoghi come quello del question time del Presidente del Consiglio sulla base del regolamento di Montecitorio. Almeno quel minuto di repliche che lì è consentito al Parlamentare che pone al quesito al Presidente del Consiglio dovrebbe essere infatti consentito anche in occasione della conferenza stampa promossa dall’Odg e dell’Associazione dei Giornalisti Parlamentari. Se così fosse stato, ad esempio qualche giornalista con un minimo senso dell’indipendenza e dell’orgoglio della professione avrebbe potuto fare una breve replica su certi messaggi sibillini relativi a certi poteri occulti che frenerebbero l’azione di governo evocati nelle risposte del presidente del Consiglio. Ma la mia sensazione è che purtroppo il panorama dell’informazione politica in questo Paese oscilli tra il “giornalismo sdraiato”, o “da tappetino”, verso chi incarna il potere e il giornalismo d’assalto sempre prevenuto. Anche io come Mario Nanni ascoltando la conferenza stampa ho sentito “odore di teatrino” come Silvio Berlusconi amava definire il modo di fare politica anche con il rapporto con giornalismo in questo Paese. Ma il teatrino è peggiorato, ci sono state fasi in cui magari andava in onda Pirandello o addirittura Shakespeare, ora si offrono soprattutto commediole leggere e un po’ di comodo. Nanni evoca il