Rimland, una bussola per il Mediterraneo globale: come orientarsi nella globalizzazione competitiva

L’attuale scenario di instabilità internazionale ha nuovamente aperto in Italia una riflessione “sistemica” sulla funzione geostrategica ed economico-commerciale del Mediterraneo. Ad Anagni un forum con esperti ha cercato di fare il punto
Forze palestinesi effettuano un raid contro i militanti nel campo profughi di Jenin nella Cisgiordania occupata da Israele - AP Photo/Majdi Mohammed/LaPresse

Chi riteneva che con la guerra fredda si fosse chiusa la storia ha dovuto ricredersi. I primi anni venti del nuovo millennio si stanno dimostrando anni pieni di competizione, imprevisti e frizioni politiche. In un clima di forte fermento, è necessario promuovere incontri che possano permettere di interpretare gli anni che stiamo vivendo, una bussola per superare la tempesta.

Cercando di dare risposte ai molti interrogativi del nostro tempo, si è tenuta giorni fa, presso la Sala della Ragione del Palazzo Comunale di Anagni, la prima edizione di “Rimland“, un forum di geopolitica e geoeconomia promosso dalla presidenza del consiglio comunale di Anagni e dalla testata giornalistica anagnia.com, con l’obiettivo di fornire ad addetti ai lavori ed opinione pubblica gli strumenti per leggere correttamente l’evoluzione del sistema internazionale e contribuire, così, alla formulazione di una strategia per la sicurezza nazionale.

La manifestazione prende il nome dalla teoria geopolitica di Nicholas Spkyman che, in contrapposizione all’Heartland continentale definito da uno dei padri della geopolitica Halford Mackinder, ha ipotizzato una fascia marittima che circonda e contiene il cuore dell’Eurasia.

Conflitti tra terra e mare

Partendo, dunque, dagli ancestrali conflitti tra terra e mare, il forum si è posto l’obiettivo di ragionare sulla globalizzazione competitiva, riflettendo sull’instabilità geopolitica che caratterizza il disordine mondiale contemporaneo, con un focus specifico per il nostro quadrante geografico di riferimento, ovvero il Mediterraneo allargato.

Ad aprire la discussione sul “Mediterraneo globale” sono stati gli analisti ed i ricercatori della Fondazione Med-Or, come l’onorevole Andrea Manciulli, la professoressa Anna Cossiga, il dottor Luciano Pollichieni e il dottor Federico Deiana. Essi hanno analizzato gli scenari geopolitici maggiormente collegati al Mediterraneo, dal Medio Oriente con gli sviluppi del corridoio IMEC all’Africa, fino alle evoluzioni della strategia artica.

Soldati israeliani in operazione di terra nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele - AP Photo/Sam McNeil/LaPresse
Soldati israeliani in operazione di terra nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele – AP Photo/Sam McNeil/LaPresse

Moderati dal giornalista Rai Igor Righetti, hanno partecipato al secondo panel, dedicato alla globalizzazione competitiva, alti esponenti delle Istituzioni, tra i quali il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, il Senatore Michele Barcaiuolo, il consigliere del ministro degli esteri Davide Bergami, il presidente del consiglio comunale di Anagni Davide Salvati ed esponenti dell’industria della difesa come Jacopo Recchia e Filippo Del Monte di Aviorec, e dei settori strategici dei global services e della consulenza come Eugenio Samori di Safra, Luca Visca di Euroambiente e Yuri Marchetti di Master Clean Multiservizi.

Jacopo Recchia, Ceo di Aviorec e fresco di nomina come vicepresidente dei giovani di Unindustria, ha commentato l’esito del forum: “L’attuale scenario di instabilità internazionale, ha nuovamente aperto in Italia una riflessione sistemica sulla funzione geostrategica ed economico-commerciale del Mediterraneo. Rimland è un forum che ha proprio l’obiettivo di lavorare, attraverso discussioni di alto profilo che coinvolgano istituzioni, think tank ed imprese, cioè gli attori della ‘diplomazia allargata’ del sistema paese, nella riflessione per lo sviluppo di una strategia per l’interesse nazionale”.

Mentre il Medio Oriente è in fiamme e in Ucraina non sembrano esserci ancora aperture ad una possibile tregua, per gli analisti politici europei non resta altro che ragionare sul ruolo del nostro continente in un mondo sempre più imprevedibile. In un mondo senza regole, solamente chi non si lascerà coglier impreparato potrà svolgere un ruolo di coordinamento.

Lorenzo Della CorteGiornalista

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