Toccare la Costituzione della Repubblica Italiana per fare una nuova legge elettorale, pensando di dare lunga durata al governo di turno, è una violenza alla democrazia, alla cultura giuridica, al buon senso e potrebbe portare a risultati effimeri se non anche contrari a chi l’ha voluto.
Tutte le riforme elettorali si sono ribellate a chi le ha fatte: una eterogenesi dei fini, quanto accaduto dal 1993 in poi. Nell’ intenzione del Pentapartito, che partorì il referendum Segni ed il Mattarellum, c’era il risentimento della DC che alle politiche del 1992 aveva perso 80 seggi padani perché gli elettori democristiani votarono la Lega Nord di Bossi. Ma con Tangentopoli l’elettorato si riallineò sulla cordata Bossi/Berlusconi/Buttiglione al nord e Fini/Berlusconi al centro e al sud.
Il Mattarellum doveva coniugare stabilità ed alternanza? Il primo governo Berlusconi durò otto mesi e passò le carte a Dini in una legislatura di due anni. Col Mattarellum vinse Prodi nel 1996 ma per finire il quinquennio ci vollero altri due governi : D’Alema e Amato. Berlusconi si rifece nella XIV legislatura, che, unico caso nella storia patria, ebbe lo stesso premier per ben cinque anni, ma fece un errore : pensando di eternare il suo comando, fece il Porcellum che però già alla prima applicazione, nel 2006, fece vincere Prodi con una legislatura che durò due anni, abbattuta da fuoco amico.
Col Porcellum tornò Berlusconi nel 2008 a furor di popolo, ma il colpo di spread del novembre 2011 impose Monti, senatore a vita e salvatore della finanza speculativa.
Col Porcellum vinse ancora lo schieramento cosiddetto “democratico” nel 2013 : Letta, stai sereno. Ci voleva Renzi per rasserenare l’ Italia con una farlocca riforma costituzionale che non aveva né capo né coda e con un mirabolante Rosatellum che nel 2018 diede il 33 % ai grillini : l’ esatto contrario di quanto Rosati volesse.
E con la stessa legge vinse la Meloni nel 2022.
Eterogenesi dei fini, appunto. Una costante nella legislazione elettorale di questa Repubblica. Vediamo cosa sarà con la legge elettorale per la riforma presidenziale. Intanto chiedo il copyright © sulla sua denominazione : la riforma Melonissima.
Marco Preioni – Senatore della Lega nelle legislature XI-XII-XIII, già presidente della Giunta delle Immunità parlamentari e presidente del Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa