«Rimetta – A posto – La Candela!». Ok, abbiamo rimesso a posto la candela, e ora che facciamo? Piangiamo tutte le nostre lacrime per la scomparsa di un’attrice brava, bella e adorabile? Un’attrice, Teri Garr che purtroppo ci aveva lasciato – artisticamente parlando – da un bel po’, perché nel 2002 i medici le avevano diagnosticato una sclerosi multipla che per un’interprete come lei era una condanna a morte.
Teri Garr nasceva come ballerina, e se la si osserva con attenzione nei suoi film si nota che è un’attrice “fisica”, che in lei il dinamismo va di pari passo con l’umorismo. Dopo un primo, comprensibile periodo di silenzio, Garr decise “to go public”, come si dice in America: cominciò a parlare in pubblico della sua malattia e divenne ambasciatrice nazionale della National Multiple Sclerosis Society. Nel 2006 ebbe anche la rottura di un aneurisma al cervello: rimase in coma una settimana ma recuperò tutte le funzioni, e nel 2008 fu ospite al David Letterman Show per promuovere un film.
L’apparizione, una delle sue ultime, è visibile su youtube come quasi tutte le serate dello show, a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=p6sIdHX1Wt4. Teri Garr cammina un po’ a fatica ma per il resto appare in buona forma; Letterman la accompagna alla sua poltrona e le dice che adesso racconteranno gli ultimi anni della sua vita; Garr: «Oh, sì, è una storia divertente. Ormai da molti anni so di avere la MS, sì, la chiamano MS così fa meno paura [la sigla sta per “multiple sclerosis” in inglese, ndr] e un anno e mezzo fa, all’improvviso, ho avuto un aneurisma al cervello». Letterman chiede: «Ma quello non c’entra nulla con la sclerosi?», e lei risponde: «No, non sono correlati. Sono una donna fortunata, non mi faccio mancare nulla».
In fondo è vero. Teri Garr non si è fatta mancare nulla. Le è mancato l’Oscar, peggio per l’Oscar. È stata candidata come attrice non protagonista per Tootsie (vinse la sua compagna di film, Jessica Lange), ma tutti sappiamo che sia lei sia Marty Feldman l’avrebbero meritato per Frankenstein Junior, e non furono nemmeno candidati. Quando è uscita la notizia della morte di Teri Garr tutti hanno pensato immediatamente alla Inga di Frankenstein Junior.
Effettivamente lei, Feldman, Cloris Leachman (la mitica Frau Blucher) e Madeline Kahn si spartivano le migliori battute di quel film, e Garr aveva la più adorabilmente volgare quando Gene Wilder le spiegava che il mostro sarebbe stato fabbricato con parti di cadavere gigantesche: «Ah, allora avrà anche grosso Schwanzstuck». Siamo partiti da quello che per noi è forse il momento più esilarante del film, la gag della candela, ma ricordiamo che Teri/Inga fa “partire” un’altra battuta immortale, quando a bordo del carretto mormora “lupo ulula!”, e Feldman/Igor ribatte “lupo ululà, castello ululì”.
Sarà sempre bene ribadire che questo strepitoso nonsense è merito dell’adattamento italiano dovuto al lavoro congiunto di Roberto De Leonardis, Mario Maldesi e Oreste Lionello, e le due battute le abbiamo sempre sentite pronunciare, rispettivamente, da Livia Giampalmo e da Gianni Bonagura. In originale Teri Garr sente l’ululato, dice “werewolf” (lupo mannaro) e Marty Feldman, giocando sulla pronuncia di “were”, risponde “where wolf, there castle”. Alla lettera “dove lupo, là castello”, ma era un gioco di parole intraducibile: gli adattatori si sono inventati una soluzione formidabile.
Come spesso succede, il ruolo di Inga arrivò a Garr quasi per caso. In realtà lei aveva fatto il provino per il ruolo di Elizabeth, la fidanzata di Frankenstein; e Madeline Kahn avrebbe dovuto interpretare Inga. All’ultimo momento Kahn, che era già un membro della “Mel Brooks Company” avendo interpretato Mezzogiorno e mezzo di fuoco, cambiò idea e si prese Elizabeth – altro ruolo spassoso.
Brooks, che aveva scartato Teri Garr, ebbe la faccia tosta di richiamarla e di dirle che se poteva ritornare il giorno dopo parlando con un accento tedesco, il ruolo di Inga era suo. Pare che Garr gli abbia risposto: «Vell, yes, I could do zee German ackzent tomorrow, I could come back zis afternoon», e che Brooks le abbia dato la parte sui due piedi. Garr ha sempre raccontato che per improvvisare un accento crucco si era ispirata alla parrucchiera di Cher, con la quale aveva lavorato nello show The Sonny and Cher Comedy Hour.
Il link con Sonny & Cher ci permette di ricordare finalmente che Teri Garr non ha fatto solo Tootsie e Frankenstein Junior. Ha lavorato due volte con Coppola, in La conversazione e in Un sogno lungo un giorno: nel secondo era protagonista e poteva scatenarsi nella sua passione, la danza. È apparsa in Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg e in Fuori orario di Scorsese. Ha avuto una lunghissima carriera televisiva ed è stata la mamma di Lisa Kudrow – che un po’ le somiglia – nella celeberrima sit-com Friends. Probabilmente il pubblico americano la ricorda più per il suo lavoro in tv che per i film. Ma vale la pena di ricordare alcune curiosità che renderanno la sua carriera ancora più interessante.
- Era figlia di un attore comico e di una costumista, il padre morì quando aveva solo 11 anni. La sua prima passione è stata la danza e appare come ballerina di fila in nove film (nove!) con Elvis Presley, incluso il più famoso di tutti, Viva Las Vegas.
- Ha studiato recitazione con Lee Strasberg, il fondatore dell’Actors Studio.
- Ha fatto un provino per una “ripresa” di West Side Story e in quell’occasione ha conosciuto David Winters, un grande coreografo che è stato suo amico, maestro e mentore.
- La sua prima apparizione cinematografica fu in Head, il leggendario – e forse famigerato, bisognerebbe rivederlo – film di Bob Rafelson sui Monkees, la falsa rock-band che fu lanciata come la risposta americana ai Beatles.
- È stata moltissime volte ospite sia di David Letterman, sia di Johnny Carson. Il suo vivacissimo umorismo e la sua capacità di improvvisare la rendevano perfetta per i talk-show. Con lei non ci si annoiava mai.
- Nel 1988 è stata arrestata. Ha sfondato gli sbarramenti di una base militare a Mercury, Nevada, durante una manifestazione contro l’uso di armi nucleari in quell’area.
Teri Garr era una donna intelligente e un’attrice di talento, spiritosa, molto sexy. Il pensiero che Jessica Lange – attrice che adoriamo, sia chiaro – le abbia fregato l’Oscar per Tootsie è lievemente fastidioso. Lange era una diva, oltre che una bravissima attrice; Garr era un’attrice. Erano entrambe bionde e belle, forse Lange di più, e comunque la trama prevedeva che Dustin Hoffman mollasse una per innamorarsi dell’altra. Ma è una buona ragione per dare l’Oscar alla più fortunata (nel film)? Evidentemente, nelle logiche di Hollywood, sì. Al diavolo Hollywood. Rimettiamo di nuovo a posto la candela.
Alberto Crespi – Giornalista e critico cinematografico