Se l’anti-Giorgia ha la camicia bianca di Pedro Sanchez

Lo sanno i vecchi naviganti che per arrivare dall’Italia a Barcellona tocca attraversare le Bocche di Bonifacio: le acque che dividono la Sardegna dalla Corsica, e per la pericolosità delle correnti anche l’Italia dalla Spagna.

Una divisione che ormai ha un volto: quello di Pedro Sanchez, socialista in camicia bianca, ormai non più (o non solo) il progressista gentile del partito “obrero” spagnolo: ma l’alternativa inconciliabile dal punto di vista politico  con l’altra grande novità: quella che vede sedere a Palazzo Chigi per la prima volta una donna intelligente e determinata, Giorgia Meloni.

In questa sfida tutta mediterranea- dove il genere è il dato che conta meno -non c’è alternativa possibile: il socialismo contro il sovranismo, il mondo contro la patria, Madrid contro Roma.

La frattura – un muro che per una volta può fare anche a meno di Berlino – non attraversa solo il salario, che Sanchez desidera disciplinato dalla giustizia visibile dello Stato e Meloni invece auspica regolato dalla mano invisibile del mercato. È questione di chimica, anzi di energia: al mito della centrale nucleare – carezzato da una certa destra tricolore -, la Spagna oppone il corridoio di idrogeno verde, piazzato giù nel mare a collegare Olanda e penisola iberica.

Utopia contro realismo o forse futuro contro passato: fatto sta i chilometri di mare che separano l’Africa dall’Europa e anche la vita dalla morte, per l’una sono una fortezza da proteggere come il Pireo di Temistocle, per l’altro un ponte verso un continente libero e solidale.

Lo spettro iberico, che inizia ad aleggiare sull’Europa, non sarà il comunismo: certo è che sfugge alla morsa di Trump e alle suggestioni di Macron. Non sogna il protezionismo ma neanche il liberismo e ritiene – in direzione ostinata e contraria – che la povertà non sia affatto un colpa e la competizione non possa sostituire il Vangelo.

Anziché parlare di umiliazione a scuola, moltiplica le borse di studio e non ama accostare la parola divano al dramma della disoccupazione involontaria. Fugge dal clericalismo per abbracciare il cristianesimo e propone a questo mondo diviso e sperso tra le autocrazie feroci e le plutocrazie arroganti che forse esiste una via di uscita per chi la voglia percorrere: in fondo a sinistra.

 

Andrea PersiliGiornalista

 

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