Fontana: alla Puglia serve un grande piano di rilancio

Viaggio tra le istituzioni territoriali del Paese #6. "È proprio dal lavoro che la Puglia può ripartire e dalla valorizzazione del capitale umano e delle sue elevate professionalità". "La sfida è quella di portare a sistema il rilancio degli investimenti pubblici e privati attraverso il Piano europeo".

Politica

Con l’intervista al presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana, BeeMagazine prosegue il giro di interviste a presidenti di Regione e a sindaci delle principali città italiane. Per registrare le idee, le proposte, i motivi di orgoglio e di preoccupazione dei protagonisti delle amministrazioni regionali e comunali. Al termine di questo giro, che avrà insieme il valore di una inchiesta e di un sondaggio, BeeMagazine farà una sintesi dei motivi comuni e delle eventuali differenziazioni. Potrà essere un materiale utile allo sviluppo del dibattito politico sulle autonomie e sulle varie criticità dei territori, e una diretta informazione ai cittadini.

 

Presidente, dal suo autorevole punto di osservazione, come giudica la situazione industriale della sua Regione? È possibile parlare di crescita e ripresa dopo la pandemia?

La Puglia sta reagendo e mantiene un suo dinamismo, pur nelle difficoltà del momento, in un quadro congiunturale molto difficile. L’attuale lenta ripresa si consoliderà grazie all’impatto che verrà dagli investimenti finanziati dal Piano europeo. In questo contesto la fiducia delle imprese è di fondamentale importanza: l’incremento del fatturato industriale, un maggior grado di utilizzo della capacità produttiva e l’espansione degli investimenti lasciano ben sperare per i prossimi mesi. Permane la nostra preoccupazione per l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che si spera possano ridursi per non far rallentare il passo alla crescita dell’economia pugliese.

Come valuta invece la condizione del Paese?

Serve un Mezzogiorno più competitivo per la ripresa dell’Italia. Il Sud è la questione nazionale e non è rinviabile. Ridurre drasticamente gli squilibri regionali è la sola strada praticabile per rilanciare l’intero sistema di un Paese, che nell’arco di un ventennio ha visto tutte le sue regioni registrare un calo del Pil per abitante. Il PNRR è un’imperdibile opportunità di rilancio del Paese. Il successo di questo imponente piano di investimenti e riforme dipende dalla capacità progettuale e dalla capacità di attuazione e coordinamento che il sistema Paese saprà esprimere. Uno sforzo straordinario a cui le imprese e le loro organizzazioni, come Confindustria, possono dare un importante contributo. Un contributo sì, progettuale, di idee e competenze, ma anche un contributo di monitoraggio sulle fasi attuative, affinché la realizzazione degli interventi sia compiuta nei tempi consentiti e nell’interesse dell’economia nazionale. L’auspicio è di avere dopo l’attuazione del Piano, un Paese profondamente corroborato nei suoi asset sociali ed economici, ma soprattutto un Paese rinnovato anche nelle sue procedure, per non dover più ricorrere alle vecchie pastoie burocratiche o a procedure di emergenza per realizzare opere e investimenti.

Dal punto di vista socioeconomico, qual è il punto di forza e quale quello di debolezza della sua Regione?

La Puglia è la regione del Sud che, dal punto di vista economico, ha ben coniugato la propria storia, le tradizioni locali e le vocazioni produttive con l’innovazione e la tecnologia, così da raggiungere buoni livelli di specializzazione in diversi comparti industriali. In alcune specifiche filiere si intravedono rilevanti potenzialità per lo sviluppo tecnologico e competitivo meridionale. Il Mezzogiorno e la Puglia, in particolare, evidenziano, infatti, alcune specializzazioni manifatturiere in grado di competere ed innovare e continuano ad apparire come una forza in continuo movimento, con spinte in avanti, il più delle volte capaci di compensare o attenuare gli effetti della recessione. Tra queste spiccano le filiere Automotive, Agroalimentare, Abbigliamento-Moda, Aeronautico e Bio-Farmaceutico le quali esprimono forti interconnessioni produttive e innovative con il resto del Paese e con i mercati internazionali.

Però…

Però al Sud il ritardo nella dotazione infrastrutturale diviene, sempre più, un freno non solo alla sua crescita, ma anche a quella dell’intero Paese.  Per la Puglia emerge la urgente necessità di rilanciare gli investimenti in infrastrutture, attraverso un grande piano che sia puntuale, efficace e con una adeguata dotazione finanziaria. Confindustria Puglia ha ribadito in più occasioni la necessità di intervenire con urgenza ed efficacia per rilanciare la competitività del sistema infrastrutturale, asset strategico fondamentale per l’economia pugliese e migliorare i collegamenti con le principali direttrici nazionali ed internazionali. Bisognerà procedere a passo spedito nella scelta delle infrastrutture portuali, ferroviarie aeroportuali e logistiche da realizzare, completare o migliorare.

Quali sono le aspettative che, come Confindustria Puglia, vorreste sottoporre all’attenzione della vostra Regione e al Governatore come priorità per l’anno 2022? 

La sfida è quella di portare a sistema il rilancio degli investimenti pubblici e privati attraverso il Piano europeo, con una politica ordinaria che troppo a lungo si è disimpegnata dal suo compito di perseguire l’obiettivo del riequilibrio territoriale e con una politica di coesione europea e nazionale che nell’attuale ciclo di programmazione molto dovrà apprendere dai suoi limiti. Quest’azione dovrebbe seguire alcune direttrici fondamentali, come stiamo ribadendo da mesi: rilancio degli investimenti privati in chiave di ricerca, innovazione tecnologica e sostenibilità, in vista delle trasformazioni digitali e green, nonché di quelli pubblici, per un potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali, sostegno alla riorganizzazione del lavoro, all’occupazione e alla formazione del capitale umano e rafforzamento della capacità amministrativa ed efficienza della spesa pubblica. Sono necessari interventi che superino la logica dei contributi a pioggia e dell’assistenzialismo e premino chi produce e crea sviluppo, a sostegno della crescita e del lavoro. La questione del lavoro conserva una sua forte centralità, una valenza non solo strettamente economica ma fondamentale per l’integrazione sociale e la valorizzazione dei singoli. È proprio dal lavoro che la Puglia può ripartire e dalla VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO e delle sue elevate professionalità. 

 

Alessandro Boriani – Giornalista

 

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