Fondazione Paolo Murialdi, una perla della storia del Giornalismo Italiano

Era il vecchio sogno di Giancarlo Tartaglia, che l’ha voluta, immaginata e realizzata a sua immagine. Ora la Fondazione per il Giornalismo Paolo Murialdi -nata grazie all’intuizione di Pierluigi Roesler Franz che recuperò montagne di documenti storici pronti per andare al macero- si tè trasferita in Via Nizza, a Roma,  nello storico Palazzo dell’INPGI e si riconferma pietra miliare della storia culturale del giornalismo italiano.

La notizia è di questi giorni ed è passata quasi inosservata, ma secondo noi merita il giusto rilievo, perché da oggi la prestigiosa Fondazione per il Giornalismo che porta il nome di Paolo Murialdi ha una nuova casa, e da quello che ci dice Pierluigi Franz, storico inviato prima del Corriere della Sera poi della Stampa, è una “casa” molto più bella e molto più accogliente di quella che fino ad oggi ha ospitato la Fondazione.

A darne notizia era stata nelle settimane scorse la Newsletter della stessa Fondazione e lo aveva fatto in questi termini: “La Fondazione sul giornalismo Paolo Murialdi ha in corso il trasferimento della sede da Via Augusto Valenziani 10/a-11 a Via Nizza n. 35. Pertanto, per l’intero periodo del trasferimento la sede rimarrà chiusa al pubblico. Gli studiosi che avessero necessità di consultare le fonti archivistiche o la biblioteca potranno, comunque, contattare direttamente il responsabile dell’archivio e il responsabile della biblioteca al seguente indirizzo mail: fondazionemurialdi@tiscali.it”.

Oggi la notizia ufficiale è un’altra.

Martedì 19 dicembre, infatti, dopo la riunione del Comitato Scientifico, si è svolta la cerimonia di inaugurazione ufficiale della nuova sede della Fondazione sul Giornalismo Italiano Paolo Murialdi. La manifestazione si è aperta con una relazione del Segretario Generale Giancarlo Tartaglia che ha illustrato i lavori in corso della Fondazione sia per quanto riguarda la ricerca e l’approfondimento storico-grafico sia per quanto riguarda i problemi attuali che la professione giornalistica è chiamata ad affrontare. In particolare, il Segretario Generale ha ricordato che su input del Consiglio di Amministrazione a partire dall’anno in corso la Fondazione redigerà annualmente un report sullo stato della professione. Il report è realizzato in collaborazione tra Fondazione e il Coris (Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale) dell’Università La Sapienza di Roma.

Sono poi intervenuti i legali rappresentanti dei quattro enti che hanno costituito nel 2015 la Fondazione Murialdi e che ne compongono il Consiglio di Amministrazione: Alessandra Costante, Segretaria Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Giampiero Spirito, Presidente della Fondazione Casagit e Marina Macelloni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, che è attualmente Presidente della Fondazione Murialdi.

Con l’apertura della nuova sede, l’archivio e la biblioteca della Fondazione riaprono dunque agli studiosi e ai ricercatori con il solito orario dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

La nuova casa della Fondazione è dunque quella che è stata la casa madre di tutti i giornalisti italiani per tantissimi anni, la sede storica dell’INPGI, il nostro istituto di previdenza che per intere generazioni come la mia è stato punto di riferimento imprescindibile della nostra professione.

 

 

Ma di cosa parliamo?

“La Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi” costituita a Roma per volontà della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog), dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (Inpgi), della Cassa Autonoma di Assistenza Integrativa Sanitaria dei Giornalisti Italiani “Angiolo Berti” (oggi Casagit Salute SMS) – spiega lo Statuto della stessa- ha lo scopo di raccogliere e mettere a disposizione di studiosi e ricercatori tutta la documentazione sulla vita e la storia del giornalismo italiano, anche attraverso la sistematizzazione della documentazione archivistica degli enti di categoria e realizza i suoi scopi mediante:

  • 1) raccolta, catalogazione e digitalizzazione della documentazione proveniente dagli enti costitutivi e da conferimenti e donazioni di enti o soggetti privati;
  • 2) attività di ricerca;
  •   3) promozione di studi sul giornalismo;
  •  4) organizzazione di convegni, dibattiti e pubblicazioni;
  • 5) istituzione di borse di studio e di ricerca.

La Fondazione promuove, anche su richiesta degli enti fondatori, qualunque iniziativa che possa agevolare il raggiungimento dei suoi scopi, anche mediante la collaborazione con Istituzioni Universitarie, centri di ricerca e organismi di studio o professionali in Italia e all’estero”.

 

 

Era il vecchio sogno segreto di Giancarlo Tartaglia, che della Fondazione è stato e continua ad esserne il  nume tutelare e laguida morale.

Lui voleva dar vita ad una Fondazione che raccogliesse la storia del giornalismo italiano, e l’ha realizzata su sua immagine e secondo i canoni classici della sua immensa cultura di studioso della stampa italiana. Nessuno meglio di lui avrebbe mai potuto realizzare un gioiello di questo tipo. E se oggi la Fondazione Murialdi è conosciuta nel mondo, il merito spetta soprattutto a lui, a questo storico del giornalismo italiano che non finisce mai di stupirci e di lavorare ancora per tutti noi. Quando gli è stato assegnato il Premio alla Carriera per il Giornalismo, Premio Nazionale Troccoli Magna Graecia, la motivazione diceva: “La sua storia personale coincide con la storia della stampa italiana di questi ultimi 60 anni”.

Una delle perle della Fondazione oggi è la grande Emeroteca che la Fondazione conserva

L’emeroteca della Fondazione è costituita da un nutrito numero di periodici, spenti e in vita, che riguardano le strutture organizzative della categoria e in particolare le tematiche sul giornalismo. Il nucleo iniziale è costituito dalle collezioni dell’Associazione della Stampa Periodica Italiana (ASPI), che rappresentano una preziosa rarità e vanno dalla Deutsche Illustrirte Zeitung (1884-1887) al Don Chisciotte (1893-1899), alla Illustracion Espanola Americana (1902-1915), al Mercure de France (1907-1925), ecc., cui si sono aggiunte le collezioni delle testate in possesso dei quattro enti istitutivi nonché le donazioni pervenute da altre istituzioni o soggetti privati.

Particolare interesse riveste il Fondo di riviste, relative alle annualità 1950-1960, inerenti la previdenza sociale, l’assistenza medica, gli studi socio-sanitari, i problemi statistici, demografici ed economici. Questo specifico Fondo era stato a suo tempo donato all’Inpgi da Leonardo Paloscia, giornalista professionista, esperto di problemi previdenziali e assistenziali, che dell’Inpgi era stato direttore generale e commissario.

L’emeroteca della Fondazione contiene, tra l’altro, le collezioni integrali dei periodici che nel corso degli anni sono stati pubblicati come organi ufficiali della Federazione della Stampa, delle singole associazioni regionali, dell’Inpgi, dell’Ordine professionale e della Casagit. L’Emeroteca è integrata dalle testate contenute nei fondi archivistici di Francesco Paoloni e di Angiolo Berti.

Insomma, un autentico tesoro, da salvaguardare per sempre, e a cui Giancarlo Tartaglia dedica oggi tutto il suo tempo e la sua vita.

 

 

Ma c’è un altro personaggio-chiave nella storia della Fondazione Murialdi che non va dimenticato e che oggi, alla luce del materiale fotografico in nostro possesso, possiamo annoverare tra i “padri fondatori” della Fondazione Murialdi.

 

 

È il giornalista romano Pierluigi Roesler Franz, storico inviato del Corriere della Sera e prima ancora de La Stampa, ma soprattutto storico Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Italiani e protagonista di primissimo piano della storia dell’INPGI in Italia.

“Vista, purtroppo, la tendenza all’oblio sulla vicenda della nascita della Fondazione sul giornalismo Paolo Murialdi, senza neppure un benché minimo ringraziamento per chi l’ha effettivamente creata dal nulla e poiché si tende, anzi, a cancellare il passato con un colpo di spugna ritengo doveroso -scrive Pierluigi Franz- fare una “operazione verità” sulla documentazione che ho contribuito, con pochi altri, a salvare miracolosamente dalla sua distruzione e/o dispersione”.

 

 

 

Dalle foto che abbiamo si coglie con mano il disastro che sarebbe stato perpetrato se tutta questa roba fosse finita al macero per come era originariamente destinata

“Le vede queste foto? Parliamo di una enorme mole di materiale che è stato poi selezionato, diviso e catalogato in un ex supermercato di proprietà Inpgi in via di Monte Giberto rimasto sfitto alla periferia di Roma ed è quindi finito, dopo un paio d’anni di lavori, alla Fondazione sul giornalismo Paolo Murialdi in via Valenziani, a pochi metri da piazza Fiume, in un grande ufficio che fu da me acquistato attorno al 2002 per conto dell’Inpgi assieme all’avvocato Pietro Manetta, dirigente dell’Istituto (scomparso due anni per Covid) ad un’asta pubblica di immobili Inps bandita dal ministero del Tesoro, ufficio che é stato poi affittato alla Murialdi ad un canone calmierato”.

 

 

 

Pierluigi Franz, leggo nelle cose che lei scrive un pizzico di amarezza?

“Ribadisco di non aver mai preteso di volere nulla, né ora voglio nulla. Ma almeno un grazie da parte di chi si gloria oggi della Murialdi l’avrei forse meritato, visto che qualche anno fa non interessava quasi a nessuno il salvataggio del preziosissimo materiale e la creazione stessa della Murialdi come punto di riferimento della “memoria” della nostra categoria. So bene che i ringraziamenti non sono di questo mondo, ma per i posteri e, soprattutto, per dare a Cesare quel che è di Cesare, ricordo che la nascita della Murialdi va ascritta al 99,9% all’Inpgi che l’ha ideata nel 2012, e che ha messo a disposizione tutti i suoi potenti mezzi di allora e strutture possibili, nonché gran parte del suo prezioso contenuto e gli stessi locali”.

Mi aiuti lei allora a ricostruire quella fase del recupero del materiale cartaceo che oggi è grande patrimonio della Fondazione

“Lo scriva per favore, ci tengo molto. Tra le poche persone che meritano di essere ricordate davvero come gli artefici di questo salvataggio e che ringrazio di cuore vi sono, in ordine temporale, lo scomparso ex vice presidente vicario dell’Inpgi Massimo Signoretti, l’allora presidente dell’Inpgi Andrea Camporese, l’ex direttore generale dell’Inpgi Tommaso Costantini, l’ex dirigente del Servizio Immobiliare dell’Inpgi ing. Francesco Imbimbo, il dirigente degli Appalti Inpgi avv. Pietro Manetta che non c’è più, il ragionier Antonio Sgrò e Rina De Vita dell’Immobiliare Inpgi, i geometri dell’Inpgi, il direttore generale dell’Inpgi Mimma Iorio, il dottor Tommaso Daquanno, già capo della Segreteria degli Organi collegiali Inpgi ed ora direttore della Fnsi, il professor Luciano Zani, storico dell’Università “La Sapienza” di Roma, il suo infaticabile assistente Enrico Serventi Longhi (che ha poi curato con me la pubblicazione, nel 2018, del volume “Martiri di carta-I giornalisti caduti nella grande guerra”), il prof. Fabrizio Battistelli sempre della “Sapienza”.

 

 

Ma è un elenco lunghissimo?

“Non è finito, mi creda. Vanno ricordati anche l’allora vice presidente vicario dell’Inpgi Paolo Serventi Longhi, la bibliotecaria dottoressa Alessandra Venerosi Pesciolini, l’ex presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ed ex sindaco Inpgi Franco Abruzzo, il consigliere generale ed ora consigliere di amministrazione Inpgi Carlo Parisi (oggi anche Segretario Generale della FIGEC), gli ex consiglieri nazionali dell’Ordine dei Giornalisti Attilio Raimondi (storico consigliere Nazionale dell’Ordine), Roberto Zalambani (ora presidente dell’Unaga), Mario Paolo Guidetti (già tesoriere dell’Ordine dell’Emilia-Romagna, anche lui non c’è più), Enzo Cimino (Presidente dell’Ordine del Molise) e la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni. E, se ho dimenticato qualcuno, me ne scuso sin d’ora”.

 

 

Pierluigi, ma lei si ricorda proprio di tutti?

“Io c’ero. In questa foto ci sono io durante uno dei miei tanti sopralluoghi sul posto. Vede, mi ero dimenticato infine, un grazie particolare a Patrizia Canestrari, infaticabile segretaria dei presidenti Inpgi Camporese e Macelloni, per l’enorme supporto che disinteressatamente mi ha dato per tanti anni a partire dalla scoperta a Roma nel maggio 2011, in una cantina di uno dei tre palazzi dell’Inpgi in via dei Lincei 123, della lapide intitolata a 83 giornalisti (in realtà almeno 267, come abbiamo finora accertato) morti eroicamente combattendo nella Grande Guerra”.

 

 

 

Le origini della Fondazione Murialdi coincidono dunque con l’intuizione di Pierluigi Roesler Franz nel capire che tutto questo enorme materiale andava salvato e catalogato.

 

 

Il dopo, la fase immediatamente successiva al “salvataggio” delle carte, porta poi la firma personale ed esclusiva di Giancarlo Tartaglia.

Personaggio di altissimo profilo istituzionale, Giancarlo Tartaglia è stato per molti di noi, parlo di intere generazioni di cronisti e di inviati speciali, non solo un maestro ma soprattutto un punto di riferimento deontologico e morale.

Ma chi è in realtà Giancarlo Tartaglia?

Per lunghi anni storico direttore della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, lo è stato dal 1985 al 2021, oggi è segretario generale della fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, che grazie alla sua guida e alle sue intuizioni è diventata una Fondazione di respiro europeo.

“Professore” nel senso più lato del termine, Tartaglia ha insegnato per anni Diritto del Lavoro Giornalistico presso la scuola superiore di Giornalismo della LUISS Guido Carli di Roma e Ordinamenti Professionali presso la Scuola Superiore di Giornalismo dell’Università di Urbino, avvicinando e guidando per mano alla professione centinaia di giornalisti che oggi sono il fior fiore della professione in tutta Italia.

 

 

Giornalista lui stesso, è stato collaboratore di “Nord e Sud”, “Archivio Trimestrale”, “La Voce Repubblicana”, “Roma”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “Nuova Antologia”, “Basilicata”. Una passione che coltiva sin dagli anni universitari, all’Università di Bari, dove si laurea nel 1970 in Giurisprudenza con una tesi in Storia delle Dottrine Economiche dal titolo “Lo sviluppo economico negli scrittori di economia meridionali del ‘600″.

Per lui il tempo sembra non passare mai, e la sua energia sembra quella di un giovane intellettuale alle prime armi, sempre curioso, sempre pronto a nuove sfide, instancabile, sempre pronto e disponibile a confrontarsi con i temi del futuro. Un uomo, insomma, con un passato illustre alle spalle, e un orizzonte ancora tutto da conquistare e da vivere.

Mille incarichi diversi, Direttore della collana editoriale “Giornalisti nella Storia” (All Around), Componente del Comitato scientifico della Fondazione Ugo La Malfa e direttore responsabile degli Annali della stessa Fondazione, Componente del consiglio di amministrazione dell’Istituto per la formazione al giornalismo dell’Università di Urbino (Isf), Componente del comitato tecnico-scientifico della Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini. Ma è stato anche consigliere di amministrazione della Nuova Eri e amministratore unico della società editrice Acropoli srl, nonché membro della Commissione tecnica consultiva per l’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sin dalla sua costituzione (1982-2020).

Nella sua veste di storico, invece, è stato Componente del comitato di redazione di “Archivio Trimestrale”, rassegna storica di studi sul movimento repubblicano, (1978-1987), e poi ancora Componente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Ugo La Malfa e del Comitato Nazionale per le celebrazioni della nascita di Leo Valiani.

 

 

Premio Fiuggi Storia Gian Gaspare Napolitano 2021, Finalista del premio Acqui Storia sezione scientifica 2021, Premio Giornalisti Toscani 2017, Conferimento dell’onorificenza di Ufficiale della Repubblica 2015, Premio Vibo Valentia 2012, nei suoi libri c’è tutta la nostra storia: Ritorna la libertà di stampa 1943-1947. Edizioni Il Mulino, 2021; Lineamenti di diritto del lavoro giornalistico, All Around, 2021; La terza repubblica vista da un marziano 2018-2019. Edizioni All Around, 2020; Il giornale è il mio amore. Alberto Bergamini. L’inventore del giornalismo moderno. Edizioni All Around, 2018; Francesco Perri dall’antifascismo alla Repubblica. Gangemi Editore, 2013; La Voce Repubblicana. Un giornale per la libertà e la democrazia, Ed. Voce Repubblicana, 2012; Itaca non è ancora all’orizzonte! (note del viaggio repubblicano 2003-2011), Ger, 2011.; Un secolo di giornalismo italiano. Storia della Federazione nazionale della stampa italiana (1877-1943) Mondadori Università, 2008; I Congressi del Partito d’Azione 1944/1946/1947, Edizioni di Archivio Trimestrale, 1984.

Chi più ne ha, più ne metta. Grazie da tutti noi direttore.

 

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