Il nervo scoperto italiano mai curato dell’energia, tema non sufficientemente considerato dai tempi di Mattei, è tornato alla ribalta non per la lungimiranza della politica, dell’intellighenzia, dei media, ma semplicemente perché i prezzi del gas e del petrolio sono arrivati alle stelle per svariate ragioni e sta suscitando pericolosamente inflazione e disagi agli italiani. È accaduto come può capitare ad una persona disordinata: incurante della propria salute, non adottando né prevenzione, sottovalutando i sintomi che pur avverte, né sottoponendosi a diagnosi e dunque a conseguenti terapie, si ritrova in un momento qualsiasi vittima di una crisi grave per la propria incolumità. Questa è nella sostanza la storia sull’energia dei decenni trascorsi: non sono stati fatte previsioni del nostro fabbisogno, né analisi fondate e puntuali delle fonti di approvvigionamento, né programmazione che su questo tema si predispongono per lunghi periodi. È banale dire che i conflitti nascosti o palesi tra potenze dall’inizio del ‘900 ai giorni nostri sono avvenuti pressoché tutti per accaparrarsi le fonti energetiche come condizione strategica per la propria supremazia o sopravvivenza, ed invece nel nostro Paese la questione è stata trascurata per mancanza di coraggio, perché tema faticoso, poco redditizio nel mercato elettorale, oppure per sudditanza agli Stati potenti, o persino per ragioni peggiori, la negligenza ha superato ogni limite. Insomma su questo argomento, si è vista la peggiore Italietta incurante essa stessa dei suoi più prossimi interessi civili ed industriali, datosi che la sicurezza degli approvvigionamenti, la minore esposizione all’inquinamento, e costi morigerati, sono i requisiti principali per chi ha un minimo di buon senso. Si vuole sperare che giunti come siamo alle attuali condizioni di grave precarietà nelle forniture e di costi esorbitanti per le bollette di aziende e famiglie, si apra finalmente una fase di ripensamento e programmazione, sollecitati dal PNRR e dalle indicazioni