Con la vittoria del Centro – Destra a trazione FdI il premier Meloni ha consolidato la sua leadership dando una identità forte all’azione di governo.
La Meloni vince perché fa politica, gli altri perdono perché non fanno politica; Meloni fa politica proponendo riforme essenziali per ridare governabilità al Paese.
La riforma semipresidenzialista e la separazione delle carriere dei magistrati sono due riforme importanti per la governabilità.
La politica estera di questo Governo, poi, è coerente con i valori da sempre difesi dall’Italia. La sua ferma posizione contro l’invasore Putin e la difesa dell’Ucraina – nonostante le posizioni ondeggianti di Forza Italia e della Lega – la conferma dell’alleanza con gli Stati Uniti, sono scelte coerenti con gli interessi dell’Italia e con la nostra Costituzione.
Considerato che nei prossimi 5 mesi non ci saranno elezioni importanti che potranno condizionare l’operato del Governo, ritengo che il Premier farebbe bene ad affrontare in questo lasso di tempo, tre temi strategici:
- Riforma della Giustizia
- Il debito pubblico
- Il divario tra la Costituzione formale e la Costituzione materiale.
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Sono anni che si discute il tema del governo dei giudici, la progressione del loro potere, con il risultato che chi si attendeva razionalità ha ottenuto un sempre più marcato populismo giudiziario.
La giustizia continua ad arrivare troppo tardi in Italia per essere una giustizia equa!
Mentre il corpo giudiziario ha tradito le attese prendendo un posto di rilievo nel sistema politico invece che in quello giudiziario.
Le Procure hanno ormai un tale potere che in molti parlano di una Repubblica dei PM (anche perché non rispondono degli errori che compiono e continuano ad avvalersi di una regola che privilegia di fatto il l’automatismo della carriera).
Nordio con la sua coraggiosa proposta di riforma della giustizia, con la separazione delle carriere, tiene bene la rotta, che porta al centro del dibattito politico la difesa di uno Stato liberale che non può tollerare l’arbitrio di magistrati.
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È vero che l’Italia in Europa è il Paese con il debito pubblico più pesante (siamo quasi a 3.000 miliardi di euro); è altrettanto vero però che l’Italia in Europa è il Paese con il patrimonio immobiliare fungibile più rilevante (oltre 2.800 miliardi di Euro).
Ancora l’Italia è il Paese secondo al mondo come capacità di risparmio; la ricchezza privata degli italiani è stata valutata in 4.400 miliardi di Euro, 1.840 miliardi sono le attività delle società italiane non finanziarie.
Inoltre l’Italia dispone del sistema bancario più forte ed efficiente d’Europa.
In tale condizioni il Ministro Guarino del Governo Ciampi nel 1993 propose di lanciare un prestito non forzoso finanziato dagli italiani e garantito da parte del patrimonio immobiliare dello Stato.
Si potrebbe recuperare quel progetto rendendo la proposta di questa emissione più appetibile per i risparmiatori con il riconoscimento di un sistema fiscale di favore
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Scrive Sabino Cassese: “La nostra Costituzione non è solo stata attuata molto lentamente, ma contiene promesse non mantenute: il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, il fine rieducativo della pena, l’obbligo di registrazione dei sindacati e il loro ordinamento interno a base democratica, la valorizzazione del Mezzogiorno.”
“Infine la Costituzione non è riuscita a contenere i poteri dello Stato nell’ambito loro assegnato.”
“Ha consentito l’esondazione dell’ordine giudiziario in quello legislativo, in quello esecutivo, in quello politico; del Governo in quello legislativo, del legislativo in quello amministrativo.”
Il divario tra Costituzione formale e quella materiale è ancora molto forte purtroppo.”
Perché il Governo di Centro Destra non si impegna in questa direzione?
Luigi Grillo – Già parlamentare della Dc e poi del Popolo delle Libertà. Deputato, senatore, questore del Senato, presidente di Commissione e Sottosegretario al Bilancio con delega per la Finanziaria