La politica ha dato una risposta seria per un ambito molto importante. Si è costituito infatti l’intergruppo parlamentare che punta a migliorare la risposta sanitaria per la donazione e il trapianto d’organi, tessuti e cellule.
Uno dei primi aspetti da considerare sarà quello dell’aggiornamento della legge, istitutrice del Centro Nazionale Trapianti, per disciplinare e soprattutto potenziare la materia dei prelievi, del trasporto e dei trapianti. C’è da sottolineare che, con questa legge, il sistema dei trapianti nel nostro Paese è cresciuto e l’attività è raddoppiata. La solidità della rete dei trapianti si è potuta misurare, da ultimo, durante il periodo più drammatico della pandemia dovuta al Covid-19, quando la flessione del numero dei trapianti è risultata in Italia sensibilmente inferiore a quanto avvenuto negli altri paesi europei.
Tuttavia, i cambiamenti degli assetti istituzionali della rete e dell’evoluzione della tecnologia e delle conoscenze mediche in questo settore, rendono necessari miglioramenti in alcuni ambiti della legge, per riscontrarne i principi in modo uniforme in tutte le Regioni.
Nel dettaglio, si lavorerà alla rivisitazione dei principi generali relativi al consenso/assenso alla donazione di organi, tessuti e cellule dopo la morte, con attenzione alla attuazione del principio del “consenso informato” o “silenzio/assenso”.
Un aspetto fondamentale è poi quello della comunicazione e sensibilizzazione della popolazione in merito alla donazione. Ma le aree d’intervento per elevare la risposta sanitaria in materia sono molteplici: dalla revisione delle responsabilità gestionali e dei compiti tra il livello nazionale e regionale, alla valorizzazione dell’innovazione tecnologica nella gestione degli aspetti organizzativi, all’aggiornamento delle tariffe di rimborso per le diverse prestazioni che caratterizzano le varie fasi del complesso processo della donazione e del trapianto.
Un altro obiettivo è poi ridurre le opposizioni al prelievo, qualora non idonei per il trapianto, a scopo di ricerca, oltre ad arricchire la norma sull’obbligo del rispetto dell’anonimato, favorendo le esigenze delle famiglie di donatori ed evitando loro facili e dannosi coinvolgimenti psicologici.
Una risposta pronta ed efficace in questo ambito è urgente per i numeri che si manifestano ogni anno. Sono infatti solo 3887 i pazienti che hanno avuto accesso al trapianto, a fronte di una lista d’attesa di oltre 8000 pazienti. In Italia solo 14,5 milioni di persone hanno dichiarato la disponibilità alla donazione di organi, mentre si registra un tasso medio di opposizione alle donazioni del 28%.
Oltre alla sensibilizzazione e alla disponibilità dei donatori, però, un presupposto imprescindibile è che gli organi, dal momento del prelievo fino a quello dell’impianto nel ricevente, vengano mantenuti nelle condizioni in grado di assicurare la migliore ripresa funzionale. A tale riguardo, oltre al fattore tempo, variabile in relazione all’organo, è determinante il rispetto di specifiche procedure per la conservazione e il trasporto, che in oltre il 60% dei casi ha luogo per via aerea.
Probabilmente non è un aspetto sul quale ci si sofferma, ma per passare da un corpo a un altro, un organo deve infatti seguire un preciso e lungo iter burocratico. Questo, parte con l’Individuazione del potenziale donatore, che spetta ai singoli centri ospedalieri, unitamente al monitoraggio clinico dei pazienti ricoverati potenzialmente candidati.
Successivamente ci deve essere chiaramente l’accertamento e la certificazione della morte da parte di un collegio costituito da rianimatore, medico legale e neurologo.
Il terzo step è la segnalazione al Centro Nazionale Trapianti (CNT), attraverso una scheda che contiene tutte le informazioni già disponibili (per esempio anamnesi, gruppo sanguigno, cause della morte) al fine di una prima valutazione di idoneità.
Si passa poi al mantenimento del cadavere a cuore battente a cura del rianimatore, attraverso il monitoraggio di tutti i parametri vitali. Solo a questo punto si arriva al colloquio con i familiari e alla proposta di donazione, dopo la quale, in caso di assenso, si apre un altro mini processo: prima la cosiddetta “tipizzazione immunologica”, effettuata su prelievo di linfonodi e sangue periferico, poi la consultazione delle liste e l’allocazione degli organi nel rispetto della compatibilità. Il prelievo di organi e tessuti è previsto solo in questo momento. Dopodiché, c’è una seconda e una terza valutazione di idoneità e, infine, il conseguente impianto del nuovo organo.
È chiaro come questo lungo processo sia essenziale per assicurare il perfetto funzionamento dell’organo in un nuovo corpo, ma procedure più rapide consentirebbero di ridurre il numero così elevato, visto poc’anzi, di pazienti in attesa.
In un incontro in Senato, la senatrice Elisa Pirro ha spiegato le ragioni che l’hanno indotta a promuovere la costituzione dell’Intergruppo Parlamentare: “È indispensabile che Parlamento e Governo operino in sintonia e con celerità per assicurare all’Italia un più efficace quadro normativo e gestionale per questa sensibile e importante materia. Questo Paese non può permettersi di avere un numero così elevato di pazienti in attesa per un trapianto d’organo, né che l’orientamento della popolazione rispetto alla donazione d’organo sia espressione di una cultura dominante, visto che solo 14,5 milioni di persone hanno depositato la propria dichiarazione di volontà. L’Italia, in questo ambito sanitario, è fondamentale che disponga di un nuovo paradigma gestionale ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, che consenta procedure più rapide, l’adozione di metodologie e soluzioni tecnologiche innovative, oltre che di adeguate dotazioni professionali ed economiche” ha concluso la senatrice.
“Tutto il percorso che ha accompagnato in questi anni l’impegno nel campo della donazione di organi e dei trapianti ha visto protagoniste le associazioni dei pazienti e dei cittadini impegnate in questo campo – ha sottolineato invece Teresa Petrangolini, coordinatrice del comitato per l’Equità di Accesso alla Donazione e Trapianto Organi, Tessuti e Cellule; oggi è necessario rilanciare questo impegno su vari fronti che riguardano il miglioramento dell’organizzazione, l’equità di accesso, la semplificazione e l’ammodernamento dei vari passaggi, con particolare attenzione alla delicata questione della donazione. Temi rilanciati in un “Manifesto” pubblicato da Italian Health Policy Brief IHPB, (testata di politica sanitaria, diretta da Walter Gatti; responsabile progetti istituzionali: Marcello Portesi).
Il comitato è nato proprio per questo: per costruire un programma comune con il mondo associativo per fornire un forte supporto alla politica dei trapianti, perché risponda sempre di più alle esigenze di salute dei cittadini italiani”.
Enrico Scoccimarro – giornalista