Rai Cinema, dopo il trionfo di Venezia si lavora a nuovi successi. Intervista all’amministratore delegato Paolo Del Brocco

Per Rai Cinema, “Venezia 2021” è stata quest’anno un trionfo, e non solo per il Premio Speciale che la Giuria ha assegnato a Michelangelo Frammartino e al suo film “Il buco”, “Ma quella di quest’anno è stata un’edizione ricchissima di cinema italiano -dice Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema- che testimonia la voglia di esserci e di mostrarsi di tutto il sistema cinema – dall’industria, agli autori, e tutta la filiera dei protagonisti – dopo i mesi di sofferenza che ognuno di noi spera ora di lasciarsi definitivamente alle spalle”.

Al Festival di Venezia, Paolo Del Brocco aveva presentato quattro opere molto diverse tra di loro, per stile e registro narrativo. “Qui rido io” di Mario Martone che è tornato ancora in gara a Venezia con una storia sulla vita del grande attore comico e commediografo della Napoli dei primi del ‘900 Eduardo Scarpetta; “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, l’attesa seconda prova del regista questa volta alle prese con quattro personaggi da circo in bilico tra l’avventura e la Storia; “Il buco” di Michelangelo Frammartino sulla missione di un gruppo di speleologi che nell’agosto del ‘61 scopre all’interno dell’altopiano calabrese una delle grotte più profonde del mondo; e infine “Spencer” del regista cileno Pablo Larraín, in cui abbiamo visto l’attrice Kristen Stewart nei panni di Lady Diana.

“Accanto ai registi del Concorso- aggiunge Polo Del Brocco- a Venezia c’era anche un autore che ci è molto caro, Roberto Andò, e che ha chiuso i lavori della Mostra con “Il bambino nascosto” interpretato da uno strepitoso Silvio Orlando, attore “dell’anima” come lo definisce lo stesso regista. E ancora, Leonardo Di Costanzo con “Ariaferma”, con una storia all’interno di un carcere dove le regole tra detenuti e carcerieri sembrano pian piano perdere di senso. Nella sezione Orizzonti ci ha invece entusiasmato molto la talentuosa Laura Bispuri che, con “Il paradiso del pavone”, ha firmato la sua terza regia. Al centro della storia un evento inaspettato durante una riunione familiare chiamerà tutti a riflettere sul senso profondo dei propri sentimenti, di ciò che resta e di ciò che scompare. Nella stessa sezione “La ragazza ha volato” di Wilma Labate, scritto insieme a Damiano e Fabio D’Innocenzo, che mette al centro la vita di un’adolescente ‘scomoda’ a Trieste”.

  • Direttore, un successo dietro l’altro per lei e per Rai Cinema: cosa c’è dietro tutti questi riconoscimenti? Immagino tantissimo lavoro.

I successi che Rai Cinema raccoglie nei Festival come in tutti gli eventi nazionali e internazionali sono il frutto di un grande lavoro di squadra e, come lei stesso suggerisce, di tanto lavoro. Seguiamo tutto il percorso della vita di un film, dalla sua nascita nella prima fase di scrittura e sceneggiatura, alla sua lavorazione in fase di produzione, fino all’uscita nelle sale cinematografiche curando anche la distribuzione tramite la nostra Direzione, la 01 Distribution.

 

  • Tradotto ,vuol dire che dietro il successo di un film c’è sempre tanta fatica?

Vede, tutto questo negli anni ci ha permesso di agire lungo tutta la filiera, garantendo in questo modo sia il controllo dei nostri investimenti, sia la qualità del nostro prodotto. Certo, non tutti i film riscuotono il successo che vorremmo, le variabili per vincere premi ai festival o avere successo di pubblico sono davvero infinite e imprevedibili. Ma posso affermare con serenità che Rai Cinema ha realmente contribuito, dalla sua fondazione nel 2000, a sostenere e consolidare l’industria del cinema italiano e a riavvicinare il nostro cinema al pubblico. E questo si ottiene nel tempo con investimenti, competenza e molto lavoro.

 

  • Michelangelo Frammartino dice che siete stati i primi a dargli fiducia, lei crede che questo film “Il Buco”, possa “ricambiare” la fiducia accordatagli?

Michelangelo Frammartino ha un grandissimo talento, da quando abbiamo prodotto il suo primo film “Il dono” seguiamo il suo lavoro e il suo percorso creativo con grande interesse. Quando è venuto a proporci il progetto de “Il buco” ci ha realmente sorpresi per l’originalità dell’idea e, benché ci sembrasse un po’ “estremo” sia per le difficoltà delle riprese che per il rigore di alcune scelte stilistiche, abbiamo deciso di fidarci del suo sguardo d’autore, di affidarci alla sua idea di cinema puro. E il risultato è stato un film dove vediamo cose mai viste e vistiamo luoghi dove non siamo mai stati. Questo è lo stupore che riesce a creare il cinema! Spero che il pubblico riesca a cogliere l’unicità di quello che vede e a godere della bellezza della storia e delle immagini costruite con grande sapienza.

 

  • Su cos’altro state investendo in questi mesi per il prossimo anno? Intendo dire: su che progetti futuri state lavorando?

Nonostante le grandi difficoltà causate dalla pandemia e lo stop forzato nel primo periodo di lockdown,il nostro impegno si è rivolto prioritariamente alla produzione, da cui nascono tutte le economie del cinema. Senza la produzione di un film non può esistere nessuna filiera ad esso connessa. Abbiamo quindi sostenuto i produttori che durante i momenti più difficili della pandemia hanno coraggiosamente scelto di andare avanti adottando protocolli di sicurezza restrittivi e necessari. Dalla prosecuzione delle attività di un set dipende il lavoro di molte persone, e quindi di molte famiglie. Spesso mi capita di evidenziare come un film rappresenti un progetto complesso alla cui realizzazione partecipano decine, e in alcuni casi centinaia, di figure professionali: dagli sceneggiatori ai registi, dalle maestranze ai distributori, gli uffici stampa, etc. etc. Da parte nostra, grazie alla sensibilità di Rai, siamo riusciti a collocare parte degli investimenti non utilizzati nel 2020 – a causa dello slittamento di molte produzioni – all’interno dell’esercizio 2021, tutelando un ambizioso piano biennale di produzione.  In questo modo abbiamo cercato di dare una risposta concreta alle difficoltà del settore.

 

  • Direttore, di che cifre parliamo?

Nel biennio 2020-2021 Rai Cinema porterà avanti un investimento complessivo di oltre 150 milioni di euro su 135 film – di cui 60 tra opere prime e seconde – e 40 film documentari. Le società con cui collaboriamo in questo biennio sono 120 e 180 i registi. Sono numeri che fanno effetto se si è consapevoli di cosa c’è dietro. Aver garantito la prosecuzione delle produzioni, significa essere riusciti a mantenere acceso il motore della cinematografia italiana.

 

  • E di che autori e registi?

Grazie a questi investimenti abbiamo in cantiere molti progetti. Solo per citarne alcuni, sono già al lavoro alcuni dei nostri autori più cari, tra cui Marco Bellocchio, Gabriele Salvatores, Gianni Amelio, Pietro Marcello, Roman Polanski, Pupi Avati. Ma vedremo presto anche i lavori di Leonardo Pieraccioni, Michele Placido, i Manetti bros. e molti altri.

 

  • La trovo carico di ottimismo?

Non potrei non esserlo, mi creda. Il cinema italiano è più vivace che mai. Sono certo che presto riuscirà di nuovo a incontrare il suo pubblico.

 

Dietro il successo de Il buco di Michelangelo Frammartino c’è in realtà una sorta di “joint venture” abbastanza diversificata, ma che a quanto pare alla fine ha prodotto i risultati sperati.

“Il buco”, è un film che racconta una storia vera. Nell’agosto del 1961, i giovani membri del Gruppo Speleologico Piemontese, già esploratori di tutte le cavità del Nord Italia, cambiano rotta e puntano al Sud, nel desiderio di esplorare altre grotte sconosciute all’uomo, e si immergono nel sottosuolo di un Meridione, che tutti stanno abbandonando. E nel Pollino, in Calabria, questi giovanissimi speleologi, calandosi nel buio della terra, scopriranno la seconda grotta più profonda del mondo, l’Abisso di Bifurto. La fotografia è firmata dal grande Renato Berta che ha lavorato con maestri della cinematografia come Godard, Resnais, Rohmer, Rivette, Malle, Téchiné, Huillet-Straub, De Oliveira, Gitai, e ha ricevuto, tra gli altri, riconoscimenti anche in Italia con Martone (David di Donatello per la Migliore fotografia di “Noi credevamo”.

Gli Interpreti del film sono Paolo Cossi, Jacopo Elia, Denise Trombin, Nicola Lanza, Antonio Lanza, Leonardo Larocca, Claudia Candusso, Mila Costi, Carlos Jose Crespo. La sceneggiatura è dello stesso Michelangelo Frammartino, e di Giovanna Giuliani. Il Montaggio è di Benedetto Atria, la Scenografia di Giliano Carli, I Costumi di Stefania Grilli, Il Suono di Simone Paolo Olivero, Gli Effetti visivi di Gilberto Arpioni.  E mentre su Venezia è calato il sipario dell’ultimo Festival, Paolo del Brocco è già a lavoro per la prossima edizione 2022.

*giornalista, scrittore, caporedattore Rai

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