Qatar, un partner energetico da conoscere meglio, parla l’esperta Andreea Stroe

Le sanzioni alla Russia impongono all’Europa e all’Italia di trovare alternative per quanto riguarda le forniture di energia. Gli occhi sono puntati già da qualche tempo sul Qatar, con il quale esistono già da qualche anno relazioni solide. Abbiamo discusso delle future strategie e della partnership con Andreea Stroe, esperta delle relazioni tra Qatar e Italia. 

 

Perché l’Italia punterà sul Qatar per l’energia?

La domanda principale, e per molti versi la più preoccupante, che l’Italia si pone dall’inizio della crisi tra l’Ucraina e la Russia è: e se la Russia chiude i rubinetti del gas da dove prendiamo quel 38,2 %  di gas naturale preveniente dalla Russia?  L’Italia prende gas naturale principalmente dalla Russia, a  seguire dall’Algeria (27,8%), dall’ Azerbaijan (9,5%),  dalla Libia (4,2%) e dal Nord Europa (cioè Norvegia e Olanda, al 2,9%).

Ma anche l’Italia produce gas, sia pure meno del passato

La produzione interna italiana ricopre solamente il 4,4%.  Nello stesso tempo l’Italia importa il Gas Naturale Liquefatto (GNL) per una percentuale di 13,1%. 

È proprio a causa della dipendenza dal gas russo che l’Italia ha iniziato un percorso che punta a ridurre la dipendenza dal gas proveniente dalla Federazione russa, e in questo quadro il Qatar avrà un ruolo cruciale tenendo conto che è uno dei maggiori esportatori di gas naturale liquefatto al mondo. Oltre a detenere il più grande giacimento di gas al mondo, North Stream, il Qatar si è riconfermato negli ultimi anni essere il maggior esportatore di GNL e un affidabile esportatore.  

Da Doha arriva il 10% del Gas naturale importato dall’Italia e Draghi vorrebbe aumentare la percentuale per diversificare le fonti di approvvigionamento minacciate dalle tensioni con Mosca. Il Qatar, infatti, è il primo fornitore di gas naturale liquefatto, trasportato via nave per poi essere “rigassificato” a Rovigo, nel terminale di Adriatic Lng. In generale, il Qatar copre il 10% delle forniture di gas all’Italia.

Com’è finora strutturata questa fornitura dal Qatar?

Non è ancora stato comunicato di quanto aumenteranno le forniture da Doha. Oggi l’Italia importa il gas qatarino sulla base di un contratto a lungo termine che porta la firma di Edison e prevede il trasporto di 6,5 miliardi di metri cubi l’anno. L’Italia non è l’unica ad aver messo nel mirino i rapporti col Qatar per aumentare l’approvvigionamento energetico. Poche settimane fa gli Stati Uniti hanno tenuto colloqui proprio con il Qatar (insieme ad altri grandi esportatori di GNL). Tali contatti, incentrati sulla possibilità di assicurare ulteriori carichi di gas naturale liquefatto via mare, sono diventati ormai sempre più urgenti con l’accrescere delle tensioni con la Russia.

In vista del mondiale 2022 questo sarà uno sponsor per il paese ospitante?

È necessario chiarire che il driver principale dell’economia del Qatar è la vendita di idrocarburi, principalmente gas naturale liquefatto e petrolio. Negli anni il Qatar ha saputo utilizzare in maniera intelligente i ricavi derivanti dalla vendita di idrocarburi, investendo in molti settori. Il braccio economico di Doha è la Qatar Investment Authority, il fondo di investimento sovrano creato nel 2005 per gestire le immense rendite derivanti dalle vendite di gas naturale liquefatto. La Qatar Investment Authority investe principalmente fuori dal settore energetico. È chiaro che più entrate ci sono, maggiori saranno gli investimenti. 

E poi c’è l’evento dei mondiali di calcio

Sarà la prima volta nella storia che la Fifa World Cup sarà organizzata in Medio Oriente e la preparazione di un evento di tale importanza richiede un impegno notevole e grandi responsabilità da parte del Paese organizzatore. Il Qatar ha fatto investimenti multimiliardari in progetti infrastrutturali e di trasporto. Inoltre, il Qatar ha dimostrato di essere particolarmente attento e determinato a mitigare gli impatti ambientali, promettendo di organizzare la prima Coppa del Mondo di Calco a 100% eco-sostenibile. È chiaro che maggiori saranno le entrate in termini di ricavi derivanti dalla vendita di idrocarburi e maggiori gli investimenti. Deciderà la Qatar Investiment Autority dove saranno diretti questi nuovi ricavi. 

Quali sono storicamente le relazioni con il Qatar?

Tra l’Italia e il Qatar ci sono numerose forme di cooperazione sia politica sia economica e militare. A livello politico, entrambi i Paesi hanno aperto ambasciate nelle rispettive capitali nel 1992, e hanno firmato accordi di tecnologia ed economia nel 1996. L’Italia è il 7° fornitore del Qatar a livello commerciale. Nel 2013, il governo del Qatar ha acquistato il Palazzo della Gherardesca a Firenze per 150 milioni di euro. Nel 2017, l’investimento del Qatar in Italia hanno raggiungo circa 2 miliardi di euro ed era principalmente incentrato sull’industria del turismo in Italia. Inoltre, il Qatar è un cliente importante per l’industria della difesa italiana. La società di costruzione navale italiana Fincantieri ha raggiunto un accordo di 4 miliardi di euro con il governo del Qatar a giugno 2016 per costruire navi per la sua marina. Mentre nel 2018 è stato concluso un notevole accordo tra il Qatar e la società di difesa Leonardo Spa. 

Come ci si rapporterà con i casi di sfruttamento denunciati da Amnesty?

I migranti costituiscono oltre il 90% della forza lavoro in Qatar, ma sfortunatamente sono stati storicamente non protetti sul lavoro e contro violazioni dei diritti umani a causa del sistema kafala che lega i dipendenti ai loro datori di lavoro, lasciandoli vulnerabili a situazioni di sfruttamento. Dopo anni di critiche per il mancato adempimento della promessa di abolire il sistema della Kafala, il Paese ha deciso di porre fine a questo sistema di sfruttamento e rivedere le politiche lavorative e di tutela dei migranti. È inoltre, il primo paese nella regione ad aver parlato del salario minimo non discriminatorio.

Ma nell’imminenza dei Mondiali di calcio cambierà qualcosa?

Con l’avvicinamento della Coppa del Mondo, Amnesty International ha chiesto alle autorità del Qatar di agire con urgenza per accelerare il processo di riforma. Credo che con un ulteriore avvicinamento alle autorità qatarine e il rafforzamento delle relazioni tra Europa e Qatar e ancora di più in seguito alla definizione, da parte del presidente statunitense Joe Biden, del Qatar come “un forte alleato fuori dalla Nato”, le pressioni sull’abolizione del sistema della kafala e sull’adozione di riforme volte alla tutela dei lavoratori diventeranno ancora più forti e arriveranno a nuovi risultati. 

Quali Paesi potrebbero seguire l’Italia nella partnership con il Qatar?

A rafforzare le relazioni con il Qatar furono proprio gli Stati Uniti, uno storico alleato del Qatar. Il 31 gennaio, dopo la visita a Washington dell’Emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, il presidente Joseph Biden ha ufficialmente nominato il Qatar come Major Non-NATO Ally degli Stati Uniti.  Mnna). Il Qatar si è visto riconoscere tale status all’interno di un circolo ristretto di 18 Stati al mondo, del quale non fanno parte né l’Arabia Saudita né gli Emirati Arabi Uniti.

Quali vantaggi deriveranno da questo riconoscimento di status?

Questo riconoscimento  garantirà benefici a entrambi i Paesi. Il Qatar otterrà infatti una serie di notevoli vantaggi come l’accesso alla tecnologia militare, ai sistemi di sicurezza e agli addestramenti delle forze di difesa americane. Gli Stati Uniti, invece, potranno beneficiare non solo delle riserve energetiche del Qatar. Tutto ciò migliorerà le capacità militari del Qatar e il posizionamento strategico suo (e indirettamente di Washington) nella regione MENA, con impatti importanti anche nei confronti degli altri partner USA nella regione. Nel solco tracciato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la Commissione europea intensifica i colloqui con il Qatar. 

Il Qatar come si sta rapportando con la transizione ecologica?

Tra gli obiettivi della Qatar National Vision 2030 la sostenibilità ricopre un ruolo di rilievo nel tentativo da parte del governo di gestire e garantire alle future generazioni un equilibrio tra crescita economica, sviluppo sociale e tutela dell’ambiente. Pur continuando a investire in progetti prioritari, Qatar mostra un crescente interesse per il settore green, per i prodotti sostenibili e l’energia rinnovabile. In particolare, il Ministero della Municipalità e dell’Ambiente del Qatar è fortemente impegnato nella realizzazione di progetti volti al sostegno della sostenibilità. 

Che ruolo svolge la Qatar Foundation?

Qatar Foundation gioca un ruolo fondamentale negli interventi dello Stato sul tema della sostenibilità ed è fortemente coinvolta nei tentativi del governo di trasformarsi in un’economia della conoscenza. Nel 2009 ha istituito Qatar Green Building Council con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità e sostenere la progettazione di edifici verdi nel Paese. La Qatar Foundation ha ulteriormente istituito anche il Qatar Environmental and Energy Reasearch Institute che si propone di monitorare e preservare il deserto e le ecologie marine del Qatar. Questi non sono gli unici sforzi verso una direzione green: il progetto Msheireb Down Town è il primo progetto in centro Doha di rigenerazione sostenibile al mondo. Un’altra iniziativa ugualmente interessante è Lusail City: una città verde in costruzione a 15 km della capitale Doha, e veste i panni della più grande città sostenibile. 

 

Francesco Fatone – Giornalista

 

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