Presidente Bardi: la Basilicata è una piccola grande Regione. Dopo secoli Matera avrà nel ’23 un collegamento ferroviario

Siamo stati la regione del petrolio, del gas, dell’eolico e ora vogliamo diventare la terra dell’idrogeno. Per evitare lo spopolamento bisogna convincere i giovani a restare nella loro terra. Macroregioni? Un coordinamento sovraregionale può essere utile. La macroregione riuscirebbe a rilanciare il protagonismo di un Sud nuovo e propulsivo capace di comprendere le nuove sfide e di affrontarle? Questa è la domanda cruciale.

Vito Bardi, 70 anni, generale di corpo d’armata, è stato vice comandante generale della Guardia di Finanza, è presidente della Regione Basilicata dal 16 aprile 2019. È stato indicato da Forza Italia come candidato unitario della coalizione di centrodestra.

 

Presidente Bardi, l’ho ascoltata di recente alla radio, credo fosse Radio Radicale: lei citava con giustificato orgoglio le risorse, non solo del sottosuolo, della sua Regione: le vogliamo elencare, anche per chi non è a conoscenza?

La Basilicata è una piccola ma grande Regione.  Piccola per i numeri, grande per le bellezze e le ricchezze del suo territorio. Una regione da scoprire per i paesaggi incontaminati, il patrimonio culturale, l’ospitalità della sua gente, le risorse naturali. L’acqua è una di queste. Con un Accordo di programma, che stiamo rivedendo per adeguare le tariffe, cediamo parte di questa risorsa alla Puglia. E poi, come è noto, c’è il petrolio.

Quale percentuale di territorio è interessata all’estrazione?

In Basilicata, in Val d’Agri esiste il giacimento di idrocarburi on-shore più grande d’Europa, che dal 2001 è coltivato da Eni e Shell. Più recente è la concessione Tempa Rossa, in un’area più interna al confine tra le due province di Potenza e Matera, in gestione alla francese Total.

Da tutti questi tesori, in concreto, quale ritorno, beneficio viene alle famiglie lucane che Lei ha quantificato in 117 mila?

La Basilicata dà molto, contribuisce per il 10 per cento al fabbisogno energetico del Paese. Ma tutto questo deve avere un ritorno per i suoi cittadini. Recentemente abbiamo riscritto gli accordi con Eni fermi da oltre vent’anni. Abbiamo portato a casa un risultato storico. Entrano nella disponibilità della Regione i 160 milioni di metri cubi di gas estratti all’anno, che utilizzeremo per abbattere le bollette per luce e gas dei cittadini e degli enti pubblici.

Altro punto di forza degli accordi sono le compensazioni ambientali che impegnano le compagnie petrolifere a investire sul territorio lucano per imprese no-oil e la difesa dell’ambiente. Con i fondi delle compensazioni ambientali stiamo costruendo una rete sanitaria per verificare l’incidenza delle estrazioni petrolifere sulla salute umana. Il monitoraggio sarà esteso a tutte le aree lucane a forte impatto ambientale per le attività antropiche. Ci servirà per valutare lo stato di salute dei cittadini e dell’ambiente anche nell’ottica della prevenzione.

Qualcuno vi chiama governatori. La cosa vi lusinga, vi fa sorridere o vi fa pensare: quanto sono ignoranti questi giornalisti?

Governatore è una parola che richiama alla mente i rapporti subalterni tra chi esercita un potere e tra chi, tra virgolette, lo subisce. Io preferisco la parola presidente, che implica più il concetto di rappresentanza e quindi di dialogo con i cittadini. Ma sorrido quando mi chiamano governatore.

La Basilicata, l’ha detto lei stesso, ha 600 mila abitanti, quanti ne ha un popoloso quartiere di Roma. Come vedrebbe l’ipotesi di macroregioni, in questo caso l’accorpamento con Puglia e Calabria? 

Di macroregioni se ne parla da moltissimo tempo. Personalmente ritengo necessario un coordinamento sovraregionale su alcuni ambiti per quanto riguarda le scelte strategiche, come fu la prima Cassa del Mezzogiorno, a patto, però, che la Basilicata non perda la sua identità che è ben definita.  La macroregione riuscirebbe a rilanciare il protagonismo di un Sud nuovo e propulsivo capace di comprendere le nuove sfide e di affrontarle? Questa è la domanda cruciale.

La Provincia è stata snaturata, depotenziata. Crede che un ente intermedio tra Comuni e Regione debba essere ripristinato?

Oggi viviamo una situazione ibrida che non funziona: la Regione deve recuperare il ruolo che le ha ritagliato la Costituzione, e cioè quello di essere ente di programmazione e non di gestione, come erano un tempo le Province. È imprescindibile che la politica recuperi una visione del futuro per innestare processi virtuosi di sviluppo alla luce soprattutto dell’occasione straordinaria data dal Pnrr. Un treno per la modernità da non perdere. Un risultato verso il quale la politica regionale può concentrarsi solo se si scrolla competenze che storicamente non le appartengono.

Come ha affrontato la sua Amministrazione la pandemia? Come stanno attualmente le cose in Basilicata?

Come per tutti, sono stati due anni molto complicati, due anni di straordinari sacrifici che hanno messo in luce le carenze del sistema sanitario nazionale. In Basilicata il sistema sanitario ha retto e regge alle nuove ondate. Devo dire grazie alla dedizione di medici, sanitari, volontari e per gli operatori della protezione civile. Nel momento della chiusura totale del Paese, abbiamo messo in campo misure di aiuto straordinarie per le imprese e le famiglie, profondamente provate. I lucani hanno aderito convintamente alla campagna vaccinale, e ciò ci ha permesso di contenere i danni del Covid che altrimenti sarebbero stati molto più pesanti.

Secondo Lei sarebbe giusto che alle sedute del Consiglio dei ministri, quando si decidono provvedimenti importanti per una Regione, fosse presente anche il presidente di quella Regjone, così come avviene per la Sicilia?

Direi proprio di sì. È un atto di democrazia. I territori devono avere voce nelle scelte cruciali che li riguardano.

Ci dica ora, tra le altre, una eccellenza della Basilicata.

Le eccellenze sono tante. La Basilicata è una terra tutta da scoprire che riserva tante sorprese per i suoi paesaggi, la sua storia, i borghi. E per la sua gente, ospitale e laboriosa.

E tra le criticità, qual è quella da affrontare con più urgenza?

Lo spopolamento dei nostri paesi.  La Basilicata ha 131 Comuni, la stragrande maggioranza con meno di tre mila abitanti. Per la denatalità e l’emigrazione, soprattutto quella intellettuale, perdiamo sempre più residenti. E’ un trend negativo che deve essere assolutamente invertito. Per farlo, dobbiamo convincere i giovani a rimanere nella loro regione, garantendo lavoro e qualità della vita.

Matera è stata la capitale della Cultura, era già nota ma come location cinematografica l’hanno conosciuta in tutto il mondo. Non le pare paradossale che non sia raggiungibile per ferrovia?

La questione direi che è secolare. È paradossale che Matera, meta turistica in tutti i circuiti nazionali e internazionali, non sia collegata alle reti ferroviarie nazionali. Ma finalmente nel 2023 inizieranno i lavori della Ferrandina-Matera e la città dei Sassi avrà finalmente il suo collegamento ferroviario, colmando una mancanza storica.

La Basilicata non sconta un certo isolamento per colpa di un sistema di trasporti non all’altezza dei tempi?

La Basilicata è composta da 131 Comuni su un territorio molto vasto e raggiungere posti con paesi arroccati crea diverse problematiche. Stiamo lavorando a progetti che fanno riferimento al Pnrr, e con i fondi della programmazione 2021-27, per strade dignitose e sicure. Il grande tema è l’alta velocità, un dovere morale per i lucani. Sarà presto ripristinata l’aviosuperficie Mattei, un’infrastruttura strategica per il Metapontino, a forte valenza turistica e agricola.

Dall’isolamento si esce anche potenziando le infrastrutture digitali la connettività ultra -veloce, strategiche del nostro tempo.  I lucani devono avere gli stessi benefici di un cittadino che vive nelle grandi città o nelle grandi metropoli grazie alla rete. Un percorso favorito e accelerato dal Pnrr che ha tra i capisaldi appunto la transizione digitale. La Basilicata sarà una delle prime regioni ad essere interamente coperte della fibra, cosa che avverrà entro un anno. Il futuro è già adesso.

Dal Pnrr arriveranno risorse per la Basilicata? Dove verranno spese?

La Basilicata scommette sul Pnrr. La transizione digitale ci aiuterà nelle scelte sulla sanità. Parliamo delle case di comunità e degli ospedali di comunità, che saranno i nuovi presidi a tutela dei cittadini, della telemedicina, che potrà offrire servizi innovativi a tutti i lucani, anche a coloro che vivono nelle aree interne.  Il Pnrr ha anche il merito di aver riproposto la centralità dei borghi, dei presidi delle aree interne, sollecitando investimenti laddove emergono progettualità e prospettive. Anche l’energia è un tema cruciale. Basilicata è tra le 5 regioni scelte dal Governo per presentare i progetti bandiera per quanto riguarda le Hydrogen Valleys. Siamo stati la regione del petrolio, del gas, dell’eolico e ora vogliamo diventare la terra dell’idrogeno, anche in vista della transizione energetica e dell’emancipazione dalle fonti fossili. L’obiettivo della Basilicata è puntare ad essere la regione “Green Hub” d’Italia.

C’è una ricetta per far bene il presidente di Regione?

Dobbiamo ragionare con occhi e cuori nuovi e ascoltare la gente. Dobbiamo riattivare energie positive, puntare sui giovani, la vera linfa della nostra società. L’obiettivo è lasciare ai nostri figli una Basilicata, un’Italia, un’Europa migliore di come l’abbiamo ricevuta. Solo su questo saremo giudicati dai cittadini e dalla storia.

Per concludere, presidente: qual è la cosa, un provvedimento, un progetto o una decisione di cui va più fiero?

L’azione di governo si valuta non dai singoli, ma dall’insieme dei provvedimenti adottati che devono andare incontro ai bisogni reali dei cittadini, delle famiglie e delle imprese. Sarò soddisfatto quando la mia azione di governo avrà portato reali benefici ai lucani per qualità della vita e sviluppo.

 

Mario Nanni – Direttore editoriale

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