L’annuncio su X della presidente Meloni ha fatto scalpore, ma non poi tanto: “Sono onorata di annunciare la partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7. È la prima volta che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette e questo non può che rendere lustro all’Italia e all’intero G7.” La nostra premier ha poi aggiunto: “Ringrazio di cuore il Santo Padre per aver accettato l’invito dell’Italia, la sua presenza dà lustro alla nostra Nazione e all’intero G7”. Lo scopo dell’invito è “valorizzare il percorso promosso dalla Santa Sede” nel 2020 sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale con la “Rome Call for AI Ethics“ e quindi “portarlo all’attenzione degli altri leader.”
Non c’è dubbio, la Meloni o semplicemente Giorgia, come preferisce essere chiamata per ricevere e dare il tu a tutti, il colpaccio l’ha fatto. Portare il Papa (gesuita per l’ordine ecclesiastico ma francescano per costume di vita) in una lussuosa masseria pugliese non è roba di tutti i giorni. E poi lo scopo e lo scoop meritano: “valorizzare il percorso promosso dal Vaticano sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e portarlo all’attenzione degli altri leader.” Non so a voi, ma a noi, detta così, dà l’impressione di un Governo guidato piuttosto che guida del summit. Francesco è il Papa mentre Giorgia è una presidente del Consiglio. La omaggeranno come padrona di casa ospitale e munifica, ma le foto vorranno farsele con il Pontefice, candidamente vestito contro il biancore pugliese. Vuoi vedere che Giorgia, callidamente divisando di andare a dama, sarà mangiata summit facendo; che l’ansia da prestazione l’abbia indotta ad esagerare; che i problemi mondiali le procurino una superfetazione dell’io?
Certo che qualche sintomo, in proposito, Giorgia l’ha manifestato eccome. La prima volta di un Pontefice al G7 l’ha fatta gongolare al punto da profferire: “questo non può che rendere lustro all’Italia e all’intero G7”, nientemeno. Ma l’ha fatta pure cadere in un lapsus, non ci sentiamo di specificare se linguae o calami o mentis addirittura. Purtroppo, come scivolò attribuendo a Giovanni Paolo II un famoso pensiero di Lord Acton nel discorso programmatico alle Camere per giunta, adesso su X, l’ex Twitter, lo scivolamento è meno solenne, ma parimenti bizzarro. Eh sì, l’abbiamo notato noi quanto, supponiamo, voi che Giorgia scivola sul fatto notorio che Papa Francesco è cittadino argentino; poi, in quanto cardinale, ha il passaporto vaticano; infine, da Pontefice è capo della Città del Vaticano, uno Stato enclave dell’Italia. Quindi Papa Francesco è, a tutti gli effetti, ben due volte straniero, per cui tutto quello che dice e fa dà lustro o meno all’Argentina e al Vaticano, all’Italia no.
Fin qui le scivolate di Giorgia. Ma il pericolo è in agguato. Aleggia sul G7 di Borgo Egnazia. A nostra memoria, nella pièce “I due papi” Benedetto XVI chiede al cardinale Bergoglio se abbia mai ballato. E Bergoglio gli risponde:“Certamente, sono argentino!” Il nostro timore è che Bergoglio non desista dal previsto “ballo della pizzica” e trascini pure Giorgia nel ritmo forsennato della danza pugliese. Sarebbe uno scivolamento concordatario, per dire.
Pietro Di Muccio de Quattro