Luigi Carnevale, il Prefetto del G7

Luigi Carnevale, Dirigente Generale della Polizia, cresciuto tra Catanzaro Lido e Cardinale in Calabria, dall’8 aprile è il nuovo Prefetto di Brindisi. Un incarico deciso dalla Presidenza del Consiglio che porta da Roma a Brindisi, alla vigilia del prossimo G7, uno dei poliziotti più amati e più seguiti dal Viminale. Il nuovo Prefetto di Brindisi si porta dietro infatti la fama di essere uno dei migliori investigatori della Polizia di Stato. Profilo professionale altissimo.

Naturalmente guai a chiedergli del G7, a differenza di come farebbe qualcun altro. Direbbe “No comment”, ma lui neanche questo. Una “mummia” che sorride. Non va oltre. Ma è evidente che la sua nomina e il suo incarico siano strettamente correlati alla delicatezza del G7, e alla necessità di un coordinamento organico e stabile tra i lavori del G7 e i vertici di Governo.

“Tra le priorità della Presidenza italiana – ha ricordato la stessa Giorgia Meloni in questi giorni- vi sarà la difesa del sistema internazionale basato sulla forza del diritto. La guerra d’aggressione russa all’Ucraina ne ha intaccato i principi e ha scatenato una crescente instabilità, visibile nei diversi focolai di crisi. Altrettanto importante il conflitto in Medio Oriente, con le relative conseguenze sull’agenda globale. Sarà centrale il rapporto con le Nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti. Prioritaria l’attenzione nei confronti dell’Africa. La sfida è costruire un modello di partenariato vantaggioso per tutti, lontano da logiche paternalistiche o predatorie. Particolare riguardo sarà, inoltre, dedicato alla regione dell’Indo-Pacifico”.

Per l’Italia, dunque, sarà un appuntamento di altissimo profilo istituzionale e internazionale.

Il Vertice si terrà a Borgo Egnazia, in Puglia, dal 13 al 15 giugno 2024, in una delle più affascinanti località d’Italia e non solo del nostro Paese, in un clima d’accoglienza dell’intera regione Puglia. L’evento vedrà la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo dei sette Stati membri, oltre al Presidente del Consiglio Europeo e alla Presidente della Commissione Europea in rappresentanza dell’Unione Europea.

“La Presidenza italiana durerà fino al 31 dicembre 2024 e prevede un fitto programma di riunioni tecniche ed eventi istituzionali che si articolerà lungo tutto il territorio nazionale, ma il Vertice dei Leader del G7- dice la Presidente Giorgia Meloni- sarà per noi l’appuntamento principale”.

Come da tradizione, prenderanno parte ai lavori del G7 anche i rappresentanti di alcuni Stati e organizzazioni internazionali invitati dalla Nazione che detiene la presidenza di turno. Il 1° gennaio 2024 l’Italia ha assunto, per la settima volta, la Presidenza del G7, è il gruppo che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America.

Chi è Luigi Carnevale

E a fare gli onori casa, a nome del Governo, ci sarà proprio lui, Luigi Carnevale, che in Polizia è stato quasi tutto.

Prima Capo della Polizia di Stato in Vaticano, il che significa ombra fedelissima di Papa Francesco, e poi Capo della Polizia di Stato alla Presidenza del Senato della Repubblica, il che vuol dire Capo della sicurezza della seconda carica dello Stato, e Responsabile diretto della Sicurezza di Palazzo Madama, che ospita i Senatori italiani.

La storia personale di Luigi Carnevale sembra quasi un romanzo d’appendice, lui è uno di quei tanti figli del Sud che lascia la sua terra, nel suo caso la Calabria, perché il suo lavoro lo obbliga a partire, diventa poliziotto perché ha il senso dello Stato dentro, servitore fedele del suo Paese per passione, istintivo, intelligente, cocciuto, preparato ad ogni forma di sacrificio, determinato a fare onore al nome della sua famiglia e alla terra da dove è partito, e alla fine diventa tante cose diverse messe assieme.

Poliziotto, investigatore, uomo d’apparato, cordone ombelicale tra la politica e la Polizia di Stato, uomo elegantissimo, il neo Prefetto di Brindisi passa agevolmente dalle inchieste antimafia più delicate e complesse ai palazzi del potere, la Camera dei Deputati, la Commissione Bicamerale, la Commissione Antimafia, e infine nel cuore di Santa Romana Chiesa tra i palazzi vaticani e Santa Marta, alla corte di Papa Francesco. Poi al seguito del Presidente del Senato.

-Eccellenza, si ricorda il suo primo giorno in Polizia?

Come potrei non ricordarlo? Ricordo che partii una sera dal Friuli che ero un soldato semplice e mi ritrovai l’indomani mattina ad indossare la divisa da Vice Commissario per la frequenza del corso di nove mesi. Eravamo in duecento quel giorno, e la gran parte di noi fortemente motivati e desiderosi di iniziare un’avventura che ci avrebbe se non altro assicurato un lavoro importante.

-E il suo sogno originario di fare l’avvocato morì per sempre?

A poco a poco iniziai ad appassionarmi al mio nuovo mondo. Soprattutto seguendo con grande passione le lezioni di investigatori del calibro di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli, Nicola Cavaliere, Franco Gratteri e tanti altri investigatori di razza. Loro, sebbene ancora giovani, avevano una marcia in più e un carisma che li avrebbe poi portati ai vertici del Viminale”.

-Se lei oggi dovesse fare un bilancio della sua vita?

Le direi che il mio percorso, nel mondo entusiasmante quanto rischioso della polizia giudiziaria, è stato lungo e ricco di soddisfazioni. Ma lo è stato altrettanto l’incarico di Direttore della Polizia Scientifica Nazionale che mi ha fatto assaporare il piacere di risolvere casi intricati con le tecnologie più moderne e innovative a disposizione delle polizie di tutto il mondo.

-Decisamente un bilancio importante…

Vede, il bagaglio di questa esperienza mi è servito anche negli incarichi successivi, quando poi sono stato chiamato al servizio delle Istituzioni fra le più importanti del nostro paese.

-In che senso?

Nel senso che ho dovuto svolgere indagini delicate anche alla Camera dei Deputati su richiesta del Parlamento, cosa che ho dovuto fare con il massimo rispetto verso l’Istituzione dove lavoravo, e che insieme a poche altre sintetizza i principi e i valori che io, appena entrato in polizia, ho giurato di difendere anche a costo della vita. Mi è capitato di dover sventare vari tentativi di suicidio in Piazza San Pietro, e affrontare vari episodi di violenza, anche questo l’ho sempre fatto ricorrendo ai miei trascorsi sportivi.

-È vero che quando il Papa venne ricoverato al Gemelli lei fu complice del suo trasferimento in ospedale per la riservatezza totale con cui il Papa arrivò in Ospedale?

Mettiamolo così, io ho accettato che il Pontefice si recasse al Gemelli da solo, come mi era stato richiesto. Il Santo Padre doveva in quel momento ricoverarsi, in vista del delicato successivo intervento chirurgico a cui venne sottoposto, ma io in quella fase ho solo garantito la riservatezza necessaria a Papa Francesco. E anche in quella occasione così delicata e speciale mi sono assunto la responsabilità di quel trasferimento, così come ho sempre fatto fin da giovane funzionario di polizia. Pronto a pagarne il prezzo nel caso qualcosa fosse andato storto. Ma non è stato quello l’unico caso della mia permanenza in Vaticano.

Sposato e padre di due figli, Luigi Carnevale inizia la sua carriera in Polizia nel 1989 presso la Squadra Mobile della Questura di Cosenza, con l’incarico di Vice Dirigente. Durante quel periodo, durato circa tre anni, Luigi Carnevale riorganizza le sezioni investigative dell’Ufficio, con particolare cura per la sezione antirapina e antidroga, data la particolare incidenza dei crimini connessi a quei settori.

Aggregato alla Squadra Antisequestro, costituita presso la Questura di Perugia, contribuisce all’inchiesta sul sequestro del piccolo Augusto De Megni, vicenda conclusasi felicemente nel gennaio 1991 con la sua liberazione. Nel 1992 è assegnato al Centro Operativo DIA di Reggio Calabria, con l’incarico di Dirigente di Sezione. In quell’Ufficio svolge attività investigative antimafia di grande delicatezza istituzionale, fra queste quelle conclusesi poi con l’arresto degli autori e dei mandanti dell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti e dell’ex Presidente delle Ferrovie dello Stato Lodovico Ligato.

L’anno successivo ritorna a Cosenza, sempre alla Squadra Mobile ma questa volta come Dirigente, distinguendosi per le attività svolte, in relazione alle quali riceve formali attestazioni di compiacimento dall’allora ministro dell’Interno. In particolare: conduce, con straordinari risultati, attività di indagini nei confronti delle consorterie criminali legate alla ‘ndrangheta, operanti sull’intero territorio della provincia, e culminate nel maxi-blitz del 10.10.1994 con l’arresto di 118 affiliati alle cosche mafiose, responsabili a vario titolo di omicidi, estorsioni, rapine, traffico di stupefacenti, e la cattura di numerosi pericolosi latitanti anche all’estero.

Per queste sue inchieste, Luigi Carnevale riceve diverse minacce di morte da parte di un’organizzazione criminale, il tutto per fortuna si conclude con l’arresto del capoclan della stessa organizzazione, e la scoperta dell’esplosivo e dei telecomandi che sarebbero serviti per l’attentato contro di lui. Il 03.10.1994 gli viene conferita la promozione alla qualifica di Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato per meriti straordinari. Nel 1997 è trasferito alla Questura di Brindisi con l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile, ottenendo anche lì numerosi riconoscimenti ufficiali.

Nel 1999 è assegnato alla Squadra Mobile di Roma con l’incarico di Vice Dirigente e Dirigente la Sezione Criminalità Organizzata, l’ex Centro Interregionale Criminalpol Lazio e Umbria, e nel 2002 viene trasferito presso la Sede delle Commissioni Parlamentari Bicamerali, a Palazzo S. Macuto, dove è nominato dal ministro dell’Interno funzionario di collegamento tra la Polizia di Stato e la Commissione Parlamentare Antimafia.

Nel 2004, promosso alla qualifica di Primo Dirigente, alla fine del relativo corso di formazione è assegnato alla neo istituita Divisione di Analisi Criminale, presso il Servizio Centrale Operativo (lo S.C.O.) della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e nel 2007 è assegnato al Servizio Controllo del Territorio con l’incarico di Dirigente della II Divisione.

Nel 2009 gli viene conferito l’incarico di Vice Dirigente dell’Ispettorato di P.S. presso la Camera dei Deputati, dove assume la responsabilità dei servizi di protezione del Presidente della Camera dei Deputati fino al 2013, quando viene poi trasferito all’Ispettorato di P.S. “Vaticano” in qualità di Vice Dirigente.

Dal 1° ottobre 2015 al 17 giugno 2016 frequenta il Corso di alta formazione presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia al termine del quale, ottenuta nel frattempo la promozione a Dirigente Superiore della Polizia di Stato con decorrenza 01.01.2016, gli viene conferito l’incarico di Direttore del Servizio Polizia Scientifica presso la Direzione Centrale Anticrimine.

Dal 23 luglio 2018 è il Dirigente dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza “Vaticano” e in data 20.05.2019 viene promosso Dirigente Generale della Polizia di Stato.

In conclusione, un percorso professionale che fa di lui oggi uno dei Prefetti italiani più amati e più stimati del Ministero dell’Interno. Uomini dello Stato a cui il Paese non finirà mai di dire grazie per quello che ogni giorno fanno per tutti noi.

 

Pino Nano Giornalista. Già capo redattore centrale della Rai

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