“È positivo almeno il cambio di toni da parte del nuovo presidente dell’Anm Parodi e la partenza di un dialogo perché è indegno che ci sia uno scontro tra poteri dello Stato. Vediamo se questo corrisponderà a fatti nuovi”. Raffaele Nevi, umbro, vice-capogruppo di Forza Italia a Montecitorio e portavoce nazionale del partito. Con BeeMagazine analizza il percorso della riforma della giustizia: “Non vedo possibilità di modifiche, è un testo forte ma equilibrato. Sui dettagli si può ragionare ma va mantenuto l’impianto e va approvato rapidamente”. Quanto allo scontro con la magistratura, Nevi è tranchant: “Nessuna delegittimazione da Fi. C’è l’evidente volontà in alcune frange dei magistrati di contrastare una parte politica che, secondo loro, non è degna di guidare il Paese. E’ un’impostazione che si rintraccia in atteggiamenti e talvolta documenti e che, a mio avviso, è eversiva. La politica non fa altro che difendersi”.
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Il nuovo presidente dell’Anm Cesare Parodi, esponente di Magistratura Indipendente, ha subito chiesto un incontro sulla riforma della giustizia al governo, che sarà calendarizzato a fine mese dopo lo sciopero dei magistrati. Vede spiragli di dialogo?
Vedremo. Certamente Bisogna tornare a rispettarsi reciprocamente e a rispettare la Costituzione, che assegna il compito di legiferare a Parlamento e governo. È fatta salva ovviamente la libertà di espressione, ma i giudici devono avere consapevolezza del loro ruolo istituzionale.
Parlare di indegnità è un termine forte. Anche la politica ha alimentato lo scontro: dal caso Delmastro alle parole del ministro Crosetto su giudici che fanno opposizione politica, fino al decreto per cambiare le norme sulla convalida dei trattenimenti dei migranti. Non tocca a tutti abbassare i toni?
Sono 25 anni che alcune frange della magistratura usano toni e compiono atti volti a occuparsi di politica, soprattutto nei confronti del centrodestra. A cui si aggiunge la vicenda di Matteo Renzi. C’è l’evidente volontà di contrastare una parte politica che, secondo loro, non è degna di guidare il Paese. È un’impostazione che si rintraccia in atteggiamenti e talvolta documenti e che, a mio avviso, è eversiva. La politica non fa altro che difendersi.
Una cosa è sottolineare gli errori di determinati pm e giudici, diverso è delegittimare l’intera categoria. Lei non vede una “crociata” del centrodestra contro la magistratura?
Assolutamente no. Fi non fa che ripetere che non ce l’ha con la magistratura bensì con alcune frange. Accogliamo con soddisfazione il cambio dei toni dell’Anm e speriamo che corrisponderà a fatti concreti. Non vorrei più vedere magistrati che se ne vanno quando parla un rappresentante del governo: la politica va rispettata anche quando non la si condivide.
La maggioranza ha detto che andrà avanti con la riforma della giustizia, che non piace ai magistrati, Vede possibilità di modifiche del testo nei prossimi passaggi parlamentari?
Mi sembra di no. Ne abbiamo discusso per due anni, con audizioni e dibattito. E’ condivisa oltre i confini del centrodestra, visto che Azione e Iv non hanno votato contro: è un testo con scelte forti ma equilibrato.
Sulla separazione delle carriere – peraltro ridotta a un solo passaggio già dalla legge Cartabia – non c’è margine di trattativa. Ma sul sorteggio del Csm, ad esempio “temperato” anziché secco?
Per noi quella del Csm è la madre di tutte le riforme. Vogliamo eliminare alla radice il problema più grave: il correntismo nella magistratura che fa vincere non il merito ma l’appartenenza. Sui dettagli, se c’è un cambio di toni, si può anche ragionare. Ma per noi conta mantenere l’impianto e arrivare al varo definitivo in tempi rapidi. Nell’interesse del Paese e della stessa magistratura, per recuperare l’autorevolezza che i sondaggi segnalano bassa.
Nell’interesse del Paese, lei dice. Ma i problemi della giustizia italiana sono soprattutto carenza di personale e di fondi, procedimenti lenti. Non servono soprattutto investimenti?
Certo, è un problema che abbiamo presente. Servono investimenti in tanti settori, tra cui la giustizia. Il governo sta lavorando per semplificare e riorganizzare, anche grazie ai fondi del Pnrr, e sta ottenendo risultati. Poi, i soldi non bastano mai purtroppo.