La sveglia di Draghi all’Europa

Doveva fare il nonno, il pensionato, una riserva della Repubblica, e invece a pochi mesi dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo Mario Draghi, incontrando a Strasburgo i Presidenti delle Commissioni, si sfoga per i ritardi con cui procedono alcune decisioni.

 

 

 

“All’Ecofin informale di sabato scorso mi hanno chiesto qual è l’ordine in cui le riforme andrebbero realizzate . Ebbene io non ho idea dell’ordine migliore, però vi posso dire questo: per favore fate qualcosa. Scegliete voi l’ordine e fate qualcosa; non potete passare altro tempo dicendo no a tutto!”

No agli Eurobond, no al debito comune, no alla fiscalità condivisa.

Bruxelles frena su tutto. Frena perfino sugli investimenti che secondo l’ex presidente del Consiglio sono necessari e urgenti per rilanciare l’economia.

Anche per questo Mario Draghi quando si creano le condizioni si mette a pungolare la UE  con osservazioni puntuali e documentate.

Del resto lui è la persona che Ursula von der Leyen ha incaricato di trovare il sistema  per rilanciare la competitività  europea stando al passo con le economie di USA, CINA, INDIA.

 

 

 

Draghi così si mette a consultare esperti, incontra economisti di rango, forma una squadra di alto livello a Francoforte per scuotere il Palazzo del potere economico.

Non è tanto una questione di soldi facendo capire che la sua attenzione èsoprattutto rivolta a rivisitare le regole avviando nella UE riforme strutturali.

“Il mondo va avanti,  la UE è bloccata. Come possiamo competere se paghiamo l’elettricità  tre volte tanto  gli  USA, e  il gas cinque o sei”

Per Draghi quindi è giunto il momento per migliorare e aumentare la spesa pubblica per sostenere  anche gli investimenti privati  nelle innovazioni.

“Sono obiettivi  trasversali,   destra e sinistra  non c’entrano.”

Economia verde, digitalizzazione, intelligenza artificiale,  transizione, controllo del clima: sono questi i campi di battaglia  futuri !

Occorre che la politica si affretti a scegliere gli strumenti necessari ad affrontare una nuova stagione sapendo che per mostrarsi all’altezza dei tempi occorre che alla UE si avvii un profonda riforma della governance.

Non può un singolo Paese con il suo solo voto bloccare tutto per anni.

Se vogliamo tenere il passo con i nostri competitori nel mondo dobbiamo innanzitutto  snellire le istituzioni europee, sviluppando  gli strumenti a disposizione e creandone di nuovi.

La terribile invasione della Russia in Ucraina deve accelerare al massimo talune decisioni.

La politica estera e la politica della difesa devono cambiare al più presto.

La UE deve avere un suo esercito bene organizzato e una politica degli affari esteri coerente con le scelte finora compiute.

Il Patto Atlantico non si discute; deve esserci un ministro della Difesa  che parla a nome di tutti e un ministro degli Esteri che parla anche lui a nome di tutti i 27 Paesi.

 

 

 

 

Luigi GrilloGià sottosegretario con delega al Bilancio nei governi Ciampi e Berlusconi I. Già presidente della VIII Commissione nelle legislature XV e XVI 

 

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