Intelligenza Artificiale, Elia Valori: «Sappiamo ma ancora troppo poco». Le nuove frontiere che si aprono dalla giustizia all’attività dei servizi segreti

«Giancarlo Elia Valori nel suo ultimo libro sull’Intelligenza Artificiale- scrive Oliviero Diliberto, preside della Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Romanon cessa di stupirmi e stupirci per l’impressionante profondità e varietà di interessi e di conoscenze. Ci prende per mano e ci guida per terre incognite, offrendo continui stimoli intellettuali. Ogni pagina si presta a letture e riletture, perché ognuna di esse suggerisce uno spunto, una riflessione, un approfondimento, una curiosità».

Parliamo qui dell’ultimo libro di Giancarlo Elia Valori, ex manager di Stato, acuto e riconosciuto analista internazionale di geopolitica, “Intelligenza artificiale tra mito e realtà. Motore di sviluppo o pericolo imminente?” (Rubbettino Editore), che sarà presentato ufficialmente domani a Roma da un parterre d’eccezione.

-Prof. Valori, ma è vero che l’Intelligenza Artificiale condizionerà pesantemente anche il mondo della comunicazione e del giornalismo?

Come faccio a non dirle la verità? L’ondata di intelligenza artificiale ha attraversato e sta attraversando diversi settori quali i servizi pubblici, l’istruzione e l’assistenza medica. Naturalmente, l’industria dei media non è da meno: molti media in Italia e all’estero hanno esplorato ed esplorano l’intelligenza artificiale e le notizie relative ad essa. Si può dire che questo è il momento migliore e peggiore per lo sviluppo dell’industria dei media.

-In che senso professore?

L’ambiente esterno è in rapida evoluzione e continua a influenzare l’industria delle notizie. I media sono sempre stati cauti, camminando sul ghiaccio sottile. Quanto cambiamento porterà l’intelligenza artificiale al giornalismo? È sovversione o assistenza? Come dovrebbe rispondere il giornalismo ai cambiamenti? Vale la pena pensare a tutti i tipi di problemi nel settore delle notizie.

-Professore mi aiuti a tradurre il concetto: tra giornalismo e Intelligenza Artificiale il rapporto potrebbe dunque non essere idilliaco?

Ci sono da analizzare i pro e i contro dell’applicazione dell’intelligenza artificiale nel giornalismo per considerare se la loro combinazione è un’opportunità o una sfida che può annullare il giornalismo stesso. Forse è ancora presto per trarre le conclusioni che mi chiede.

Ma procediamo per gradi.

La prima cosa che colpisce di questo libro è la dedica iniziale che il vecchio economista e manager italiano Elia Valori dedica a sua madre: «A mia madre– si legge- moderna e instancabile, che ha vissuto con lo sguardo rivolto al futuro, sempre ancorata ai grandi principi etici dell’Umanesimo e della solidarietà».

Poi tutto il resto,  un saggio pieno di suggestioni e di provocazioni culturali di ogni tipo, aggiornatissimo, erudito, informato, scritto con il piglio del grande esperto informatico -e magari il vecchio professore non lo è neanche-, ma tutto questo avviene senza colpo ferire, con una naturalezza che ci aiuta finalmente a capire verso quale dimensione futura ci avviamo e quale sarà comunque nei fatti la vita quotidiana che verrà dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Il vecchio analista di politica internazionale scava nel cuore della modernità, e da appassionato delle ricostruzioni giornalistiche d’altri tempi ci prende per mano e ci aiuta a conoscere meglio cos’è oggi nei fatti e concretamente quella che gli americani chiamano molto confidenzialmente l’AI, l’Intelligenza Artificiale.

Oliviero Diliberto, che firma la prefazione del saggio, scrive: «Il libro che avete tra le mani indaga questo fenomeno completamente nuovo con lo spirito giusto: mettendo, cioè, da parte ogni vecchia certezza tolemaica e affrontando senza rete – come in una svolta copernicana contemporanea – una materia così inedita e complessa, per molti aspetti letteralmente sconvolgente».

Il vecchio professore di Diritto Romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cagliari, e oggi preside della Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, è ancora più schietto: «È un libro, questo di Giancarlo Elia Valori, che studia questi fenomeni in modo coraggioso, vorrei dire perfino intrepido, ed altruista. Impiego senza remore- sottolinea- quest’ultimo termine: altruista».

In realtà, Giancarlo Elia Valori dimostra di sapere quasi tutto dell’Intelligenza Artificiale, e il racconto che ci propone è quasi un romanzo, scritto con leggerezza e un linguaggio modernissimo, un libro che si legge tutto di un fiato, avvolgente, intrigante dall’inizio fino alla fine.

E potrei dire anche magico se non altro per gli scenari che l’autore ci propone nell’affrontare un tema così complesso, facendoci immaginare che un giorno a salvarci da un processo penale o da un agguato informatico, o a risolvere i mille rebus di un complicato incidente della strada, non saranno né gli avvocati di parte né i periti né i consulenti informatici, ma sarà l’uso corrente dell’Intelligenza artificiale a cui il mondo si rivolgerà in maniera corrente.

È la favola del “robot che diventa umano”, magari con un cuore meno influenzabile del nostro, ma con una conoscenza di dati che permetterà al robot di leggere e analizzare gli atti di un processo in un nano-secondo dando poi la soluzione migliore per chiudere la controversia.

«Tutto il mondo del diritto -ammette Oliviero Diliberto, che era stato anche ministro della Giustizia dal 1998 al 2000, Governo D’Alema- viene investito dall’irruzione dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite. Pensiamo alla macchina intelligente quale possibile strumento decisionale nei processi in tribunale e nelle ADR, alternative dispute resolution».

Ma la domanda centrale che il giurista si pone è fondamentale: «È ragionevole affidare il giudizio su umani ad un essere non umano privo di sentimenti, per avere un giudizio meccanico, certa-mente oggettivo, anche imparziale, ma del tutto impersonale?» E ancora, sempre in tema di diritto, pensiamo al problema della responsabilità, penale e civile, per i comportamenti delle macchine: «È sempre da attribuire al programmatore?».

Per Giancarlo Elia Valori «Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale delineano cambiamenti rapidi e diffusi delle interazioni tra le persone ed i sistemi dotati di capacità di ragionamento. Si aprono nuove possibilità della IA, anche in sinergia con sistemi robotici, in qualità di assistenti degli esseri umani nello svolgimento di vari compiti come il lavoro, la ricerca di informazioni in Rete ed in generale la soluzione di problemi. Di conseguenza è necessario affrontare nuove problematiche di etica applicata che rendono opportune riflessioni intorno a dignità, identità e sicurezza della persona umana, in merito all’accesso equo alle risorse tecnologiche, alla responsabilità individuale o collettiva e alla libertà di ricerca».

C’è un paragrafo del saggio in cui Elia Valori spiega in maniera magistrale come anche il mondo dell’intelligence sarà radicalmente stravolto dall’Intelligenza Artificiale, con un pianeta letteralmente controllato dalle macchine, dove ogni singolo cittadino potrà essere intercettato e seguito da qualunque parte del mondo con dei sistemi di sicurezza mai provati prima d’ora, un tuffo nel futuro.

In questo libro di Valori c’è di tutto: filosofia morale e tecnica avanzata del linguaggio, analisi logica e scienza delle probabilità, politica reale e immaginazione, vanno di pari passo, in simbiosi, come se fossero parte comune della stessa fetta di pianeta e di mondo.

La professoressa Franca Melfi, pioniera della chirurgia robotica in Italia, e tutor ufficiale in quasi tutto il mondo del robot “Da Vinci”, quello che viene normalmente utilizzato oggi in sala operatoria per la sezione dei tumori più aggressivi e più irraggiungibili dal bisturi del vecchio chirurgo, spiegava proprio qualche giorno fa all’Università di Pisa come l’Intelligenza Artificiale potrà essere utile a salvare sempre di più nuove vite umane.

Ma la cosa forse più bella che questa ricercatrice che il mondo scientifico internazionale invidia all’Italia ci ha insegnato è lo slogan che riporto qui fedelmente e che ci dà la sintesi del nuovo libro di Giancarlo Elia Valori: «L’Intelligenza Artificiale sarà determinante, ma a guidare la macchina in sala operatoria ci sarà comunque sempre un chirurgo».

Il saggio di Elia Valori ha trovato in Oliviero Diliberto, che ha accettato di presentarlo un entusiasta lettore: «Elia Valori, che vanta una competenza praticamente unica nel campo della geopolitica globale, offre al lettore una visione strategica del problema. Putin poteva affermare, l’ho appreso leggendo questo volume, nel 2017 che “chi diventerà leader nel campo dell’intelligenza artificiale dominerà il mondo”. Così, si spiegano anche le significative pagine di Valori dedicate alla Cina e all’uso dell’intelligenza artificiale contro il terrorismo, all’intelligence in rapporto con le nuove tecnologie -tanto più durante la pandemia- all’uso militare, larghissimo, di questi nuovi mezzi».

Ma cos’è in realtà l’Intelligenza Artificiale?

Oliviero Di Liberto qui fa sua la risposta assoluta di Giancarlo Elia Valori: «Dell’Intelligenza Artificiale sappiamo, ma sappiamo ancora troppo poco».

*giornalista. È stato caporedattore centrale Rai

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