La composizione del Parlamento resta in mano ai centristi e socialisti e la maggioranza Ursula continuerà anche nel corso di questa legislatura nonostante l’aumento esponenziale di consensi dell’estrema destra. Quindi nessun problema? Sbagliato. Il risultato delle Europee e il crollo di alcuni partiti a favore di altri rischiano di provocare veri e propri terremoti politici negli Stati membri dell’Unione Europea.
Basti pensare a Francia e Germania. Il risultato ottenuto da Rassemblement National – il figlio più che legittimo del Front National – è il primo campanello di allarme per la stabilità dell’UE così come la si conosce. La sconfitta di Macron era scontata ma nessuno si sarebbe aspettato un exploit di Le Pen e di Jordan Bardella.
I liberali di Macron dopo aver cambiato per sempre le sorti della Quinta Repubblica surclassando i partiti tradizionali del Dopoguerra hanno perso terreno. Quella registrata dopo il 9 giugno è una vera e propria disfatta: uno stentato 15% a fronte del 31% di Rn. Il presidente Macron dopo i risultati ha sciolto l’Assemblea ed ha indetto le elezioni legislative anticipate il 30 giugno e il 7 luglio.
Alla vigilia delle Olimpiadi la Francia potrebbe per la prima volta vedere al potere un partito di estrema destra. C’è chi parla di un Fronte Comune tra i partiti moderati per contrastare l’avanzata di Rn: ma gli argini quanto possono reggere nel contenere un fiume in piena? Vale la pena chiedersi perché la maggioranza dei francesi ritenga giusto ‘punire’ Macron.
Le europee in Germania
Anche la Germania, il Paese da sempre più severo verso gli estremismi, si trova costretto a far fronte all’avanzata dell’ultradestra. Negli ultimi anni lo scenario suggeriva un’avanzata del populismo iperconservatore: l’inflazione, gli strascichi della pandemia e la guerra in Ucraina non hanno reso la vita facile al cancelliere Olaf Scholz che si è trovato a far fronte all’insoddisfazione dei cittadini. I terribili fatti di Mannheim hanno completamente occultato i cori razzisti sull’isola di Sylt portando acqua al mulino dell’AfD.
Scholz non farà come Macron, questo lo ha già detto. Ma cambierà idea quanto ci saranno le elezioni in alcuni dei Lander più importanti in autunno? Se le elezioni locali dovessero premiare ancora una volta l’AfD il ruolo del cancelliere potrebbe essere messo in discussione.
L’ascesa: cosa ha permesso questa crescita in Francia e Germania?
Sicurezza, migrazione irregolare, paura della radicalizzazione dei soggetti emarginati e rabbia sociale pilotata ad arte. Questo è il quadro che si presenta agli analisti politici di Berlino e Parigi: entrambi i Paesi hanno gestito male il fenomeno dell’immigrazione senza riuscire a garantire l’inclusione nella società. I segnali della radicalizzazione si vedono nelle piccole e nelle grandi manifestazioni: basti pensare all’aggressione avvenuta a Lione dove un uomo armato di coltello qualche mese fa ha seminato il panico, oppure all’accoltellamento nella Loira innescato da un ragazzo di origine afghana in cui è morto un adolescente. Eventi sui quali Rn ha mantenuta alta l’attenzione: “E Macron? E la sinistra? Questa è l’accoglienza che vogliono darvi” si legge sui social.
In Germania la situazione non è così differente. Dallo scoppio della guerra in Medio Oriente tra palestinesi ed autorità israeliane si è generata una corrente estremista che è scesa in piazza nelle principali città tedesche: i nostalgici del Califfato. La presenza di islamisti ha favorito a sua volta il proliferare di organizzazioni ultraconservatrici vicine all’estrema destra e la creazione di un bacino di consensi anche nelle grandi città, da sempre lontane da questi ‘richiami’.
Una tendenza che parte dall’Est, la zona più povera del Paese, e che è stata capace di arrivare fino a essere il secondo partito più importante della Germania. La maggioranza Ursula dovrà tener conto di queste nuove tendenze e capire come riuscire ad arginare estremisti che potrebbero mettere a repentaglio l’Ue che conosciamo.
Francesco Fatone – Giornalista