Libertario di estrema destra, soprannominato “el loco”, cioè il matto per il suo carattere aggressivo, Javier Milei, istruttore di sesso tantrico con la passione per il Ménage à trois, ha stravinto le elezioni in Argentina con la promessa di prendere a colpi di motosega lo Stato. In un Paese dove il debito pubblico supera i 400 miliardi di dollari, mentre il tasso d’inflazione è stabile sopra la soglia del 140%, il sosia di Mick Jagger si è presentato agli argentini con il proposito di scardinare, rompere, fracassare la grande piovra: il sistema peronista. Milei, fedele al Vangelo di Robert Nozick, l’anarco capitalista che sognava lo “stato minimo” e amava ripetere che “un sistema libero dovrebbe permettere all’individuo di vendersi in schiavitù”, ha in serbo per la seconda economia del Sudamerica la cura più antica del mondo, il salasso: chiudere la Banca centrale, cancellare l’assistenza sociale e sostituire la valuta argentina, il peso, con il dollaro. Sempre in omaggio a Nozick, secondo cui “le tasse del lavoro non sono altro che lavoro forzato”, il neo presidente argentino sostiene che “lo Stato è un’organizzazione criminale che si finanzia attraverso le tasse prelevate con la forza”. Secondo l’ex conduttore radiofonico, esperto di telepatia e con la sorella astrologa, i poveri devono avere il diritto di vendere parti del proprio corpo, i gay di sposarsi, i fricchettoni di fumare tutta l’erba che desiderano: un “ultra liberale” lo ha definito qualche commentatore. Peccato che sempre Milei si opponga ad aborto, femminismo ed educazione sessuale e abbia scelto come vice Victoria Villarruel: cattolica tradizionalista, “anti-gender”, ma soprattutto negazionista del terrorismo di Stato della giunta militare che tra il 1976 e il 1983 ha ucciso 30 mila dissidenti, in larga parte giovani, in quella che è passata alla storia come “guerra sporca”: rapimenti notturni, torture nelle caserme,