
Guerra, crimini e diritto internazionale. Roberto Tanisi fa il punto
Evocando il processo di Norimberga
Evocando il processo di Norimberga
In una recente intervista al quotidiano “La Verità”, il sen. Marcello Pera (già presidente del Senato), rispondendo ad alcune domande inerenti il disegno di legge costituzionale noto come “premierato”, si è lasciato andare a considerazioni di più ampio respiro sulla democrazia, la politica e il diritto, a margine di un convegno dal titolo quanto mai allarmante: “Il suicidio dell’occidente”. Secondo Pera, l’arma che avrebbe provocato tale suicidio sarebbe rinvenibile nel concetto di laicità dello Stato. A giudizio del senatore ed intellettuale liberale, libertà e diritti fondamentali non possono essere giustificati in assenza del ricorso a Dio e alla religione, dal momento che – a suo dire – anche la laicità si fonderebbe in definitiva sui valori cristiani, adottati come norme fondamentali. E, per spiegare meglio il suo pensiero, Pera richiama il libro “Laicità”, di Augusto Barbera (attuale presidente della Corte Costituzionale), nel quale l’autore sarebbe incorso in una palese contraddizione, definendo la laicità come “separazione del diritto e della politica dalla religione”, ma poi ammettendo che “sopra il diritto di Creonte” (il diritto positivo) sta “il diritto di Antigone, quello religioso degli dei”. Da qui l’inferenza che la laicità non sarebbe sufficiente a fondare il diritto. Non ho letto il libro di Barbera e su questo non posso pronunciarmi, ma da tecnico del diritto (e da cristiano credente), reputo non condivisibile l’assunto del sen. Pera. Il tema che egli (ripro)pone è quello del rapporto (meglio: del conflitto) fra diritto naturale e diritto positivo. Il primo basato su una ‘legge’ per lo più non scritta, proclamata come valida al di là dei limiti di tempo e di spazio, radicata nella “natura” – divina o umana (secondo Pera, divina) – e collocata al di sopra della volontà e degli estri di legislatori e maggioranze; il secondo, al contrario, basato
Usa, Cina, Russia. La deriva autocratica delle potenze che governano il mondo, e le nostre (poche) possibilità, in quanto europei, di ripristinare un ordine mondiale ormai crollato
Il 27 febbraio i magistrati italiani sono scesi in sciopero in difesa della Costituzione. Contrariamente alle previsioni delle solite prefiche, l’adesione è stata altissima: una media dell’80 per cento, con punte superiori al 90 per cento
Ancora oggi, nel 2025, la divinità viene usata per giustificare radicalismi, intolleranza, violenze. Il che è contrario ai principi del diritto, oltre che a quelli della politica. Sarebbe bene tornare ai termini di una certa laicità, anche dei vari credo
Rilanciare lo spirito del Manifesto di Ventotene, di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. È necessario un salto di qualità, una cooperazione non solo economica ma anche politica che dia nuova linfa all’idea di Spinelli e Rossi
Una riflessione in merito al procedimento che ha visto imputato Matteo Salvini: alla fine, se è l’immunità della politica che si vuole, lo si dica apertamente. E si abbia il coraggio di modificare l’articolo 68 della Costituzione
Oltre trent’anni fa, dopo la caduta del Muro di Berlino, il Salento fu letteralmente invaso dagli albanesi in fuga (soprattutto dalla fame e dalla povertà). Una piccola favola (forse vera?) su una tradizione salentina di solidarietà
Undici anni, proveniente dalla Sierra Leone e imbarcata in Tunisia. Il suo barcone si è inabissato, tutti quelli che erano con lei sono morti. Lei ha resistito per tre giorni in mezzo alle onde. Un miracolo, scrivono i giornali. Ma a parte questo tragedie della migrazione come questa non fanno più notizia
Legittime domande di un alto magistrato dopo il caso del perdono concesso dal presidente americano al secondogenito. E dopo tanti casi italiani, un tempo sanzionabili come abuso d’ufficio, reato ora abolito
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