La Notte europea della ricerca, la parola a Maria Chiara Carrozza: “È la festa della scienza”

La presidente del CNR: «È incredibile l’entusiasmo e la curiosità che l'evento riesce a stimolare nel pubblico, fatto di famiglie, universitari, giovanissimi. Intanto noi abbiamo imparato a comunicare meglio le potenzialità della ricerca»

La presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza

Siamo nella civiltà della conoscenza e l’evento dedicato alla divulgazione scientifica è un’occasione per riunire insieme ricercatori, studenti e cittadini in una celebrazione dell’innovazione. La  “Notte Europea dei ricercatori e ricercatrici”, che si ripete annualmente l’ultimo venerdì di settembre ha come obiettivo principale quello di rendere accessibile e coinvolgente un mondo che altrimenti potrebbe risultare isolato in una torre d’avorio. Tra le istituzioni aderenti all’iniziativa, il Consiglio Nazionale delle Ricerche è presente in prima fila con eventi in tutta Italia. Per l’occasione abbiamo rivolto alcune domande alla presidente del CNR Maria Chiara Carrozza.

Presidente, come il  Cnr si è organizzato per l’evento?

«La Notte Europea della Ricerca è un appuntamento molto sentito e partecipato dalla nostra comunità scientifica: sono centinaia gli eventi organizzati in tutta Italia, molti dei quali si svolgono all’interno di progetti europei dedicati, che riuniscono atenei e istituzioni di ricerca nazionali. Una mappa completa con tutte le iniziative, che sono davvero tantissime e dedicate al pubblico di tutte le età, è disponibile sul sito web del Cnr. Negli anni, questo appuntamento si è consolidato come una vera e propria festa in onore della scienza, ed è incredibile l’entusiasmo e la curiosità che riesce a stimolare nel pubblico, fatto di famiglie, studenti universitari, giovanissimi… e tante persone che trovano in questo evento un’occasione per scoprire la scienza e il suo contributo alla società».

Quali sono le novità di questa edizione?

«Quest’anno mi preme segnalare che il Cnr ha ottenuto il coordinamento di due nuovi progetti europei, che si aggiungono al già vasto programma della Notte: uno è il progetto “Co.Science”, e prevede eventi a Milano, Busto Arsizio, Varese e Como; l’altro si intitola “I4Science” ed è promosso dall’Area territoriale di Ricerca del Cnr di Montelibretti (Roma). In entrambi i casi, il Cnr è capofila di partenariati che coinvolgono atenei e varie istituzioni del territorio, svolgendo così un lavoro complesso anche dal punto di vista organizzativo. A questi, poi, si aggiungono eventi dislocati in molte città italiane, e iniziative on line».

Ma che punto siamo in Italia con le opportunità lavorative per le giovani ricercatrici?

«Il numero di donne impegnate in ricerca registra un trend in crescita – lo attestano documenti istituzionali come il rapporto She Figures, che ogni tre anni “fotografa” la situazione della parità di genere in vari ambiti, tra cui quello scientifico. In Italia, tuttavia, abbiamo almeno due gap da recuperare: uno riguarda la sottorappresentazione femminile nelle discipline Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics); l’altro è di natura salariale, ovvero la discriminazione nelle retribuzioni nelle posizioni di vertice, che deve essere corretta.

Divari che devono essere affrontati agendo su due livelli. Da un lato favorendo un grande cambiamento culturale che investa in prima battuta la scuola e le famiglie affinché incoraggino le ragazze a intraprendere studi scientifici, dall’altro mettendo a punto strumenti di supporto e di inclusione. Al Cnr siamo impegnati in questo ambito anche attraverso un gender equality plan che ha tra i suoi obiettivi proprio quello di migliorare le carriere delle donne, non solo ricercatrici».

E in questo ambito si deve inserire anche una divulgazione semplice e chiara. Ma come sta reagendo il mondo scientifico a questa sfida?

«La mia impressione è che, da questo punto di vista, la situazione sia migliorata molto negli ultimi anni: c’è sempre più attenzione verso i temi legati alla scienza, e, da parte della società, un’esigenza sempre più forte di conoscere, avere gli strumenti per orientare le proprie scelte come cittadini. Di questo la comunità scientifica è consapevole, e non è un caso se oggi le istituzioni di ricerca, gli atenei, comunicano di più e meglio. Come Consiglio nazionale delle ricerche, poi, siamo fortemente impegnati in attività di comunicazione e outreach, e utilizziamo una pluralità di strumenti: la comunicazione digitale e i social da un lato, ma anche mostre scientifiche, momenti di incontro nelle scuole, partecipazione a festival e grandi eventi. La Notte della Ricerca è uno solo dei tanti momenti organizzati durante l’anno per avvicinare le persone e far conoscere l’impegno delle nostre ricercatrici e ricercatori nel costruire un domani migliore».

Elio Nello Meucci Collaboratore

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