Il canto del Gallo. “Evoluzione. Intuizione. Creazione”

Mi è capitato tra le mani un volumone, “Storia dell’idea

di tempo” di Henri Bergson (che però si legge tutto di un fiato), accanto

al ben più famoso, “L’evoluzione creativa”, portandomi a riflettere

su aspetti del linguaggio colloquiale o formale che riguardano,

su entrambi i fronti, quello dell’evoluzione e della creazione,

di cui critici, storici dell’arte, fanno un uso abbondante, assieme

a molti storici della cultura, la cui confusione mi desta un

certo allarme. Si parla dell’evoluzione delle arti, delle scienze,

dei saperi, con una leggerezza, veramente incredibile, come

se ciò che è frutto dell’intelligenza (di volere o non volere) potesse

essere denominato con un termine che è biologico e meccanico.

implacabile (e non intelligente). Si parla, altresì, di creazione, di

creatività, di uffici creativi e di manager creativi, con una leggerezza

incredibile, là dove si dovrebbe parlare di inventiva, perché la

creatività umana, si chiama invenzione. In quanto creare vuol

dire di un fare ex/nihilo, mentre l’uomo (cioè mai) ha bisogno

per avanzare dal noto all’ignoto, di un metodo, di un linguaggio,

di una tecnica, senza cui il (suo) pensiero rimane come fantasma

della mente e lo può portare ad allucinazioni, per eccesso, a depressione

per difetto. Bergson (ma anche Darwin) a forza di girarsi

e rigirarsi nella tomba, hanno fatto più volte il giro del mondo;

ma come si sa, noi che ne abbiamo abusato, nel definirci rivoluzionari.

La stessa rivoluzione è un controsenso, in quanto anulare e non

vettoriale, per cui possiamo affermare che viviamo accanto a troppo

linguaggio errato e contraddittorio, che a forza di connivenza

convince di essere esatto, mentre è totalmente errato. L’invito

a leggere l’alta pubblicistica linguistica, sociologica, psicologica

è anche quello di ripristinare la connotazione e la denotazione

della parola, della frase, del discorso, senza cui non c’è altro che confusione

incomprensione e un nuovo “ordine” di Babele. Che non è il massimo…

 

Francesco Gallo Mazzeo – Professore di Storia dell’Arte nelle Accademie di Belle Arti, critico e saggista

 

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