Tra Midterm e Usa 2024. Cosa succederà negli Usa? Intervista a Daniele John Angrisani

“Penso che se vinceranno (i repubblicani), dovrebbero riconoscermi tutto il merito. Se perderanno, non mi si potrà dare alcuna colpa”.

Questo aveva dichiarato Donald Trump prima delle elezioni di medio termine (Midterm), sicuro che l’ondata rossa repubblicana avrebbe investito il paese. Eppure di colpe da dare al tycoon newyorkese ce ne sarebbero parecchie: a partire dall’allontanamento di una fetta dell’elettorato repubblicano moderato fino alle scelte nefaste dei candidati, per lo più suoi fedelissimi. Per The Donald però non esiste alcuna sconfitta e in questi giorni ha annunciato la sua candidatura per le elezioni che si terranno nel 2024, il tutto a fronte di scandali e di un calo della popolarità dopo i fatti di gennaio 2021.

Nel suo discorso Trump ha invocato un “ritorno dell’America” e ha indicato Joe Biden come colpevole di aver reso gli Stati Uniti un paese in declino e sull’orlo di una guerra nucleare.

Dall’altra parte del mondo, a Bali-dove si è svolto il G20-, il presidente Biden è preso dai molteplici eventi internazionali: prima il bilaterale con Xi Jinping durato tre ore, poi il lancio dei missili sul territorio ucraino e le condoglianze respinte da Erdogan dopo l’attentato di Istanbul. Una difficile situazione a livello globale che si accompagna ad un ancora più complesso scenario interno agli Stati Uniti nonostante la recente frenata dell’inflazione. Tutte sfide che Biden dovrà affrontare nei prossimi due anni per potersi riconfermare alla guida degli Usa.

 

Abbiamo parlato delle recenti elezioni con Daniele John Angrisani, fondatore di Usa 2024 ed esperto di elezioni statunitensi.

L’onda rossa tanto attesa da Donald Trump alla fine non è arrivata. Cosa è stato decisivo per evitare il trionfo dei repubblicani?

Direi una serie di fattori, anzitutto la qualità dei candidati repubblicani non è stata particolarmente alta, questo anche grazie alla campagna fatta da Trump per far candidare i suoi “fedelissimi” come candidati soprattutto in posizioni chiave a livello statale e federale. L’altra questione è che i democratici sono stati in grado di mobilitare il loro elettorato, questo grazie alla sentenza della Corte Suprema “Roe vs Wade” che ha avuto parecchio impatto. In Pennsylvania circa il 30% degli elettori che sono recati alle urne aveva come priorità l’aborto: una priorità alla pari con le preoccupazioni economiche nonostante nei sondaggi precedenti al voto l’inflazione risultasse molto più preoccupante rispetto l’aborto.

E invece per Biden quali saranno le sfide interne al Paese per i prossimi due anni?

Sicuramente la situazione economica che non è ancora ottimale e poi la situazione internazionale particolarmente complicata da gestire. Non solo in Ucraina-che è il punto focale-ma anche nei confronti della Cina, che potrebbe approfittare della situazione per tentare prendere il controllo di Taiwan: una cosa che gli americani non potrebbero permettersi. Pechino nella nuova strategia di difesa nazionale americana è definita un concorrente-a differenza della Russia- in grado di poter seriamente impattare e danneggiare l’America nel mondo. La sfida del futuro diventa contenere da una parte la Russia e dall’altra la Cina a livello internazionale e tutto questo in un contesto economico non proprio tranquillo.

Ecco, andiamo al 2024. Se Biden corresse per la Casa Bianca e vincesse, arriverebbe a fine mandato a 86 anni. E’ così scontata la sua presenza alle prossime presidenziali?

Joe Biden ha detto di volersi candidare e che è in grado di poterlo fare, quindi sono sicuro che probabilmente annuncerà la sua candidatura. Io credo che se i repubblicani candidassero Trump, Biden avrebbe molte più possibilità di poter essere rieletto perché comunque è già stato in grado di vincere contro Trump ed è un candidato percepito dall’elettorato come moderato ed in grado di poter unire il Paese. Nel caso in cui invece i repubblicani decidessero di cambiare “cavallo” e candidare qualcun altro più giovane le cose potrebbero cambiare, in quel caso Biden non sarebbe il miglior candidato. I democratici però potrebbero avere altri candidati come la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer o i governatori della California e della Pennsylvania, Gavin Newsom e Josh Shapiro.

Concentriamoci sul tycoon newyorkese: Trump è stato in un certo senso il grande sconfitto di queste elezioni di medio termine. Quale futuro potrebbe prospettarsi per lui in caso di sconfitta anche alle elezioni 2024?

Non è scontato che Trump vinca le primarie. Il problema è che nel caso in cui qualcuno all’interno del Gop dovesse riuscire a vincere le primarie e battere Trump: cosa succederebbe? Trump potrebbe non accettare la sconfitta, così come non ha accettato quella del 2020, o candidarsi come indipendente e a quel punto impedire ad ogni candidato repubblicano diverso da lui di vincere la presidenza o anche accettare obtorto collo la sconfitta ma non è detto che poi i suoi elettori voterebbero per il candidato vincitore delle primarie.

Esiste un precedente?

Nel 2016 tra i motivi della vittoria di Trump forse qualcuno ricorderà che c’è stato lo scontro molto forte tra i candidati democratici Bernie Sanders e Hillary Clinton. In mezzo a tutto questo ci fu anche la pubblicazione di quelle mail in cui il Partito Democratico sembrava avvantaggiare Clinton, cercando di chiudere la stagione delle primarie il prima possibile e questo sicuramente non ha aiutato i due a trovare un accordo post-elettorale. Sta di fatto che molti elettori di Sanders o non hanno votato per la Clinton oppure addirittura qualcuno di loro ha votato per Trump consentendogli di vincere nel Midwest. Se la stessa cosa avvenisse al contrario tra i repubblicani chi mette la mano sul fuoco che gli elettori ultratrumpiani decidano di confermare la loro preferenza verso un altro candidato del Gop anche se vicino a Trump?

Nel frattempo è emersa questa figura: Ron De Santis. Cosa sappiamo di questo personaggio che potrebbe insidiare o sostituire Trump?

Ron De Santis è il governatore della Florida. Si è fatto notare soprattutto nel periodo del Covid per la sua posizione assolutamente contro le chiusure e poi per la sua posizione molto scettica nei confronti dei vaccini. Ha amministrato la Florida-uno stato molto complicato- in maniera particolarmente positiva per il suo elettorato tanto da essere poi rieletto con un margine netto: in quattro anni ha lasciato un chiaro segno sulla politica della Florida trasformandola in un nuovo stato chiave per i Repubblicani. De Santis è riuscito a farsi votare da donne, ispanici, abitanti delle zone suburbane-categorie che in altri Sltati i repubblicani non riescono a conquistare e perle quali hanno perso le elezioni del 2020.

Come potrebbe vincere le elezioni?

Per vincere le elezioni De Santis dovrà prima di tutto mantenere il voto dei trumpiani, cosa non facile perché dipende molto dalla posizione dello stesso Trump e anche in quel caso non è detto che tutti decidano di votarlo. Inoltre non dovrà avere una posizione troppo trumpiana sennò sarà considerato la “copia di Trump” e rischierebbe di perdere parecchi voti negli Stati che non hanno votato repubblicano alle ultime elezioni proprio a causa della candidatura di Trump. De Santis dovrà trovare un equilibrio tra queste due diverse necessità per poter avere la concreta possibilità di vincere. Infine il fatto che lui sia stato in grado di ottenere dei buoni risultati in Florida non implica che possa ottenerli anche in altri stati dove è meno conosciuto.

Un’ultima domanda sempre riguardo la dinastia Trump, potrebbe esserci il rischio che un altro membro della famiglia Trump sia presente in politica? In passato si era ipotizzata la candidatura di Ivanka. Però anche Donald Junior e Jared Kushner sono comunque personaggi quotati per un futuro in politica…

Donald Jr potrebbe seguire le orme del padre però non ha il suo stesso carisma, io tenderei a escluderlo. Ivanka potrebbe essere una candidata più moderata però il nome della famiglia Trump, dopo quello che è successo a gennaio 2021, credo che sia infangato per sempre. Ho letto adesso che Ivanka Trump comunque si è staccata pubblicamente dal padre, dopo l’annuncio della sua candidatura alle elezioni del 2024. Ivanka ha recentemente rilasciato una dichiarazione dove ha detto che non vuole fare più parte della politica e pensare ai suoi figli. Ha detto inoltre che continuerà a supportare suo padre, però fuori dalla linea politica: questo è un segnale molto chiaro.

 

Francesco FatonePubblicista

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