Sticchi Damiani: per la sicurezza bisogna acquisire una “cultura stradale”. È la distrazione la principale concausa degli incidenti stradali

Tolleranza zero dopo episodi di incidenti mortali in danno anche dei pedoni? Non è questione di inasprire le sanzioni vigenti, peraltro adeguate; gli automobilisti o i motociclisti si ricordino di essere anche loro pedoni o ciclisti. Monopattini, il problema deriva dal senso di impunità di chi li guida; necessaria una targa. Nota biografica essenziale. Il ruolo della Fondazione Caracciolo istituita da Aci con compiti di studio e ricerca scientifica nel campo della mobilità. L’auto non deve essere uno strumento per sfogare le proprie frustrazioni o aggressività.

Presidente Sticchi Damiani, il nuovo governo si è costituito, immagino che prima o poi avrà modo di incontrarsi con i ministri che trattano materie su cui l’Automobile Club opera ogni giorno

Certamente. ACI ha una costante interazione con diversi dicasteri a iniziare dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Inoltre collaboriamo con molti Ministeri ad esempio il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia e anche il Ministero degli Affari Esteri per le informazioni utili per viaggiare in oltre 200 paesi del mondo contenute nel sito Viaggiare Sicuri, nato dalla collaborazione con ACI.

Così anche ci saranno contatti con le commissioni del nuovo Parlamento che il 9 novembre hanno eletto i presidenti e gli altri componenti dell’Ufficio di presidenza

Naturalmente ACI, con le sue competenze istituzionali a tutela della mobilità degli italiani e per il servizio pubblico che gli è affidato, è chiamato a fornire supporto tecnico e a confrontarsi con il Parlamento e le Commissioni delle due Camere.

Presidente, l’ho presa un po’ alla lontana, invece ora vengo al punto. Fatte salve le sedi proprie ufficiali, intanto come presidente dell’ACI su quali temi ritiene di chiedere una particolare attenzione del nuovo governo?

Innanzitutto, chiederei attenzione sui due temi cardine del nostro lavoro: la trasformazione della mobilità e la sicurezza stradale. Temi che toccano quotidianamente i cittadini, automobilisti e non, e su cui ACI fin dalla sua nascita opera, ricerca, propone soluzioni, sollecita interventi.

Recenti episodi in cui persone sono state uccise sulle strisce pedonali- penso al compianto prof Luca Serianni, luminare della linguistica italiana, o un giovane ucciso sul marciapiede a Roma da un’auto guidata da persona risultata ubriaca e drogata, non pone la necessità di una linea di tolleranza zero?

Il Nuovo Codice della Strada e gli inasprimenti delle sanzioni ci sono già e li ritengo adeguati. Ma la sanzione, per quanto dura, non basta. Come non basta un severo Codice Penale per eliminare il crimine. Per prima cosa occorre lavorare senza sosta sulla cultura stradale, sul senso del rispetto delle regole del codice stradale. Per far capire che la sicurezza sulla strada è un bene per tutti e tutti sulla strada vanno rispettati, a iniziare dai più vulnerabili come i disabili o i pedoni. Per ricordarci, quando guidiamo l’auto, che anche noi in altri momenti siamo pedoni oppure ciclisti o motociclisti.

Nel caso di omicidi stradali, aggravati da situazioni di ubriachezza o possesso di stupefacenti, la patente non dovrebbe essere ritirata per un tempo molto più lungo?

È compito dei magistrati valutare, caso per caso, l’entità della colpa, delle concause e della pena finale, che nei casi più gravi prevede la detenzione. I magistrati hanno la giusta discrezionalità e hanno a disposizione anche le pene accessorie, dal sequestro e successiva confisca del veicolo, alla sospensione fino a due anni, fino alla revoca della patente come avviene di norma per l’omicidio stradale. In caso di revoca, per almeno 5 anni non si può nemmeno dare l’esame per riottenerla, non mi sembra un tempo breve.

Pensa di chiedere al nuovo governo una modifica dei programmi scolastici per inserire l’educazione stradale come materia obbligatoria cominciando già dalle elementari?  Educando i piccoli pedoni oggi e i futuri guidatori di domani?

Attraverso le ACI locali noi proponiamo nelle scuole dei percorsi didattici già dalle elementari, organizziamo iniziative autonome di educazione per bambini e ragazzi, offriamo corsi di guida sicura volontari per i neo patentati, perché un conto è avere l’abilitazione alla guida diverso è saper condurre un veicolo anche di fronte alle emergenze e alle insidie della strada. Sappiamo che non basta e dobbiamo, vogliamo, fare sempre di più. Certamente sarebbe molto utile se queste iniziative divenissero percorsi educativi obbligatori: proprio i nostri bambini, mentre vanno a scuola e quando tornano a casa, sono tra i più vulnerabili e vanno preparati a difendersi dai possibili pericoli.

Non sarebbe una buona idea istituire per le scuole una giornata della sicurezza e un premio per ila migliore iniziativa scolastica in tema di educazione stradale? Non il solito tema che ci facevano fare per la festa degli alberi

Un’ottima idea, che spesso già realizziamo con le scuole con buoni risultati. Le dico di più: i bambini sono straordinari e spontanei nel raccontare in famiglia quanto sia importante essere prudenti, renderli consapevoli aiuta anche noi adulti a comportarci meglio. Ciò detto, esiste la giornata europea per la sicurezza stradale, il 6 maggio, collegata alla settimana per la sicurezza della strada delle Nazioni Unite. Come esiste la giornata dedicata alle vittime della strada. Purtroppo, però, rischiano sempre di essere solo momenti istituzionali mentre essere corretti nella guida e prudenti sulle strade è un compito di ogni giorno, di ogni minuto, perché basta un istante di distrazione, un rispondere al telefono, una manovra azzardata e ci scappa il dramma.

L’ACI quale campagna ha in cantiere per il prossimo anno?

Ci stiamo lavorando, ci piacerebbe raccontare come i profondi cambiamenti della mobilità possano darci più sicurezza. Ma anche raccontare come l’ACI sia una grandissima comunità che unisce il mondo che ogni giorno si sposta e che insieme può accelerare le trasformazioni positive. Vedremo.

Torno a una domanda che le feci in una recente intervista: i monopattini. Ormai ci passano da tutte le parti, li sentiamo arrivare silenziosi alle nostre spalle. So di persone che vengono dal paese fino a Roma. Ci sono in vista misure di regolamentazione più stringenti dell’uso di questi velocipedi?

Già ora le norme sono abbastanza stringenti, certo si possono rendere ancora più rigorose ma il problema è che quelle già esistenti non vengono fatte rispettare. Quanti monopattini vediamo con ben due persone a bordo? Spesso senza luci la sera o abbandonati creando intralcio se non pericolo? Registriamo che alcune Città iniziano a muoversi sul rispetto delle regole e penso che una prima soluzione sia rendere obbligatoria una targa, un chiaro elemento identificativo contribuirebbe a scoraggiare chi ne fa un uso scriteriato e aiutare i controlli. Il problema temo sia il senso di impunità nell’uso del monopattino.

Incidenti stradali. Possiamo aggiornare i dati statistici?

I dati elaborati da Istat con la nostra collaborazione ci dicono che nel 2021 abbiamo patito 2.875 morti in incidenti stradali in Italia, 204.728 i feriti e 151.875 gli incidenti stradali, valori tutti in crescita rispetto al 2020 (che causa restrizioni Covid ha visto una drastica riduzione della mobilità) ma in costante e significativa diminuzione nel confronto con il 2019 (-9,4% vittime, -15,2% feriti e -11,8% incidenti), ultimo anno paragonabile. Calo che purtroppo sembra essere diminuito nei prime sei mesi di quest’anno, caratterizzati dalla voglia di normalità degli italiani e da una fortissima ripresa della mobilità, anche straniera. Ricordo, però, che negli ultimi 20 anni la mortalità è scesa di ben il 40%. Tanto si è fatto, altrettanto dobbiamo fare.

In una graduatoria delle cause, quali sono ai primi posti?

Ci tengo a sottolineare che dobbiamo parlare di concause, perché quasi sempre sono due o più elementi concomitanti a portare all’incidente. Ciò premesso, di gran lunga la prima concausa è la distrazione, troppo sottovalutata dall’automobilista, aumentata negli anni a causa degli smartphone e spesso dovuta a stanchezza o sonnolenza. Poi vengono il mancato rispetto della precedenza o del semaforo e la velocità troppo elevata rispetto ai limiti imposti o rispetto alle condizioni meteorologiche e del manto stradale. Bisogna sempre ricordare che la velocità deve essere commisurata alle condizioni del traffico e della strada: pioggia, neve, anche solo brecciolino portato dal vento, modificano sensibilmente la tenuta degli pneumatici e allungano gli spazi di frenata.

Non vorrei ricordare male, ma in passato si teneva ogni anno a Stresa una conferenza nazionale sul traffico. C’è ancora? Non si tiene più? Sarebbe utile ripristinarla?

Certamente si svolge ancora a fine novembre e siamo giunti alla 76esima edizione. Ovviamente tante cose sono cambiate da Stresa com’è cambiato il mondo della mobilità, le sue esigenze e le sue prospettive. Attraverso la Fondazione Caracciolo, istituita da ACI e centro studi di riferimento della Federazione ACI, perseguiamo lo scopo di promuovere e realizzare gli studi e la ricerca scientifica nel campo della mobilità, con particolare riferimento alla sicurezza, all’accessibilità e alla tutela dell’ambiente. Inoltre ACI con l’ISTAT elabora e presenta ogni anno il monitoraggio statistico sull’incidentalità in Italia, con gli indicatori a livello nazionale, regionale e provinciale che valutano il rischio di incidente e di mortalità.

L’automobile club ha sempre avuto una grande attenzione all’automobilista. Che sostiene spese continue e crescenti per il suo mezzo di trasporto. Vuol dire qualcosa sul costo assurdo dei carburanti?

Come automobilista non posso che dolermi per l’elevato costo dei carburanti, ma è pur vero che il Governo, precedente ed attuale, stanno facendo quanto in loro potere per lenire questi aumenti che sono dovuti in gran parte al conflitto in Ucraina e a all’atteggiamento dei Paesi produttori di petrolio e gas. È un problema che tocca tutta Europa.

E sulle tariffe autostradali ? Che non vengono ridotte nonostante le autostrade siano ormai cantieri perenni?

Lei ha ragione ma questo è un argomento molto complesso, legato ai contratti di concessione stipulati in passato. Nel 2022 gli aumenti sono stati congelati da Governo con una misura messa in discussione dalle società autostradali. Ritengo si debba rivedere, come suggerito dalla Autorità dei Trasporti, il meccanismo di calcolo del costo chilometrico e di automatismo degli aumenti, compito oggettivamente non semplice.

Una curiosità, a proposito dell’eccesso di velocità: i tutor che vediamo sulle autostrade, comprese  quelle piccole cabine  tinte di blu che appaiono all’improvviso: funzionano davvero? C’è chi dice di no. E sfreccia a 160 – 180 all’ora

Iniziamo a dire che tutor o non tutor i limiti di velocità vanno rispettati, sia sulle autostrade come sulle altre strade. Il sistema Tutor funziona e svolge correttamente il suo compito, inducendo gli automobilisti a controllare la velocità e, quindi, ha ridotto incidenti e la loro gravità. Aggiungo che mantenere la velocità autostradale nei limiti permette un consistente risparmio di carburante, una minore usura del veicolo e degli pneumatici, un minor affaticamento alla guida. In sostanza, il tempo che credo di aver guadagnato andando oltre i limiti di velocità lo perdo nella sosta più lunga al distributore.

Se le chiedessi di tracciare con poche parole l’identikit del guidatore modello?

Non esiste e non deve esistere il guidatore modello. Esiste il guidatore che rispetta gli altri, le regole e il veicolo che guida, e che se vuol fare il pilota va in pista o partecipa a un rally, non corre sulle strade aperte al traffico. Guidare è un’espressione di noi, ognuno ha un suo modo di farlo anche in base alle situazioni: l’importante è non distrarsi mai e godersi in serenità le sensazioni del controllo alla guida.

A lei che è un manager e un ingegnere chiedo di fare per un momento lo psicologo per spiegare uno strano fenomeno: come mai innocui cittadini che nella vita di relazione sono pacifici e perbene, appena si mettono al volante spesso diventano aggressivi e cafoni?

Bella domanda, mi verrebbe da rispondere “a chi non è mai capitato?”. Come le dicevo alla domanda precedente, la guida ci coinvolge ma siamo noi a decidere come. Purtroppo ho l’impressione che quando saliamo su un’auto lo facciamo con tutti gli stress, le angustie, i nervosismi della vita quotidiana e qualcuno, forse, proprio al volante li intende sfogare. Un gravissimo errore da evitare assolutamente: per l’automobilista, che arriva a casa più arrabbiato ancora, e per tutti noi che rischiamo di esserne vittime, bene che vada anche solo della sua aggressività.

Auto e cinema. Penso ai film on the road – un classico è “Il sorpasso” – dove l’auto è protagonista. Ha mai pensato, con l’aiuto del governo, di creare un fondo per finanziare film dove l’auto sia protagonista e il messaggio subliminale sia il comportamento virtuoso?

R: Per la verità dei cortometraggi e degli spot in tal senso li abbiamo fatti, con successo e senza contributo, perché sono un dovere per chi come ACI ha la sicurezza stradale nel cuore e nella mente. La comunicazione è essenziale per agire sulla cultura automobilistica e far capire che i corretti comportamenti alla guida sono innanzitutto a favore di chi guida. I film però non sono il nostro mestiere, è giusto li faccia chi ne è capace. Se poi qualche produttore ci legge, sposa l’idea e ha bisogno del supporto tecnico, non siamo a completa disposizione, a braccia aperte.

 

Grazie Presidente

Nota biografica essenziale

Angelo Sticchi Damiani, nato a Lecce, Ingegnere civile.

La sua dedizione alle automobili lo ha portato a specializzarsi in ingegneria delle infrastrutture stradali, affermandosi come progettista di strade in campo nazionale.

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