“Marshall McLuhan, il profeta dei Media era profondamente religioso”.

Appena fresco di stampa, l’ultimo libro del massmediologo prof. Giampiero Gamaleri,La Chiesa secondo McLuhan. Il volto sconosciuto del profeta dei media. Verso il Concilio Vaticano III” (Armando editore) e che ha già sollevato mille reazioni a catena e riflessioni le più diverse, per l’attualità del tema e la novità assoluta della materia trattata.

 

 

 

 

Il professore Giampiero Gamaleri non finisce mai di stupire.

Questo suo nuovo libro porta in superficie il lato nascosto del pensiero e della personalità di Marshall McLuhan. ” È il lato- precisa lo studioso- costituito dalla sua esperienza religiosa”.

I critici più accreditati di Marshall McLuhan sono stati già messi a dura prova nell’esaminare le sue “provocazioni”, come “il mezzo è il messaggio”, che spostavano l’analisi dei media dal contenuto al canale che lo veicola. Men che meno – ritiene oggi Giampiero Gamaleri– si sono cimentati nel cogliere l’intima connessione tra le sue tesi sul mondo fisico, riguardanti l’universo dei media e i suoi slanci metafisici, orientati a cogliere ciò che sta oltre la parvenza delle cose. “E tanto meno hanno letto tutta la profondità e complessità della sua vita, segnata da un momento topico, quello della sua conversione a 25 anni dalla tradizione protestante della famiglia all’adesione alla vita della Chiesa Cattolica”.

Questo libro in sostanza raccoglie i testi fondamentali in cui Marshall McLuhan ha espresso, con pudore ma con fermezza, questo suo itinerario culturale e spirituale, e ha anche proiettato nel futuro i tratti fondamentali della nostra transizione verso la società post alfabetica, immaginando la “non lontana apertura del Concilio Vaticano III necessario per ricollocare il cristiano e l’uomo d’oggi come un protagonista del cambiamento in atto”.

 

 

 

 

L’analisi del prof. Gamaleri è chiarissima

È arbitrario chiamare McLuhan “il profeta del metaverso”, lui che è morto nel 1980 quando Internet era ancora ai primi passi?

“Direi proprio di no- il prof. Gamaleri– se si pensa che fu definito “il profeta dei media” e tra questi, nel loro sviluppo, arriva oggi il metaverso. Ma c’è di più: potremmo infatti definire questo studioso come “il pensatore dell’oltre”, cioè uno che guardava non solo al “fisico”, ma anche al “metafisico”, non solo alla figura, a ciò che appare in primo piano, ma anche allo sfondo, cioè allo scenario in cui l’oggetto è collocato. Non ha mai avuto la tentazione o la grettezza di guardare il dito invece della Luna. Quindi in ultima analisi non stupisce che seppure con pudore e discrezione egli abbia coltivato un profondo senso religioso, una percezione complessiva del creato e del Creatore”.

Tutti ormai pensano di sapere tutto di McLuhan, dal “villaggio globale” a “il mezzo è il messaggio”.

“C’è però un suo volto sconosciuto – sottolinea il prof. Gamaleri– che questo libro porta alla luce: quello della sua conversione al cattolicesimo e della sua profonda adesione alla Chiesa. “La religione è il vero fondamento della sua esperienza di studioso e di uomo” ebbe a dirci la moglie Corinne nel 1984, quando la incontrammo quattro anni dopo la scomparsa di Marshall, in una intervista- ricorda Giampiero Gamaleri– che mi rilasciò nel 1984 durante le riprese del programma televisivo “Il villaggio elettronico di McLuhan”, realizzato e diffuso da Rai 2. Questo libro raccoglie i suoi scritti sulla trasformazione della Chiesa verso la società post alfabetica dopo che il cristianesimo si è identificato per secoli e secoli con la cultura greco-latina. Che cosa succede ora, quando mettete un microfono tra le navate di una chiesa gotica? Si chiede provocatoriamente McLuhan. E di fronte alla trasformazione epocale dei new media, fino ad arrivare all’Intelligenza artificiale, non sarebbe necessario convocare un nuovo Concilio Ecumenico, come aveva adombrato anche Padre Martini? Papa Francesco l’ha escluso, almeno per ora, ma il tema del confronto, anzi dell’incontro tra umanesimo cristiano e civiltà digitale resta ineludibile”.

 

 

 

 

-Una lettura del tutto nuova rispetto al passato, professore?

“McLuhan era un uomo estremamente religioso nel senso più profondo del termine – disse la moglie Corinne in quell’intervista – Egli viveva la religione senza tante parole. Si era convertito pochi anni prima che lo conoscessi e tutto quello che faceva scaturiva dalla religione che era per lui una sorgente di vita. Era la cosa più importante della sua esistenza. Si alzava molto presto la mattina, qualche volta anche intorno alle 5, e scendeva al piano di sotto a leggere la Bibbia in diverse lingue: latino, francese, tedesco, spagnolo, italiano. E sempre con la versione inglese a fronte, controllando nelle diverse lingue i medesimi passaggi. Era per lui un modo per sentire gli echi del messaggio biblico a confronto e a contatto con le diverse espressioni linguistiche e culturali. Ed era anche un modo singolare per imparare le lingue straniere, una gran parte della Bibbia già la conosceva a memoria, del resto”.

Gli scritti raccolti in questo testo – spiega Giampiero Gamaleri- testimoniano con assoluta evidenza non solo la sua attenzione al tema religioso ma anche la profonda intima connessione tra la sua riflessione sui temi della comunicazione e la sua esperienza religiosa.

“Questa contaminazione tra il suo pensiero scientifico e il suo itinerario spirituale lo portò ad essere fertile in egual misura non solo sul terreno della ricerca scientifica ma anche su quello della fede. Questa connessione profonda si muove del resto all’interno del suo intimo contatto con la riflessione di Gilbert Keith Chesterton, che è stato uno dei suoi grandi maestri di pensiero e di vita. E sempre questa connessione ha dato luogo ad alcune intuizioni ed ipotesi che sono raccolte negli scritti che qui vengono proposti”.

 

 

 

Forse non a caso il libro si apre proprio con una delle citazioni più famose del grande studioso canadese-

“Ho una fede profonda e salda nell’energia potenziale dell’uomo di crescere e apprendere, di sondare le profondità del suo essere e imparare i canti segreti che orchestrano l’universo. Viviamo in un’epoca di transizione di profonde sofferenze e di una tragica ricerca d’identità, ma l’agonia della nostra epoca coincide con il travaglio della rinascita”

Da qui la considerazione appassionata e passionale dello stesso Giampiero Gamaleri .

“McLuhan ha sempre guardato la Luna e mai il dito. Di qui la sua capacità autenticamente profetica di cogliere la realtà come un tutto capace di stupirci e di aprirci congiuntamente sia verso l’universo fisico, cioè quello dei media, sia verso l’universo metafisico, cioè la percezione dell’Al-di-là”.

 

 

 

 

Pino NanoGià caporedattore centrale della Rai

 

 

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