L’Enciclopedia Treccani compie 100 anni e racconta una storia che guarda al futuro

Massimo Bray, Cecilia Castellani, Valeria Della Valle e Emma Giammattei ci guidano alla scoperta del passato della Treccani alla sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica in una giornata di studi aperta al pubblico

Sono passati quasi 100 anni da quando, nel 1925, Giovanni Treccani, Giovanni Gentile e il troppo spesso dimenticato editore Calogero Tumminelli diedero inizio al loro ambizioso progetto. Cento anni densi di grandi e tragici avvenimenti, stampati per sempre tra le pagine della grande e illuministica “macchina del sapere” (Umberto Eco) italiano. In occasione dei festeggiamenti per questo importante anniversario, a Roma si è tenuto un incontro per raccontare al pubblico la Treccani, tra antichi propositi e nuovi progetti, sullo sfondo degli incantevoli affreschi della sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica.

Una “istruzione circolare”

Massimo Bray, direttore generale della Treccani, ha raccontato la genesi del disegno di Gentile, frutto del profondo convincimento che al popolo da poco italiano servisse trasmettere l’importanza di riconoscersi in una cultura nazionale, che ponesse le basi dell’educazione della classe dirigente del nuovo paese. Vennero previste tre versioni di Enciclopedia: quella classica in pelle decorata in oro, una blu per gli studiosi e una rossa, più economica, per le famiglie, tutte dotate dello straordinario apparato iconografico curato da Tumminelli.

Giovanni Gentile
Giovanni Gentile

 

Volumi che Valeria della Valle, codirettrice delle ultime due edizioni del Nuovo Vocabolario Treccani, ha ricordato essere oggi conservati, insieme alle altre opere edite dalla Treccani, nella biblioteca di Palazzo Mattei di Paganica, storica sede dell’Enciclopedia.

Voci scritte dalla storia

Fin dalla sua ideazione, il proposito della Treccani fu quello di realizzare un’“opera aperta”. Mai statica, ma in continuo aggiornamento, specchio del suo tempo. Cecilia Castellani (curatrice dell’Archivio Giovanni Gentile) ha citato a questo proposito due voci emblematiche: “Nazione” e “Fascismo”.

Esistono molte pagine sulla Treccani che si impegnano a definire il concetto di nazione, ma la più affascinante per il suo profilo storico è quella scritta da Felice Battaglia nel 1934. Un compito difficile, in quanto i recenti orrori della Prima guerra mondiale ne avevano inquinata l’essenza e il termine era precipitato in una crisi profonda. E dunque, rispondendo alla volontà dell’Enciclopedia di proporre una cultura “nazionale”, Battaglia scelse di non descrivere la nazione in termini naturalistici o culturali, ma come “volontà” esercitata da un popolo e da uno Stato: una “tendenza immanente del gruppo nazionale, in quanto coscienza che esso acquista di sé e quindi volontà di realizzazione unitaria in sede politica”.

Di poco precedente a “Nazione”, la voce “Fascismo” ci racconta un’autopresentazione fondamentale per comprenderne le intenzioni iniziali. La prima traccia si trova nella voce “Dottrina” ad opera di Gentile, dove per la prima volta compare la definizione di stato come “totalitario” e di fascismo come “religione”.

Una descrizione problematica, che nel 1932 fu lo stesso Mussolini a revisionare, approvando e firmandone una nuova versione, che presentava l’ideologia fascista in chiave attivistica, nella volontà di proporsi futuristicamente come frattura rispetto al passato, che nulla aveva a precederla.

Tutelare il passato per incidere sul futuro

Furono presidenze illuminate, come quella di Rita Levi-Montalcini, che permisero all’Enciclopedia di continuare a reinventarsi negli anni e di restare un punto di riferimento nell’immaginario collettivo. Nel 1995, ha raccontato Bray con orgoglio, un’intuizione straordinaria della Montalcini porta la Treccani a dotarsi di un sito internet all’indomani della nascita del web.

Eppure oggi, in un mondo che cambia velocissimo, davanti all’inquietante fenomeno della cancel culture, si percepisce un’interruzione nel legame col passato; la sfida a mantenere la propria vocazione educativa per l’Enciclopedia non è mai stata così difficile. Un ruolo tuttavia ancora fondamentale, soprattutto se si tiene conto – come ha sottolineato Castellani – che “l’istituto dell’Enciclopedia italiana svolge oggi un compito di controllo autorevole sulla certezza delle fonti materiali”.

Rita Levi-Montalcini
Rita Levi-Montalcini

 

Nei giorni scorsi, Confcommercio ha chiesto il contributo di Bray per interpretare in chiave non negativa il fenomeno dei flussi turistici, mentre la società Reply ha tenuto un seminario nelle sale di Palazzo Mattei di Paganica sul futuro del digitale e sull’impatto dell’IA sul modello enciclopedico.

Antidoto all’estinzione dell’umanità

Tanti sono gli elementi che nel tempo hanno contribuito al successo dell’Enciclopedia sul piano della formazione. Tra questi Emma Giammattei, docente emerito di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha voluto ricordare le riviste della Treccani, organiche al progetto e indispensabili per diffonderne il messaggio culturale. Iniziative editoriali che da sempre pongono al centro il destinatario in un costante invito alla lettura, con l’obiettivo di accrescere, come affermava Montalcini, l’“autoconsapevolezza come antidoto all’estinzione dell’umanità”.

“Cos’è Treccani oggi?” si è chiesto Massimo Bray “Non ve lo so dire, forse è tutto ciò che non riusciamo a far sapere”.

 

Giulia Maria Giuffra

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