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Perché Fidia
Nei Musei Capitolini la prima di cinque mostre dedicate ai grandi maestri della Grecia antica
Nei Musei Capitolini la prima di cinque mostre dedicate ai grandi maestri della Grecia antica
L’Enciclopedia Treccani occupa un posto di grande prestigio nel panorama della cultura italiana: sinonimo di sapere elevato quando l’enciclopedia era privilegio di pochi e il suo acquisto corrispondeva a un gesto di amore per la conoscenza vasta o status symbol di una classe sociale elevata. Lo studio o il salone con carta da parati e libreria corredata di Enciclopedia che figurava imponente nelle librerie, hanno rappresentato una di forma di arredo distintivo fino ai primi decenni della seconda metà del Novecento. I processi socio-culturali dei decenni successivi destruttura e ristrutturano l’istruzione, la cultura e il libro. L’oggetto concreto e reale accoglie ed esamina al suo interno espressioni che minano la sua oggettività come società liquida, dissoluzione dell’opera. Espressioni di grande potere intellettuale, legati alla capacità di lettura e gestione dei fenomeni antropologici e culturali che hanno spostato gli strumenti della conoscenza dal piano concreto, oggettuale, manualmente interattivo alla sospensione su un piano etereo, virtuale. La condizione contemporanea fa pensare all’opera Arcipelago del 1972 in cui l’artista Giulio Turcato crea sulla tela un monocromo azzurro in cui galassie dipinte con olio e sabbia galleggiano in un mare infinito. L’informazione offerta virtualmente ha il fascino della soddisfazione culturale immediata. Il libro ha estetica ed etica distante o diversa da quella del computer, in cui riescono a confluire e ad apparire sotto i nostri occhi molteplici realtà. Diversa è la storia della Treccani, che ha ispirato la genesi di altre enciclopedie ed economie. Quasi a suggellare una propria filologia, l’Istituto Della Enciclopedia Italiana ha inaugurato il 2 ottobre Spazio Treccani Arte nel piano terra di Palazzo Mattei di Paganica in Roma, dove risiede dal 1927. L’Istituto, nato a Roma nel 1925 su iniziativa del Senatore Giovanni Treccani degli Alfieri e del filosofo Giovanni Gentile, pubblica nel 1929 il primo volume della Enciclopedia Italiana
Freigners Everywhere è il titolo della 60/ma^ Esposizione Internazionale d’Arte che si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre 2024 ai Giardini, all’Arsenale a cura di Adriano Pedrosa e con gli eventi collaterali in vari luoghi di Venezia. Il curatore Adriano Pedrosa, dal 2014 Direttore Artistico del Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand – MASP, è una figura di rilievo per aver progettato mostre di arte visiva su temi socio-antropologici. Il titolo, come dichiara il direttore artistico, trae ispirazione da lavori di Claire Fontaine. L’artista collettivo, sorto nel 2004 a Parigi e con sede anche a Palermo, ha realizzato la scultura al neon di vari colori che riporta in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione si ispira al nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia. Un predecessore di questo genere di arte sociale è stato il collettivo Stalker/Osservatorio Nomade che, fondato nel 1995, ha lavorato sui territori marginali, percorrendoli, studiandoli, documentando problematiche esistenziali, schiacciamento dei diritti naturali come quello della casa, del lavoro, dell’igiene, dell’identità e altri. Il collettivo ha lavorato creando una rete di relazioni con studi, interventi, partecipazioni a biennali esportando il pensiero e la ricerca in tutto il mondo. Nella visione del curatore l’opera d’arte si colloca in un mondo difficile, afflitto da crisi multi direzionali, dall’esistenza delle persone all’interno dei propri paesi al rapporto con la lingua, con se stessi e con la propria sessualità. La perdita di confine acuisce la percezione delle differenze e delle disparità condizionate dall’identità, dalla cittadinanza, dalla razza, dal genere, dalla sessualità, dall’economia povera e dalla ricchezza. “Il titolo Stranieri Ovunque può riferirsi a varie condizioni. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri:
La storia restituisce nel tempo il riconoscimento di un impegno, sociale, politico, culturale e gli incontri appaiono come il ritrovamento di un tesoro. Mi sembra possa essere questa la narrazione della vita, dell’avventura artistica di Ezechiele Leandro esposta da Lorenzo Madaro. Esprimo il mio riconoscimento allo storico che ha divulgato la storia di un piccolo comune del Salento situato in prossimità di luoghi di grande bellezza e richiamo turistico. L’indirizzo riportato mi consente di raggiungere il luogo (il paese di San Cesario di Lecce). Un segnale stradale fornisce indicazioni, ma arrivata sul posto non è possibile né visitarlo né vederlo dall’uscio. Confesso di essermi arrampicata su un muro da cui ho rubato alcune immagini che, come una veduta dall’alto, non consentono di individuare i personaggi che compongono il fitto paesaggio del Santuario della pazienza. Sono emozionata dal lavoro di auto museificazione e dalla natura fiera, Japigia dell’artista che ama le briciole del mondo. Il piazzale su cui affacciano le sue pareti di cinta del museo raccontano un amore composto, scritto con frammenti di mattonelle, ciottoli forse levigati dal mare, pezzetti di ceramiche locali. Le statue poste vicino all’ingresso sono due figure umane che hanno il naso ricavato da pezzi di manici di una particolare anfora, piccolina, per raccogliere l’acqua; le braccia, arcuate e posate sui fianchi secondo una postura locale, sono pezzi di anfore più grandi decorate. La visione dall’alto ha un grande impatto: oltre la forma, la vasta opera sembra una grande astrazione, una riproduzione del pensiero che desidera dare ordine e immagine a un mondo di detriti abbandonati da un’alluvione. Mi ritorna in mente il viaggio verso Chartres per visitare la Cattedrale, per respirarne il suo mistero e l’inatteso incontro con la Maison Picassette, espressione di una mente che scala il quotidiano, i suoi chiodi e la sua
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