Il talento e il suo sviluppo; il libero “cimento” nelle idee accompagnato da una sana emulazione competitiva; la valorizzazione del merito; sono tutti una sorta di buchi neri della società italiana. Va ascritto a merito del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di aver rilanciato il tema del merito sin dal suo discorso di insediamento alle Camere. Un tema stranamente sempre aggirato e ben poco amato dalla sinistra. Anche se per ora non si vedono chissà quali azioni conseguenti da parte del governo. Forse qualche segnale si vede nel campo della Pubblica Amministrazione, dove opera con efficacia un ministro tendenzialmente silenzioso come Paolo Zangrillo. Come è noto, la più antica Accademia italiana è l’Accademia del Cimento, fondata nel 1657, il cui motto è “Provando e riprovando”. Ebbene, forse la più giovane accademia italiana, l’Academy Spadolini, nata il 2 febbraio 2023 alla Camera dei Deputati, ha operato sin qui sulla base dello stesso motto, ponendosi però non come Accademia del Cimento ma, provando man mano e riprovando, ora come Accademia del talento. Non viene certo meno la connotazione propria di questa Academy come Academy della Repubblica per superare la divisività e il populismo, ma grazie alla maturazione man mano, nel corso di un anno, si rafforza la sua dimensione, che già era nell’imprinting originario, di “accademia del talento”. L’Academy, fondata sul dialogo intergenerazionale, mette insieme talenti molto maturi come Lamberto Dini, Giuseppe De Rita, Giuliano Urbani, Andrea Monorchio, Maria Rita Parsi, talenti dell’età di mezzo, come i tanti professori, magistrati, professionisti e giornalisti, membri del comitato tecnico-scientifico. E giovani talenti, impegnati soprattutto nei gruppi di organizzazione e comunicazione. Le oltre cento personalità che compongono il nocciolo duro dell’Academy sono state selezionate proprio e soprattutto in quanto talenti o tendenziali talenti, sulla base del merito. Così come evidenziato nei curriculum e nelle esperienze