
Il World Economic Forum a Davos. Meloni declina l’invito. Polemiche
Davos in versione invernale riapre i battenti dopo due anni di sospensione causa COVID. E per alcuni giorni questa sciccosa cittadina Svizzera nei Grigioni ha ospitato il World Economic Forum e centinaia di jet privati dell’elite mondiale ad alto tasso ecologico. Un organismo, il WEF, cui prendono parte tutte le più importanti multinazionali e quest’anno, un numero incredibile di capi di governo e ministri. Ebbene certa stampa italiana (sempre lo stesso megafono della sinistra globalista e omologante) si meraviglia che Giorgia Meloni abbia rifiutato l’invito preferendo piuttosto rimanere confinata in Italia ad occuparsi di cose serie. Eh si perché chi si stupisce dell’invito declinato non sa o fa finta di non sapere che questa accolita di CEO è guidata da un certo Klaus Schwab, un tranquillo signore che da anni predica il problema della sovrappopolazione del pianeta, e ha scritto un libro intitolato “Il grande reset”(acquistabile per pochi dollari su Amazon) dove predica la necessità di ridurre con tutti i mezzi (pandemie comprese) il numero degli abitanti della Terra. E che attraverso l’infiltrazione dichiarata di alcuni suoi uomini, i Davos men, nei governi di tutto il mondo (5 nel governo di Macron e 3 nel governo di Trudeau, ad esempio) e negli apparati nazionali fa di tutto per influenzarne e condizionarne le decisioni. Roba che il Marocco e il Qatar arrossiscono e fanno pena al confronto. Il WEF pretenderebbe poi che noi tutti fossimo transistorizzati, microchippati per poter sapere in tempo reale dove siamo cosa facciamo chi incontriamo. E Zuckerberg ha comunicato che entro dieci anni sarà realizzato questa sorta di uomo/robot personalizzato. Un altro progetto caro a Schwab è inserire degli elettrodi anche nei tessuti dei nostri vestiti, sempre per il controllo dei nostri movimenti. Altri protagonisti del Forum spiccano poi per “disinteresse” come l’AD