Alessandro Cattaneo: “I giudici e caso Albania? Non è stata la politica ad alzare i toni. E faremo la riforma della giustizia”

Intervista al deputato forzista: "Usciamo dall’ipocrisia: finora l’integrazione non è stata un successo. E uno Stato sovrano come l'Italia ha il diritto di fare un accordo come questo. Toghe rosse? Nessuno vuole guerre sante, ma ci sono certi magistrati che si definiscono così da soli"

Migranti Albania

Alessandro Cattaneo, già sindaco di Pavia ed ex vice-coordinatore di Forza Italia, oggi è responsabile dei Dipartimenti azzurri e fa parte della commissione Politiche Ue della Camera dei deputati. Con BeeMagazine analizza i profili politici della mancata convalida dei trattenimenti in Albania di 12 migranti da parte del tribunale di Roma che ha mandato il governo su tutte le furie. La risposta è stata il varo, attraverso un consiglio dei ministri lampo, di un decreto legge con la lista dei Paesi sicuri (che scendono da 22 a 19, con l’esclusione di Nigeria, Camerun e Colombia).

L’obiettivo era portare la fonte normativa da secondaria – decreto interministeriale – a primaria – decreto legge. Ma poiché il diritto dell’Ue prevale su quello nazionale, non crede che il conflitto rimanga?

Su questo punto mi rimetto alle parole del ministro Nordio e all’attività istruttoria dei ministeri coinvolti. Sono certo che il vulnus di natura giuridica sia stato risolto. Ma credo che ai cittadini sfugga la ratio di questo stop: uno Stato sovrano come l’Italia ha diritto di fare un accordo con l’Albania. È una sperimentazione che sul piano politico si può condividere o no, ma sul piano concreto vedo che si usano pretesti o dettagli per opporvisi. Aggiungo che a seguirla con interesse sono il premier britannico Keir Starmer e la presidente della commissione europea, Ursula Von der Leyen.

Meloni Salvini Tajani

La premier Giorgia Meloni con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il ministro degli Esteri Antonio Tajani

Anche il tema dei costi è un dettaglio? Il viaggio a vuoto della prima nave è costato, secondo stime, 250mila euro. Il costo complessivo sfiorerà il miliardo. È una risposta concreta o uno spot?

Nessuno spot. È una soluzione concreta, innovativa e coraggiosa. Per la prima volta si tenta la strada di questo accordo bilaterale, che porta con sé delle incognite ma è un tentativo pragmatico. Inutile negare che c’è anche un elemento di deterrenza: scoraggiare le persone che vogliono partire poiché attenderanno in Albania la decisione sul loro status. Ma poiché le partenze sono illegali e gestite dai trafficanti di uomini, mi sembra un obiettivo giusto.

Non vede un tema di diritti umani? È vero che l’Albania è un Paese candidato a entrare nell’Ue e i paragoni con Guantanamo sono del tutto impropri, ma a chi spetterà il controllo delle condizioni di detenzione?

Premesso che non vedo un problema di diritti umani, Fi è un partito moderato: ci interessa che i migranti siano tenuti in condizioni accettabili e dignitose. Usciamo però dall’ipocrisia: finora l’integrazione non è stata un successo. Io sono stato sindaco in anni complessi, dal 2009 al 2014 quando gli arrivi illegali erano altissimi, e lo Stato si girava dall’altra parte.

Alessandro Cattaneo

Alessandro Cattaneo

C’è il sospetto che al governo convenga alimentare lo scontro con la magistratura per cavarsi d’impaccio da un accordo costoso e poco efficace. Per poter dire: noi ci abbiamo provato a fermare l’immigrazione clandestina ma le “toghe rosse” ci hanno sabotato. È un sospetto fondato?

No, vogliamo rendere l’accordo solido e fruttuoso. Non mi piace la definizione di “toghe rosse”, ma ci sono certi giudici che si definiscono così da soli. Assisto a dichiarazioni che dovrebbero impensierire tutti, non solo il centrodestra.

Ma si può andare avanti a colpi di clava? Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appena ricordato che le istituzioni sono di tutti.

Se qualcuno ha alzato i toni, non è stata la politica. Mandare a processo un ministro dell’Interno e chiedere sei anni a suo carico per sequestro di persona è un atto fuori da ogni contesto. Anche sulle ordinanze relative ai trattenimenti in Albania, come dicevo, ho forti dubbi. Mi sembra che la politica stia solo cercando di fare le riforme per le quali è stata eletta.

Migranti

Migranti intercettati al largo delle coste italiane

Nessuno mette in dubbio che la maggioranza abbia vinto le elezioni e debba governare, ma esiste il principio costituzionale di separazione dei poteri. Non è il caso che anche la politica abbassi i toni?

Sono da sempre in Forza Italia e sono stato a fianco di Silvio Berlusconi: conosco bene la ferocia dello scontro tra magistratura e politica. Nessuno intende tornare a quel passato né fare guerre sante. Il nostro unico obiettivo è fare una riforma della giustizia che sia utile ai cittadini, ascoltando tutti, magistrati compresi.

In questo clima che fine farà il disegno di legge sullo ius scholae – ribattezzato ius Italiae – annunciato da Antonio Tajani l’estate appena finita?

Andiamo avanti con il percorso parlamentare. Siamo certi con lo Ius Italiae di convincere gli italiani che è la proposta più equilibrata per dare la cittadinanza ai ragazzi che vivono e studiano qui ormai da molti anni.

 

Federica FantozziGiornalista

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