Biennale di Venezia, atmosfera magica già nel titolo “Il latte dei sogni”

La mostra di Anselm Kieffer a Palazzo Ducale

La Biennale di Venezia è tornata.

La tregua pandemica ha permesso quest’anno di recuperare la sua cinquantanovesima edizione, prevista per lo scorso anno, che, inaugurata il 23 aprile scorso, sarà visitabile fino al prossimo 27 novembre.

“Il latte dei sogni” è il titolo che la curatrice Cecilia Alemani ha scelto per questa edizione, prendendo spunto dal titolo di un libro di favole di Leonora Carrington. Nel libro, un prisma dell’immaginazione, a cui è permesso cambiare permette di reinventare costantemente la vita di un mondo magico e surrealista. La volontà di cura potrebbe dunque essere quella di restituire all’arte e di rinnovare nei padiglioni espositivi dei Giardini e dell’Arsenale grazie ai lavori degli artisti, la possibilità di creare una sorta di viaggio immaginario, in cui la componente limbica della mente prende il sopravvento rispetto all’uso teoretico della ragione.

Ma al di là dell’esposizione ufficiale, delle mostre collaterali, che riempiono di opere d’arte contemporanea i palazzi patrizi della città lagunare,  è il clima che si respira a Venezia in questi giorni, nonostante le orde di turisti presenti, a regalarci la vera magia a cui il tema della Biennale vuole ispirarsi.

È un clima frizzante e decadente al tempo stesso, ha il sapore dell’internazionalità che non conosce confini espressivi, che vuole stupirci pur sapendo che ormai nulla ci stupisce più.  Difficile menzionare un artista tra le centinaia presenti, ma certo la mostra di Anselm Kieffer a Palazzo Ducale, vale da sé il viaggio fino a Venezia da qualsiasi parte decidiate di partire.

Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo), questo il titolo della mostra istallazione, capace di vincere la sfida di riportare dopo trecento anni la pittura dentro le magnifiche e imponenti sale del palazzo.

Kieffer è stato chiamato a lavorare fianco a fianco con le opere dei grandi artisti del passato da Tintoretto a Palma il Giovane e Andrea Vicentino, con un risultato capace di rinnovare emozioni, grazie a suggestioni che solo i grandissimi artisti sanno creare.

Kieffer, artista e filosofo, è tutto questo, ma soprattutto riesce a dare ancora una volta, una dimensione epica alle tragedie e alla sofferenza che hanno interessato gli uomini trovando nella spiritualità laica la loro salvezza.

 

 

 

Paolo AstiProfessore, imprenditore culturale

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