In un contesto di segnali positivi per il sistema accademico del Mezzogiorno, i risultati di un’analisi condotta da The European House – Ambrosetti vedono l’Università di Messina (UniME) confermare un trend di crescita e proporsi come aggregatore per promuovere la creazione di un ecosistema dell’Innovazione in Sicilia.
The European House – Ambrosetti ha analizzato le opportunità dell’ateneo peloritano nell’ambito di un programma che ha come obiettivo il rafforzamento delle partnership pubblico-private negli ambiti di ricerca e formazione prioritari dell’Università degli Studi di Messina e della Sicilia.
È emerso che, in un contesto universitario che ha visto nonostante l’emergenza COVID19 una crescita delle immatricolazioni nel 2020 a livello Italia del +7% rispetto all’anno precedente, con+6,6% nel Mezzogiorno, +9,9% al Centro e +5,1%Nord, l’Università di Messina ha registrato +27,4%, posizionandosi come settimo Ateneo in Italia per aumento degli immatricolati alle lauree triennali, a ciclo unico e magistrali.
L’Ateneo, inoltre, presenta la più alta produttività della ricerca tra le Università della Regione Siciliana in termini di citazioni per ricercatore (4.1 di valore assoluto), così come il maggior numero di brevetti tra le Università della Regione Siciliana (45 brevetti).
UniME ha inoltre intrapreso diverse importanti iniziative in ambito di partnership pubblico-privato istituendo laboratori congiunti con importanti imprese sul territorio come STMicroelectronics, S.I.F.I, I.O.M.[SC1] e sinergia con le più importanti infrastrutture di ricerca presenti sul territorio siciliano, come quella del CNR “Beyond–Nano” all’interno della quale l’Università di Messina ospita uno dei nodi di ricerca relativo alla ricerca avanzata sui materiali, processi e nanotecnologie e in ambito sensoristico (Lab Sensor Beyond-Nano).
Si tratta di elementi importanti, che fanno presagire come il polo possa assumere un ruolo di leadership sui temi di ricerca e formazione per la costruzione di una “Green and Healthy Society”.
La Sicilia è la Regione che sta più indietro rispetto al raggiungimento del target del 10% del Circular Economy Package al 2035, mostra un tasso di abusivismo edilizio superiore di 40,5 punti rispetto alla media nazionale ed è la Regione a maggiore rischio di desertificazione (70% del territorio). Anche sul fronte della Salute dell’uomo le sfide sono tante ma ricerca e innovazione digitale possono dare un contributo importante.
L’Università di Messina si candida ad agire da aggregatore di sistema connettendo Università, Imprese e Istituzioni che collaborino nella ricerca per produrre conoscenza e sviluppare applicazioni concrete negli ambiti multidisciplinari della Salute Circolare. L’obiettivo è quello di valorizzare l’interconnessione della salute dell’uomo e dell’ambiente, promuovendo il concetto di salute di sistema e, inoltre, di favorire l’interdisciplinarità, al fine di beneficiare dell’innovazione in ottica cross-settoriale, promuovere la collaborazione e le sinergie tra aziende, Università e Centri di Ricerca che operano in settori diversi in progetti di ricerca pilota, rafforzare le competitività in settori strategici per la Regione Siciliana, valorizzando le risorse locali chiave.
Con il supporto di metodo di The European House – Ambrosetti, la visione è rendere l’Università di Messina un centro di formazione e ricerca avanzato di eccellenza sui temi della Sostenibilità e della Salute Circolare.
Come ha sostenuto durante il nostro incontro Cetti Lauteta, Responsabile dello Scenario Sud di The European House – Ambrosetti, l’approccio dovrà essere orientato all’internazionalità – con collaborazioni e connessioni con le migliori imprese, Università e scuole/enti di ricerca dell’Italia e del mondo – mantenendo al contempo una identificabilità forte con le vocazioni della Sicilia e con le principali sfide che l’Isola deve affrontare sul fronte della Salute e Tutela delle persone e del territorio. Anche rispetto alle altre Università siciliane la strategia deve essere quella della complementarietà e collaborazione, per fare massa critica di risorse e competenze e promuovere una crescente specializzazione dei poli.
Per l’Ateneo, le piattaforme di partnership e il progetto sono coordinati dalla prof.ssa Sabrina Conoci, Delegata per la Terza Missione.
La focalizzazione sul tema della Salute Circolare nasce da una analisi dei punti di forza dell’Ateneo messinese, considerando le complementarità con gli altri Atenei e il riconoscimento dell’importanza dell’interdisciplinarità all’interno del nuovo scenario di ricerca e formazione.
L’avvio del progetto permetterebbe di generare numerosi benefici strutturali non solo per Messina, ma anche per tutto il territorio siciliano e il Paese.
L’idea della Sustainability e Circular Health è coerente, inoltre, con quanto sta emergendo nel progetto Act Tank Sicilia, una piattaforma a partecipazione pubblica e privata che The European House – Ambrosetti ha recentemente lanciato in collaborazione con Gruppo Arena, ENI, Unicredit e Fondazione Sicilia. L’obiettivo della piattaforma è individuare progetti e azioni in grado di attivare la capacità di trasformazione del territorio. Una delle tappe di confronto con le imprese e gli altri attori territoriali è previsto proprio a Messina, presso l’Università, il prossimo 1 dicembre.
*Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Messina