In missione con Enrico Letta: storie di un’Europa che vorremmo unita in “molto più di un mercato”

Alla Luiss l’ex premier ha discusso con Luigi Gubitosi, Gaetano Quagliariello, Paola Severino, Giovanni Orsina, Valentina Meliciani e Paolo Valentino sul futuro del continente: malato immaginario oppure opportunità in divenire?

Enrico Letta Mercato

Il 15 settembre 2023 Enrico Letta riceve da Alexander De Croo, primo ministro belga e presidente del consiglio dell’Ue, l’incarico di scrivere un rapporto sul futuro del Mercato unico. Nasce così Molto più di un mercato. Viaggio nella nuova Europa (Il Mulino editore), un racconto degli otto mesi di viaggio dell’ex premier attraverso i 27 paesi dell’Europa e dei suoi 400 incontri, a cui Paolo Valentino, giornalista del Corriere, ha attribuito un “nuovo” sottogenere letterario della narrativa odeporica: quello del “viaggio di missione”.

Un libro nato con l’obiettivo di interrogarsi sul futuro del mercato unico in un’Europa cambiata, oppressa dalle crisi globali e dalla sempre più forte competizione di India, Cina e Stati Uniti, con al centro l’impegno per una transizione verde, equa e digitale, la volontà di perseguire l’allargamento e la necessità di aumentare la sicurezza dell’Unione. Eppure, nonostante il libro parta dalla consapevolezza dei mutamenti del mondo contemporaneo, Giovanni Orsina (Head del Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss), discussant nella presentazione, ne ha contestata l’impostazione a suo avviso spiccatamente “illuministica” e “deleuziana”, che solleva la sempre spinosa questione del se e come sia possibile affrontare i problemi contemporanei con schemi che si declinano al passato remoto.

Il politologo Giovanni Orsina

Il politologo Giovanni Orsina

 

Una sorta di “malato immaginario” di Molière, che prescrive solo salassi e purghe per ogni possibile male e ci porta alla sempre problematica domanda: “più Europa” può essere la soluzione a tutti i nostri problemi? Perché se è vero che davanti alle presenti sfide abbiamo bisogno di un’Europa unita e coesa, possiamo davvero permetterci di cercare in lei la risposta a ogni nostra domanda?

Letta si è difeso sottolineando la sua volontà di lavorare con i Trattati esistenti e presentando la sua scelta come dovuta a un “iper pragmatismo”, che tiene conto dell’impossibilità, nella situazione attuale, di apportare modifiche ai Trattati. Una scelta consapevole, che vuole offrire una fotografia dell’Europa di oggi, con i suoi dubbi e le sue incertezze, ma basata sull’assoluta priorità di recuperare al più presto competitività nel panorama globale. Una partita difficile, perché, dopo la straordinaria conquista dell’euro, non ci sono stati ulteriori importanti passi in avanti e gli strumenti dell’Europa sono rimasti gli stessi.

Una coesione necessaria a crescere, fondamentale per sopravvivere

Tra i temi più urgenti che Paola Severino (Presidente della Luiss School of Law) ha individuato nel suo intervento spiccano quelli della coesione e della condivisione. Nella speranza che questo libro diventi uno “stimolo” per l’Europa, che le permetta di uscire dall’inerzia, Severino ha sottolineato il significato profondo di esserci liberati dalle frontiere; con l’Unione abbiamo conquistato libera circolazione delle idee e decenni di pace, che è opportuno vengano ricordati, specialmente alle nuove generazioni.

Paola Severino

Paola Severino

 

L’Europa non deve essere solo un mercato comune, ma un luogo ideale di comunione d’intenti e di “dialogo sociale”, ha detto Valentina Meliciani (direttrice del Luiss Institute for European Analysis and Policy), dove si diffonda la consapevolezza che essere europei comporta benefici, ma anche responsabilità, alla luce della presa di coscienza che un disastro come quello della Brexit non può più ripetersi. Letta cita la protesta degli agricoltori polacchi che proclamano di non voler “pagare tutto il prezzo della transizione verde” come situazione emblematica che pone il problema di un’Europa che non può sostenere progetti che facciano la differenza rispetto al passato senza appoggio e condivisione. Un’Europa che deve impegnarsi a modificare il diritto di veto che oggi permette di frenare sul nascere ogni iniziativa con il voto contrario di un singolo Paese.

Una nuova parola chiave: sicurezza

Davanti alla drammatica situazione contemporanea è stato evocato con urgenza da Valentino e Severino il tema di dover creare un sistema europeo di difesa unito, rimasto in sospeso dai tempi del fallimento della Ced. “Abbiamo aiutato l’Ucraina, abbiamo fatto bene a farlo e dobbiamo continuare ad aiutarla”, ha affermato Letta nel corso del suo intervento, sottolineando come lo sforzo economico sostenuto ad oggi dall’Europa per inviare gli aiuti militari all’Ucraina si aggiri intorno a 140 miliardi di euro.

Soldi dei contribuenti europei, che però, in mancanza di un sistema di difesa comune e materie prime sufficienti, sono andati a rimpinguare le casse di Turchia, America e Sud Corea. Il sovranismo economico e militare in Europa, ha continuato Letta, non è più sostenibile, perché porta con sé meno capitali, meno posti di lavoro e un conseguente crollo della nostra competitività nel panorama globale.

Sottolineando l’interdipendenza dei sistemi economici del continente, Letta ha auspicato la nascita di una Consob europea per aumentare la fiducia dei risparmiatori e rendere più agevole il loro accesso alle opportunità del mercato unico. Ha inoltre proposto di creare una sorta di “Delaware europeo”, un ambiente finanziario, legale e normativo virtuale (non fisico come il modello statunitense), che abbia un proprio diritto commerciale per le imprese valido come passe-partout in tutta Europa.

Fatta l’Europa, bisogna fare gli europei

Alla luce delle conquiste ancora da raggiungere, sempre più pressante appare il bisogno di riavvicinare l’opinione pubblica a un’Europa che fino ad oggi appare ai più molto distante. In mancanza di una narrazione comune, che Paolo Valentino ha proposto di diffondere con film e serie tv, nel dibattito aperto dal libro di Letta si è affermata la necessità di contrastare il racconto degli aizza-popolo.

Enrico Letta

Enrico Letta

 

Un fenomeno che, ha contestato Orsina, troppo spesso – come nel libro – viene ridotto a una “reazione di pancia” poco ragionata, che si spera possa riassorbirsi da sola, senza riflettere sulle ragioni profonde di una ribellione politica di cui non è altro che un sintomo. L’indizio di un sentimento condiviso da tanti cittadini che si sentono sempre più distanti dal centro dove si assumono le decisioni, ci sono i servizi e le opportunità. Letta ha citato a questo proposito l’episodio di un anziano che, nel restituirgli un volantino che gli era appena stato distribuito, ha affermato: “L’Europa non è per me, perché io non prendo aerei. […] L’Europa è per voi che siete cosmopoliti, che prendete gli aerei e parlate le lingue”.

La Freedom to stay, il diritto di restare per tutti, anche per i giovani che ormai troppo spesso sono messi nella condizione di dover partire, è un tema che l’Europa è chiamata ad affrontare. Poiché se è vero che le sfide della contemporaneità richiedono unione e coesione, è sempre più indispensabile che l’Europa sia realmente un’opportunità collettiva.

 

Giulia Maria Giuffra

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