Sen. Lombardo: eletto a Bologna ma come potrei scordare le mie origini calabresi?

Intervista a una matricola del Parlamento, con un elevato curriculum accademico "Quella del Terzo Polo sarà un’opposizione nel merito dei singoli provvedimenti del Governo, che avanzerà proposte per risolvere concretamente i problemi degli italiani"

Storie di eccellenze italiane prestate alla politica. È il caso di Marco Lombardo, origini calabresi, giovanissimo leader di Azione e oggi anche giovanissimo Senatore della Repubblica Italiana, con un curriculum accademico alle spalle da primo della classe. “Sono nato a Locri -racconta- il 2 gennaio del 1981, ma il mio vero luogo natìo è Martone, uno straordinario paesino di 500 abitanti in provincia di Reggio Calabria. Sono calabrese di nascita, bolognese di adozione, europeo per convinzione: ho vissuto e studiato a Reggio fino all’età di 18 anni per poi trasferirmi a Bologna, dove attualmente vivo e lavoro”.

Professore come è andato il suo “primo giorno a Palazzo Madama”?

È stata una giornata che non dimenticherò mai, per l’emozione di entrare nel “tempio della democrazia italiana” e per il senso di responsabilità che sento in un momento così difficile e delicato per la vita del nostro Paese.

Conoscendo le cose che Marco Lombardo ha fatto prima di essere eletto a Palazzo Madama ci diventa ancora difficile dargli del “Senatore”, è per questo che per tutto il tempo continuiamo a chiamarlo “Professore”.

Laurea con 110 e lode in Giurisprudenza nel 2004, Master per Giuristi Internazionali nel 2005, avvocato dal 2007, ha conseguito il doppio titolo di Dottore di ricerca in diritto dell’Unione europea presso l’Università di Bologna e l’Université de Strasbourg nel 2010. Dal 2007 al 2012 collabora con il C.I.R.D.E. – Il Centro interdipartimentale di ricerca sul diritto dell’Unione Europea – per diffondere la conoscenza e lo studio del diritto dell’Unione europea, ma in realtà ha viaggiato più lui che non un ministro degli esteri.

Dal 2009 al 2012 ha insegnato alla “China University of Political Science and Law” (CUPL) e alla “China – EU law School (CESL)”. Attualmente insegna nel corso di ‘Diritto dell’Unione europea’ al Master per Relazioni Internazionali dell’Università Alma Mater di Bologna.

Del rapporto che ha con la politica è significativo quanto lui stesso racconta sul suo blog personale: “Pur nutrendo sin da piccolo la ‘vocazione‘ per la politica ho cominciato ad affacciarmi a questo mondo solo nel 2009 nella convinzione che, per essere libero e indipendente, fosse necessario prima costruirsi un autonomo percorso formativo e professionale”.

E nel suo percorso di formazione professionale ha sempre seguito due passioni, il diritto e l’Europa, così come i principali campi di ricerca della sua attività accademica, giovanissimo professore universitario a Bologna, sono stati: il Quadro istituzionale europeo e i processi decisionali dell’Unione europea, il Diritto dell’Energia, il Diritto ambientale e la disciplina sui cambiamenti climatici, il Diritto antitrust, i mercati, la concorrenza, gli aiuti di Stato, i ricorsi giurisdizionali e la tutela dei diritti fondamentali. Ma basta arrivare a Palazzo Madama e chiedere di lui, che il commesso più anziano, quello che conosce praticamente tutto e di tutti, ci risponde “Chi? Il professore Lombardo? È appena arrivato”.

Professore. a chi crede di poter dedicare oggi la sua vittoria elettorale?

Dedico la mia vittoria a tutte le persone che hanno sempre creduto in me, a partire dalla mia famiglia.

Le è piaciuto il discorso della senatrice Segre?

Il discorso di Liliana Segre è stato di alto profilo e molto toccante perché ci ha ricordato come la democrazia sia un valore prezioso che va difeso giorno per giorno, in particolare da chi ricopre ruoli istituzionali. Il buon esempio è quello che i politici dovrebbero dare sempre perchè abbiamo bisogno di ricostruire dalle fondamenta il legame di fiducia nella politica e nella democrazia italiana.

E il discorso del nuovo Presidente del Senato?

Il discorso del neo presidente Ignazio La Russa è stato il discorso di chi sa di dover dismettere i panni del ruolo di parte ed acquisire la legittimità di dover rappresentare, come seconda carica dello Stato, l’interesse non solo della maggioranza ma anche di garante e tutela delle minoranze.

Quanta Calabria un intellettuale come lei si porta ancora dentro?

Non mi definisco un intellettuale, ma uno studioso attento e curioso. La Calabria fa parte del mio vissuto personale e professionale e la porto sempre dentro di me con l’orgoglio e la responsabilità di dover rappresentare una terra meravigliosa e complessa che vorrei venisse conosciuta dagli italiani non solo per fatti di cronaca, ma anche per la bellezza, l’operosità e l’etica della fatica che costituiscono il DNA della maggioranza dei calabresi onesti.

Possiamo scrivere che in Senato c’è un “senatore calabrese” in più rispetto a quelli eletti in Calabria?

Quando si è eletti in Parlamento si è chiamati a rappresentare l’intero territorio nazionale, non solo il collegio in cui si viene eletti. Ciò premesso, sicuramente posso essere considerato un senatore che sarà attento ai problemi della Calabria e che spero possa diventare un interlocutore delle amministrazioni del territorio calabrese, delle associazioni e delle imprese per colmare le diseguaglianze tra il Nord ed il Sud del nostro Paese.

Aveva messo in conto una vittoria così importante come è stata la sua?

Ho sempre creduto che la mia elezione sarebbe stata possibile, a fronte di un buon risultato personale e di un buon risultato della lista, anche se il meccanismo di questa legge elettorale è talmente complesso che il risultato finale dipende da tante variabili, a volte indipendenti dalla volontà del singolo candidato. Nel mio caso, posso dire che tutte le condizioni si sono inverate.

Quali temi le piacerebbe analizzare con più attenzione ora da Senatore della Repubblica?

Mi piacerebbe potermi occupare di politiche europee che sono sempre state il mio ambito di competenza politico e professionale, nonché di temi che riguardano il PNRR, il lavoro, il welfare ed il terzo settore. Come forza politica di opposizione, non ci limiteremo solo a dire dei no. Quella del Terzo Polo sarà un’opposizione nel merito dei singoli provvedimenti del Governo, che avanzerà proposte per risolvere concretamente i problemi degli italiani. Non a caso, siamo stati finora gli unici a proporre un price cap nazionale dell’energia, in attesa che una decisione analoga venga assunta anche al livello europeo, per affrontare il caro-bollette che sta mettendo in grande difficoltà le imprese e le famiglie italiane e che, se non affrontato tempestivamente, può mettere a rischio la crescita economica e la coesione sociale del nostro Paese.

 

Pino Nano – Giornalista, già caporedattore centrale Rai

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