Napoli Futurista

Un manifesto storico -pubblicitario in attesa di tornare al fronte. Ottima prova di Simone Miglietta

Un uomo in mutande e canottiera entra in scena dalla platea, mentre una registrazione
ducesca saltando continuamente, annuncia l’inizio dello spettacolo dell’Istituto “Nu pocu de Luce”.
Eh già.

Lo spettacolo in questione è NAPOLI FUTURISTA (liberamente ispirato alla declamazione sinottica dei futuristi Filippo Tommaso Marinetti e Francesco Cangiullo) messo in scena questo 26 e il 27 aprile a Lecce da Asfalto Teatro.
La produzione è di Fraume Teatro, e ci si stupisce di come un giovane attore/autore, Simone Miglietta (classe ‘99), da solo in scena riesca ad attirare a sé per circa 60 minuti una platea attenta, presente, più volte tenuta a rispondere con schiocchi di dita e canzoni, ma che interviene anche spontaneamente con risate e stupore.

In questa richiesta di intervento del pubblico, l’attore vuole dirci di partecipare alla sua guerra, alla rivoluzione contro i “passatisti” o il teatro incravattato, formale come gli indumenti che cerca di indossare durante lo spettacolo.
Si vuole un teatro guerresco quindi, più precisamente (come direbbe Marinetti) il sangue in tutte le sue sfumature di rosso!
Ad essere tirato in ballo non è solo il pubblico ma anche la Luce, che si chiede spesso e di diversa atmosfera e tonalità, come un passaggio temporale e animico di una storia che non ha che fare solo con Napoli e i futuristi, ma che riporta alla crisi di visibilità e riconoscimento della generazione attuale, schiacciata da un passato ancora in trincea.

Il tempo infatti è un altro elemento importante nella narrazione. La storia scorre come un manifesto politico ad elenco numerato e ci racconta di un passato che è ancora presente e di un presente che sa troppo spesso di passato.
Un tempo comunque inafferrabile, una scala mobile continua che attraversa Piedigrotta ai tempi di Cangiullo e arriva fino a Donnarumma e di nuovo torna indietro.
Si ferma a metà strada, poi passa da Capri e il suo mare, attraversa i mercati, i versi del popolo, le sue manie, il dinamismo tipico partenopeo, fatto di modi di dire colorati e vivaci che diventano coro polifonico e strumentale, tutto in un attore.

Campanelli usati come ventaglio, lime da carpentiere, un metro metallico a rullo fanno suonare in maniera quasi isterica la scena mentre l’attore non perde il ritmo incalzante e racconta, suona, e infine danza con un fantasma di nome Caterina (Catarì in napoletano).
L’attore è una voce, in questo caso quella di Eco, al maschile, ma anche la voce della sua generazione, degli avvisi commerciali, dei tentativi di estorsione, degli insulti o del giovane napoletano neomelodico, ma anche la voce che intona come un disco rotto Il piave mormorò.

Si mette l’accento anche sul mercato del turismo di massa; nella scena infatti, pressoché spoglia, fanno capolino due lavagne come quelle che si vedono fuori dai chiostri e dai bar delle nostre città barocche prese d’assalto, con scritte che ci riportano immediatamente allo stile grafico di copertina dell’opera poetica più conosciuta di Marinetti: “Zang tumb tumb”.

Una traversata spaziale e temporale Napoli Futurista, ben calibrata e avvincente, con riferimenti alla Storia e alla contemporaneità; uno spettacolo coraggioso, ribelle, altamente ironico e critico messo in scena con un’ energia vibrante e grottesca, con qualche accenno malinconico in riferimento al disperato tentativo di trovare uno spazio di pace tra questa Italia, divisa tra Nord e Sud, tra polenta e sfogliatella, ma anche di trovare il giusto colore di verde degli occhi di Catarì o il celeste del velo delle Madonne e il colore della maglia di San Maradona.

Simone Miglietta: si diploma al Teatro Stabile di Napoli, attore, drammaturgo e formatore teatrale. Nel 2022 premiato come Migliore Attore nella Rassegna “I Corti della Formica” a Napoli.
Con l’opera I Porci, vince il bando “Il Teatro non si Rassegna” a Monte di Procida Svolge attività di partenariato tra l’Italia e l’Olanda per la creazione di concept innovativi di coesione delle arti performative e della musica elettronica; fonda nel 2023
l’associazione R.E.M.S. (Società delle Risorse per la Coscienza Espressiva), dirigendo la sezione di spettacolo dal vivo denominata FRAUME TEATRO. È stato finalista del premio HYSTRIO ALLA VOCAZIONE 2023.

 

Paola MaritatiScenografa, Social manager

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