Il 20 marzo 2022 il giovane poeta-matematico Konstantin Olmezov, originario del Donbass, si è suicidato a Mosca. Ha lasciato un lunga lettera per gli amici che finiva con una bella poesia. Questa lettera si trova su Telegram al canale Konstantin e le lettere. La notizia è apparsa sul sito di Meduza, un’agenzia di notizie russa indipendente trasferitasi in Lituania per evitare la repressione di Putin.
Nel link c’è la spiegazione del gesto di Konstantin. Come un antico eroe greco o romano, preferisce darsi la morte piuttosto che cadere nelle mani del nemico. Questo atteggiamento è raro nei soldati che combattono le guerre moderne ed è ancora più raro in un matematico-poeta.
Non si può non descrivere la vita di questo eroe moderno. Ho cercato inutilmente uno spazio sui giornali per pubblicare questa storia. Molti giornali non sono sicuramente capaci di raccontare storie così rare.
Le redazioni sono simili alle direzioni dei ministeri, le direttive sono imposte dai capi redattori che non si discostano minimamente dai comportamenti medi degli altri giornali. Quindi ci si trova davanti un’infinita serie di inutili e noiose ripetizioni. Un esempio: all’inizio della guerra un gruppo di matematici russi ha avuto il coraggio di aprire un sito internet per raccogliere firme contro l’intervento in Ucraina, associato ad un documento in cui si condannava l’azione di Putin. Ho mandato la notizia a vari giornali ma l’hanno ignorata.
Mi trovo quindi molto più a mio agio nel raccontare i dettagli di questa storia sul sito di BeeMagazine.
Kostantin era nato e vissuto a Donetsk, nel Donbass. Si era dedicato alla poesia e alla matematica. Nella sua lettera finale dice di amare questa città in cui ha scritto le prime poesie, si è esibito in compagnie teatrali. Se fosse riuscito nel suo intento di tornare a combattere per l’Ukraina sarebbe probabilmente tornato nel Donbass.
Si trasferisce a Kiev dove continua la sua attività artistica e matematica. Recita con un amico nell’Oniegin, scrive bellissime poesie, si laurea in la matematica. Si appassiona all’aritmetica combinatoria. Questa branca della matematica lo affascina particolarmente perché si accede subito a problemi molto interessanti senza bisogno di avere molte conoscenze precedenti e di dover assimilare molte definizioni.
Si tratta di studiare le proprietà di oggetti molto semplici, le successioni finite di numeri. Si entra immediatamente in una problematica tutt’altro che banale. Il paragone con la poesia è immediato: anche la poesia è immediata, se c’è l’ispirazione basta tradurla in versi. Konstantin studia per due anni questa materia che lo appassiona.
Probabilmente a Kiev non è praticata quindi sviluppa questo studio tutto da solo già quando è neolaureato. Di solito i giovani laureati non hanno questo grado di autonomia, si rivolgono infatti sempre a dei professori, noti per la loro produttività scientifica, per avere dei suggerimenti e idee da sviluppare.
Ad un certo punto Konstantin decide di scrivere al Prof. Ilya Shkredov del Dipartimento di Matematica dell’Università di Mosca e Direttore di ricerca dell’Istituto Steklov dell’Accademia delle Scienze di Mosca. Shkredov è l’unico esperto di fama internazionale di questa materia nell’Europa orientale.
Konstantin dice che non è un matematico ( per modestia) e che vuole apprendere la materia che gli interessa facendo il dottorato con Shkredov che lo accetta volentieri. Durante il dottorato pubblica quattro articoli sulla rivista Mathematical Notes, un numero di gran lunga superiore a quello di un dottorando tipico. Sviluppa un metodo di calcolo nuovo che Shkredov adotta. Questo in linea con la laurea in programmazione di Kostantin. Shkredov progetta di scrivere un libro con lui.
Quando scoppia la guerra Kostantin vuole tornare subito in Ukraina per combattere i russi. La guerra scoppia il 24 febbraio, Konstantin decide di partire il 26 febbraio. Se fosse partito il 23 non ci sarebbero stati problemi. Viene arrestato e trattenuto per 15 giorni. Per lui essere privato della libertà, scrive nella lettera, è peggio che morire.
In carcere prova a suicidarsi 10 volte. Quando lo liberano Shkredov gli dà un biglietto aereo per andare a Linz, dove gli ha trovato anche un posto. Konstantin non dice nulla dei suoi tentativi di suicidio a Shkredov e al suo avvocato. Dice che è tutto normale ma invece di andare all’aeroporto si suicida con gran dolore di tutti gli amici. Ho tradotto la poesia con cui conclude la sua lunga lettera di addio:
Una poesia del matematico–poeta suicida
I russi vogliono poster “niente guerra”?
Chiedi al poliziotto antisommossa in armatura a riguardo,
Chiedi informazioni agli abitanti della metropolitana
Chiedi a colui che si è aggrappato al trono.
I russi vogliono città distrutte?
Chiedilo ai treni affollati.
I russi vogliono ospedali distrutti?
Chiedi agli occhi prosciugati dei bambini.
I russi vogliono cambiare qualcosa?
Chiedi al resto dei media al riguardo.
I russi vogliono sradicare il nazismo?
Chiedilo agli studenti con lettera “Z”
Questo anno terribile sarà il tuo biglietto da visita,
Davvero un popolo incrollabile,
Pronto anche a fare il bagno nel sangue, anche nella merda,
Per togliere i manifesti “niente guerra”.
Brunello Tirozzi – Professore ordinario di Fisica Matematica Università di Roma “La Sapienza”