Una schermata blu su tutti i pc del mondo e poi più nulla per ore. La “blu screen of death” (la schermata della morte) apparsa lo scorso 21 luglio, ha mandato in down tutta la tecnologia informatica. Dai portatili di casa, alle grandi industrie. Dagli ospedali agli aeroporti. Tutto ciò che era collegato ad una macchina gestita dall’informatica si è “piantata” all’improvviso.
Un gigantesco down globale che, al momento, non sembrerebbe dovuto ad un attacco informatico ma ad un errore nell’aggiornamento di CrowdStrike, un software di sicurezza informatica presente su Windows. “Per ripristinare i computer coinvolti dal guasto informatico potrebbero volerci dei giorni, non è una situazione che si risolve in poche ore”, spiega all’ANSA Pierluigi Paganini, professore di Cybersecurity presso l’Università Luiss Guido Carli.
Ma ricostruiamo i fatti.
Dalle prime ore del mattino del 21 luglio, un’interruzione su vasta scala ha iniziato a colpire progressivamente reti e sistemi informatici, lasciando il mondo interconnesso praticamente paralizzato. I primi sospetti sono ricaduti su un probabile e sofisticato attacco informatico. Diverse fonti indicano che un virus di nuova generazione, battezzato “Pandora”, avrebbe avuto la capacità di bypassare i sistemi di sicurezza più avanzati, sfruttando delle vulnerabilità sconosciute fino a ora.
Con il passare delle ore però si è capito che quasi sicuramente era un “bug” del famoso software di sicurezza rilasciato dalla CrowdStrike. Che dal proprio blog ha chiarito: «Ci impegniamo a identificare eventuali miglioramenti fondamentali per rafforzare il nostro processo. Aggiorneremo i risultati nell’analisi della causa principale man mano che l’indagine procede».
L’impatto economico è stato devastante. Le borse valori in tutto il mondo sono state costrette a sospendere le negoziazioni, con perdite stimate in centinaia di miliardi di dollari. Sistemi bancari e di pagamento online sono stati i primi a crollare. Non meno grave è stato l’impatto sociale. Ospedali e servizi di emergenza, che ormai dipendono in larga misura da sistemi digitali, si sono trovati a dover affrontare situazioni di emergenza senza accesso alle informazioni vitali dei pazienti.
Ovviamente i governi di tutto il mondo stanno cercando di ovviare al ripetersi di queste criticità. Gli sforzi immediati sono concentrati sul ripristino dei sistemi critici e sulla messa in sicurezza delle reti. Tuttavia, sarà necessaria una riflessione profonda e coordinata a livello internazionale per prevenire futuri attacchi di questa portata.
Questo evento ha rivelato la fragilità del nostro mondo iperconnesso e l’importanza di una difesa informatica robusta e resiliente. Resta chiaro che la sicurezza informatica deve diventare una priorità assoluta per governi, aziende e cittadini di tutto il pianeta.