Le mafie stanno cambiando volto, infiltrandosi sempre più a fondo nel tessuto economico del nostro Paese. Non più confinate ai territori d’origine o relegate ai margini della società, oggi le organizzazioni criminali si muovono con disinvoltura nel mondo delle imprese, creando un intreccio pericoloso tra economia legale e illecita.
Questa evoluzione, analizzata nel dettaglio dall’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), pone serie domande sulla natura stessa del fenomeno mafioso e sulle sue implicazioni sociali. Le mafie non sono più solo un problema di ordine pubblico, ma una minaccia sistemica che rischia di minare le fondamenta stesse della nostra economia e della nostra coesione sociale.
Le strategie mafiose
Le strategie adottate dalle mafie per penetrare nel mondo delle imprese sono molteplici e si adattano alle dimensioni e alle caratteristiche delle aziende coinvolte. Nelle piccole imprese, spesso di nuova costituzione o acquisite in modo opaco, l’obiettivo principale è il riciclaggio di denaro sporco. Queste attività servono a simulare operazioni commerciali legittime, mascherando l’origine illecita dei fondi.
Nelle aziende di medie dimensioni, invece, le mafie puntano a un controllo più diretto, entrando come partner o finanziatori per poi appropriarsi gradualmente delle leve decisionali. L’obiettivo non è solo il riciclaggio, ma anche l’eliminazione della concorrenza e la conquista di posizioni di monopolio.
Con le grandi imprese, infine, le organizzazioni criminali costruiscono alleanze strategiche, sfruttando rapporti con dirigenti, consulenti o referenti politici per influenzare decisioni, ottenere appalti o legittimare i propri interessi. È un’operazione sofisticata che si avvale di connessioni nei network politico-economici.
Una presa di coscienza collettiva
Ma quali sono le implicazioni sociali di questo fenomeno? L’infiltrazione mafiosa nell’economia non è solo un problema di legalità, ma rappresenta un attacco alla trasparenza, alla concorrenza leale e alla fiducia dei cittadini nel sistema. Mina la credibilità delle istituzioni e crea un clima di sfiducia che può avere ripercussioni profonde sulla coesione sociale.
Inoltre, l’espansione delle mafie verso le regioni del Nord ha reso ancora più sfumato il confine tra economia legale e criminalità organizzata. Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta si muovono ormai su tutto il territorio nazionale, creando una contaminazione che rischia di normalizzare la presenza mafiosa nell’economia.
Per contrastare questo fenomeno serve un approccio sistemico che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini. Non basta affidarsi solo all’azione repressiva delle forze dell’ordine, ma occorre rafforzare i controlli finanziari, formare esperti in grado di intercettare anomalie nei bilanci aziendali e sviluppare strumenti predittivi per riconoscere i segnali precoci di infiltrazione.
Ma soprattutto, serve una presa di coscienza collettiva. Conoscere le dinamiche dell’infiltrazione mafiosa nell’economia è il primo passo per costruire una società più consapevole, dove il confine tra lecito e illecito sia chiaro e netto. Solo così potremo difendere non solo la nostra economia, ma anche i valori fondanti della nostra convivenza civile.
L’infiltrazione mafiosa nell’economia ha radici profonde e complesse che vanno oltre la semplice logica del profitto. Le organizzazioni criminali, infatti, non mirano solo ad accumulare ricchezza, ma anche a costruire una rete di potere e influenza che permetta loro di controllare interi settori economici e di condizionare le scelte politiche.
Questo intreccio tra criminalità organizzata, economia e politica rappresenta una sfida senza precedenti per la nostra società. Le mafie, infatti, non solo minacciano la libera concorrenza e la trasparenza del mercato, ma rischiano anche di compromettere il funzionamento stesso delle istituzioni democratiche.
Per questo motivo, la lotta all’infiltrazione mafiosa nell’economia richiede un impegno corale e una mobilitazione di tutte le forze sane del Paese. Le istituzioni devono dotarsi di strumenti normativi e investigativi adeguati, ma anche promuovere una cultura della legalità e della trasparenza che coinvolga imprese e cittadini.
Governance trasparente
Le aziende, dal canto loro, devono adottare modelli di governance trasparenti e responsabili, rifiutando ogni compromesso con la criminalità organizzata. Devono inoltre collaborare attivamente con le autorità, segnalando eventuali anomalie o tentativi di infiltrazione.
I cittadini, infine, hanno il compito di vigilare e di pretendere dalle istituzioni e dalle imprese comportamenti etici e rispettosi della legalità. Solo attraverso una partecipazione attiva e consapevole della società civile sarà possibile costruire un argine efficace contro l’avanzata delle mafie nell’economia.
Ma la sfida dell’infiltrazione mafiosa non riguarda solo l’Italia. In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, le organizzazioni criminali hanno dimostrato una grande capacità di adattamento e di espansione oltre i confini nazionali. La lotta alla criminalità organizzata richiede quindi una risposta coordinata a livello internazionale, basata sulla cooperazione tra Stati e sulla condivisione di informazioni e buone pratiche.
In conclusione, l’infiltrazione mafiosa nell’economia rappresenta una minaccia sistemica per la nostra società, che richiede una risposta altrettanto sistemica e corale. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni, imprese e cittadini sarà possibile difendere la nostra economia e i nostri valori democratici dall’attacco delle mafie. La posta in gioco è alta: non si tratta solo di contrastare un fenomeno criminale, ma di costruire un futuro di legalità, trasparenza e giustizia per le nuove generazioni.
Vincenzo Candido Renna – avvocato cassazionista