Il bellissimo libro di Jas Gawronski Da Giovanni Paolo II a Giovanni Agnelli. Dialoghi del’900, appena pubblicato dall’Editore Aragno, contiene interviste a molti grandi della terra, talvolta di eccezionale interesse. Scorrerle è come ripassare la storia di avvenimenti cruciali della seconda metà del XX secolo. Qui desidero richiamare l’attenzione su un punto decisivo (pag. 14) delle lunghe conversazioni tra Papa Woytila e Gawronski, un punto che tocca il problema eterno della guerra e perciò strettamente attuale oggi come allora.
Il punto discrimina in modo netto ed inequivoco tra la posizione ripetutamente confermata di Papa Francesco e ciò che pensava e diceva e faceva scrivere Papa Woytila in merito alla dottrina cattolica della guerra. Ritengo importante sottolineare tale punto discriminante perché negli ultimi tempi la tragedia umana ha obnubilato la mente e la fede di laici e religiosi, professori e prelati, che per irenismo preconcetto hanno voluto dipingere il munus petrinum come la cattedra della sottomissione.
Ecco dunque il magistero di Giovanni Paolo II sulla vera pace, sulla guerra giusta, sul diritto di difesa.
Papa Woytila: “Quello che io dico è che, in caso di aggressione, bisogna togliere all’aggressore la possibilità di nuocere. È una differenza forse sottile, ma secondo la dottrina tradizionale della Chiesa la guerra giusta è solamente quella difensiva. Ogni popolo deve avere il diritto di difendersi.”
Jas Gawronski: “Ma c’è stata un’evoluzione nel pensiero del Papa su questo argomento?”
Papa Woytila: “No, non c’è stata nessuna evoluzione. Io ho sempre mantenuto la mia posizione contro la guerra, naturalmente nei limiti di quanto ho detto prima, cioè che la guerra diventa giusta quando è diretta a difendersi, perché, ripeto, ognuno ha il diritto di difendersi.”
La conclusione, per chi applica la retta ragione, come insegna la Chiesa cattolica, è dunque univoca. L’Ucraina conduce una giusta guerra di difesa. Putin è un aggressore ingiustificabile. Sovvenire materialmente e sostenere spiritualmente l’aggredito è obbligo politico e dovere morale.
La bandiera della pace non è la bandiera bianca dell’asservimento e della resa, ma della indipendenza e della resistenza.