È uscito in libreria il 30 maggio scorso l’ultimo libro di Luca Martini, I giochi dei grandi, edito da Pequod, casa editrice di Ancona. Dopo tre romanzi, lo scrittore bolognese torna con una raccolta di testi brevi.
In quindici racconti, l’autore cerca di fotografare altrettanti spaccati di dolorose solitudini, fermati nel momento in cui i protagonisti tentano di saltare. Perché la cosa che li accomuna, oltre alla solitudine, è il coraggio di cambiare le cose, la tenacia e la determinazione di affrontare la situazione, che li porta a osare, a tentare. A saltare, appunto, sempre con coraggio e un po’ di incoscienza.
Tutti i personaggi, in definitiva, cercano una svolta che cambi per sempre il corso delle loro vite. Ed è da questo attimo di buio che nascono le storie di Luca Martini, racconti che cercano di dare un colore a un bianco e nero esistenziale, al quale in apparenza sembrano condannati tutti i protagonisti di questi racconti, nel confronto col passato che torna all’improvviso o che si scopre non essere mai passato, nello strappo dell’abbandono o nel passaggio all’età adulta.
Sono storie moderne e metropolitane, narrate con l’occhio vigile di chi non giudica, di chi resta ai margini, come se governasse una macchina da presa che indaga con crudeltà spingendosi fino a pochi millimetri dai volti, dalle rughe, dagli occhi, per sottolineare le angosce, i palpiti, i dubbi, le contraddizioni.
Ci sono figli non voluti, altri venuti male, altri ancora che non hanno i genitori e apparentemente sembrano felici. Al contempo, ci sono genitori assenti, altri troppo presenti, alcuni in fieri, qualcuno che è incapace di crescere e di pensare a una famiglia, fratelli che non si riconoscono pur sentendo una appartenenza profonda. Ci sono contraddizioni e strappi, tutto e il contrario di tutto.
In queste storie c’è il terrore per la perdita dell’innocenza e la smania di perderla, c’è il confronto con quello che dovrebbe essere e non è mai stato, c’è la resa dei conti tra la vita dei protagonisti e quella che gli altri vorrebbero vivessero.
Nei racconti di Luca Martini, quindi, c’è tutta la dissoluzione della società moderna, con uno spaccato variegato ed efficace di situazioni in cui la solitudine sembra invincibile, perché ormai ineluttabile.
In realtà, invece, scopriremo che le cose non vanno sempre come sembra, e che la speranza, in fondo, non perde pur senza vincere mai.
Molto positivi i primi giudizi sul libro.
Luca Martini è un artigiano della parola, uno capace di evocare mondi in poche righe con il talento dei mestieranti esperti. Merce rara ai nostri tempi, e per questo ancora più preziosa
– Alessandro Berselli
La scrittura di Luca Martini è precisa come un bisturi e scava fino alle falde più profonde dell’animo umano
– Valerio Varesi
Che si tratti di racconti oppure di romanzi, Luca Martini sa sempre cesellare le parole con sapienza, mettendo sempre quella giusta al posto giusto
– Gianluca Morozzi
C’è qualcosa di esplicito, persino feroce, in questi racconti. I protagonisti sembrano quasi andare in cerca del dolore, per sfidarlo frontalmente… Luca Martini li accompagna con il passo di chi si domanda il senso, e, più che trovarlo, ama indugiare nel momento della domanda
– Sandro Campani
Simone Massaccesi – Redattore