Prezzolini “anarchico conservatore”

 

Appena fresco di stampa e già in libreria il nuovo libro di Gennaro Sangiuliano, già direttore del TG2 in RAI e oggi ministro della Cultura. L’opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, è stata rivista e aggiornata, ed ora viene riproposta da Oscar Mondadori con la prefazione di Francesco Perfetti e una postfazione di Vittorio Feltri.

 

 

L’obiettivo, ma anche il metodo, di questo libro è: “Raccontare l’avventura intellettuale di Giuseppe Prezzolini raccontando la sua vicenda umana”.

E così, attraverso i cento anni di vita di un intellettuale originale e scomodo del Novecento italiano, vengono riletti i più importanti fenomeni filosofici, letterari e politici del Secolo Breve.

“Con Prezzolini – sottolinea il ministro Sangiuliano- nasce la figura dell’intellettuale moderno, immerso nelle contraddizioni della società di cui è allo stesso tempo testimone e protagonista. Le avanguardie del primo Novecento, l’esperienza della “Voce”, la più importante rivista culturale del secolo, la Grande Guerra, la nascita del fascismo, la Seconda guerra mondiale, il dopoguerra: Prezzolini ha marcato la vita culturale e politica italiana sfuggendo sempre alla tentazione delle ideologie e del conformismo”.

Nella sua vita centenaria, Giuseppe Prezzolini (1882-1982) – racconta Gennaro Sangiuliano -è stato il testimone e per certi versi l’«archivista» – di un percorso secolare della storia e della cultura italiana e non solo. Senza che lui l’abbia cercato, la sua vita è stata un crocevia ineguagliabile di incontri ed esperienze: fondatore e anima della «Voce», amico e corrispondente di decine di personaggi, da Carducci a Gramsci, da Apollinaire a Croce, da Oriana Fallaci a Montanelli, è stato un intellettuale  con una visione multiculturale tuttora rara, aperto all’interventismo nel mondo e non chiuso nell’accademismo ottocentesco.

E ancora: “Giuseppe Prezzolini ha attraversato e rappresentato le contraddizioni del Novecento, della Grande Guerra al fascismo, dal secondo conflitto mondiale al dopoguerra, mantenendosi sempre lontano dalle ideologie e dal conformismo. Per tutta la vita, ha curato e preservato, talora a caro prezzo, una cosa sopra tutte: la sua libertà”.

Questa biografia ne tratteggia  il ricchissimo profilo intellettuale e ne ricostruisce le variegate vicende biografiche, fornendo al lettore, come scrive Francesco Perfetti nella sua Prefazione, l’autentica immagine di un intellettuale finissimo e, insieme, il ritratto psicologico e umano di un autentico “anarchico conservatore”.

 

 

Nel più longevo e prolifico intellettuale italiano del secolo scorso è sempre stata evidente una traccia anarchica, connaturata ad una personalità che non sopportava le irreggimentazioni, i richiami delle mode, le lusinghe del potere e a tutto questo si opponeva tenacemente con l’intelligenza di uno spirito libero, ma anche con la consapevolezza che conservare una certa idea dell’Italia, legarla ad una visione decidente e partecipativa della democrazia, pretendere una sobrietà «risorgimentale» dai governanti era quanto di più «sovversivo».

“Prezzolini- scrive Sangiuliano – È stato l’inventore di Mussolini ma si autoesiliò in America quando sentì puzza di regime; era di destra ma non nostalgico, lodò la democrazia americana ma non lo stile di vita degli Usa. Amico di Papini e Longanesi, ma anche di Amendola, Croce e Gentile, è stato il maestro di Montanelli e della Fallaci. Anarchico ma conservatore, ha fatto della libertà la sua religione e della sua vita un romanzo dove nulla è inventato”.

Forte anche la denuncia -che ne fa nella postfazione – il giornalista Vittorio Feltri :“I libri e le carte del maestro sono ancora in Svizzera. L’Italia non trovò modo di riscattarli. 0 forse non volle. C’è poco da stupirsi. Nel clima di soffocante conformismo del dopoguerra, Prezzolini fu rimosso velocemente. Non era classificabile. Non aveva etichette. E non le avrebbe comunque accettate. Non era stato fascista. (o meglio, lo era stato fino a quando Mussolini salì al potere. In quel momento sentì puzza di regime e traslocò in America.) Non era pero antifascista”.

 

 

Vittorio Feltri va oltre questo primo giudizio di merito e spiega che Prezzolini “era senz’altro di destra ma non assimilabile ai nostalgici missini. Si era guadagnato senza difficolta l’ammirazione e il rispetto di chi, negli Usa, si era opposto ai totalitarismi europei. Cos’era dunque? La risposta – rimarca Vittorio Feltri- è offerta da Gennaro Sangiuliano e dal libro che stringete fra le mani. Era un anarchico conservatore, come lui stesso amava definirsi. Può sembrare una contraddizione, ma non lo era”.

Per Vittorio Feltri “La società, se lo Stato non interviene, si regola da sé. Crea spontaneamente una gerarchia di valori che, per comodità, possiamo chiamare tradizione. Prezzolini confidava nella tradizione e diffidava dello Stato. Una tradizione vitale e non imbalsamata. Pronta all’autocritica e aperta al dibattito. Egli fu nemico feroce dei vizi tipicamente italiani, l’assistenzialismo e to statalismo, le corporazioni e gli ordini professionali, la retorica e il linguaggio che oggi definiamo politicamente corretto. Lui stesso, maestro di Longanesi, Montanelli e Fallaci, non voile saperne della tessera da giornalista e diventò pubblicista soltanto a ottant’anni”.

60 anni ancora da compiere, un passato scolastico da secchione e da primo della classe, una passione per i grandi scrittori, orfano di padre da quando era ancora giovanissimo, un fratello più piccolo e una madre straordinariamente onnipresente nella sua vita, moglie, Federica Corsini, giornalista anche lei ma a RAI Parlamento, oggi l’attuale Direttore del TG2, Gennaro Sangiuliano, è senza dubbio, uno dei ministri del Governo Meloni più seguiti, e forse anche più corteggiati del grande circolo mediatico italiano e internazionale.

 

 

 

 

Pino NanoGiornalista- Già capo redattore centrale della Rai

 

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